Ci sono 60 milioni di persone negli Stati Uniti e miliardi nel resto del mondo infettati dal parassita responsabile della toxoplasmosi. Raramente questa infezione provoca dei sintomi ma, nelle donne in gravidanza e in quelle con il sistema immunitario indebolito, può divampare e causare problemi di salute significativi. Al momento, non esiste un vaccino, ma gli scienziati sono sempre più vicini a questo obiettivo.
Un nuovo studio – condotto dai ricercatori dell’Università di Osaka in Giappone e pubblicato su Cell – ha individuato una molecola nelle cellule umane che potrebbe essere in grado di innescare la reazione immunitaria adeguata da contro il parassita unicellulare chiamato Toxoplasma gondii.
Cosa può causare la toxoplasmosi? Come si trasmette?
L‘infezione da Toxoplasma può causare encephalosis fatale o polmonite nei pazienti in trattamento per l’AIDS o il cancro, il cui sistema immunitario è debole. Si può anche innescare l’aborto spontaneo nelle donne in gravidanza o causare una malattia congenita al bambino.
Il parassita si trasmette attraverso la carne cruda contenente cisti gondii T. o acqua contenente oocisti da feci di gatto.
La ricerca
Il team che sta dietro il nuovo studio, diretto da Masahiro Yamamoto, ha utilizzato i topi per capire in che modo le loro cellule reagiscono a un vaccino sperimentale basato sul Toxoplasma inattivo. Essi hanno scoperto che una grande molecola ospite, chiamata p62, svolge un ruolo importante nell’attivare il sistema immunitario contro l’infezione da Toxoplasma.
Il team spera che la scoperta porterà a vaccini che colpiscono p62 per prevenire l’infezione del parassita. Gli autori fanno notare che i casi di toxoplasmosi sono in aumento in Giappone.
La scoperta riguarda ciò che accade all’interno delle cellule infettate con il parassita. Esso infetta le cellule con la creazione di “vacuoli”, piccole tasche nel fluido che circonda il nucleo cellulare. Qui il parassita rilascia antigeni, che possono essere riconosciuti e mirati dalle cellule T killer del sistema immunitario. Le cellule T killer sono a loro volta stimolate dalla citochina interferone-γ (IFN-γ), un tipo di proteina che coordina programmi cellulari attivando geni on e off.
Il team ha confrontato le cellule infettate dal Toxoplasma in cui il sistema immunitario è stato stimolato da IFN-γ con quelle in cui non lo era. Essi hanno scoperto che i livelli di cellule T killer che erano specifici per il Toxoplasma erano più alti nelle cellule infette in cui il sistema immunitario è stato innescato da IFN-γ.
Nuove prospettive
Progressi sono stati compiuti anche verso trattamenti più efficaci per la toxoplasmosi. Ad esempio, nel mese di gennaio 2014, è stata pubblicata una nuova scoperta sulle proteine che potrebbe aiutare i trattamenti per la toxoplasmosi. Uno studio condotto dall’Indiana University School of Medicine e pubblicata in PLoS Pathogens ha identificato una proteina chiamata GCN5b – attiva in entrambe le forme non sviluppate e gravi di toxoplasmosi – come bersaglio del potenziale farmaco.