Oltre 28.000 donne dell’Ontario, che hanno ricevuto un trattamento per la fertilità, hanno fatto parte dello studio pubblicato sul Canadian Medical Association Journal; i due terzi di loro non è mai rimasta incinta, un risultato anche associato a un aumento del 19% di rischio di probabili eventi cardiovascolari avversi.
Trattamenti per la fertilità delle donne: attenzione alle malattie cardiache
Un gruppo di ricercatori di Toronto ha trovato un legame tra le donne che si sottopongono a trattamenti di fertilità, e che non sono mai rimaste incinta, e i problemi di cuore che potrebbero comparire più tardi nella loro vita.
Il dr. Jacob Udell ha notato dei casi di donne che hanno assunto farmaci per la fertilità e che, di conseguenza, hanno subito delle complicanze, come l’ipertensione e il diabete.
Il dr. Udell ha dichiarato che le donne che assumevano farmaci per la fertilità avevano sviluppato anche condizioni simili a insufficienza cardiaca congestizia. Questa situazione lo ha lasciato perplesso, con un quesito importante: “ci potrebbero essere delle complicanze che si manifesteranno a lungo termine?”
Nella ricerca pubblicata sul Monday’s Canadian Medical Association Journal, il dr. Udell e i suoi colleghi hanno esaminato i dati su più di 28.000 donne, con un’età media di 35 anni, sottoposte a terapia di fertilità in Ontario tra il 1993 e il 2011. Hanno seguito le donne fino al marzo scorso per monitorare eventuali effetti cardiovascolari, come attacchi di cuore, ictus e insufficienza cardiaca.
Di queste donne, due terzi non sono rimaste incinta. Tale risultato sulla fertilità è stato anche associato a un 19% relativo a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari avversi, in particolare, insufficienza cardiaca. Lo studio, per questo motivo, è stato chiamato “fallimento della terapia della fertilità e successivi eventi avversi cardiovascolari“.
Il risultato della ricerca sugli effetti della terapia per la fertilità
In termini assoluti, il rischio era modesto, con circa 4 eventi cardiaci per ogni 1.000 donne dopo i 10 anni di follow-up per chi non aveva avuto un bambino dopo l’assunzione degli ormoni della fertilità (circa 10 eventi), rispetto a coloro che sono rimaste incinta dopo il trattamento di fertilità (6 eventi).
“Non ha un grande impatto e, di conseguenza, non è qualcosa che avremmo rilevato in alcun caso durante la pratica clinica di routine, questo non è accaduto in un gran numero di donne, il che è rassicurante“, dichiara il dr. Udell, scienziato presso l’Istituto di Scienze Cliniche valutative e cardiologo presso il Peter Munk Cardiac Centre e l’Ospedale universitario femminile.
I risultati non dovrebbero dissuadere le donne e gli uomini a continuare a provare la terapia della fertilità.
Uno stili di vita sano: la scelta migliore per la salute
“Questa è un’opportunità per le donne per le quali la terapia della fertilità non è andata a buon fine, di parlare con i loro medici circa la salute del loro cuore quando raggiungeranno la mezza età. In questo modo, si potrà monitorare la salute cardiaca e si potrà modificare lo stile di vita, introducendo eventuali terapie“, ha detto il dr. Udell.
“Questi cambiamenti dello stile di vita possono includere l’introduzione di una regolare attività fisica, mangiare assennatamente, non fumare, controllare la pressione sanguigna e il livello del colesterolo”, ha aggiunto il coautore dello studio, il dr. Donald Redelmeier, scienziato senior presso il CIEM.
“Non vogliamo che le donne che si sottopongono alla terapia per la fertilità si sentano in allarme“, ha aggiunto il dr. Redelmeier in un comunicato.
Trattamento di fertilità usato come test di stress
Il dr. Udell ipotizza che il trattamento per fertilità possa essere paragonato a un “test di stress fisiologico“, simile al test da sforzo con il tapis roulant, eseguito dai cardiologi.
L’incapacità di concepire può aiutare a identificare se alcune donne siano ad alto rischio per eventuali problemi di cuore.
Uno dei limiti di questo studio è che gli autori non sapevano che tipo di farmaci o quali dosi o il grado di controllo che avevano ricevuto le donne.
Il dr. Udell ha detto che lui e i suoi colleghi hanno programmato un piano per seguire le donne per altri 5-10 anni. Sperano anche di ottenere ulteriori informazioni sui trattamenti specifici che le donne hanno ricevuto, per studiare i rischi potenziali in modo più dettagliato.
L‘Heart and Stroke Foundation of Canada e il Canada Research Chair in Medical Decision Science hanno finanziato la ricerca.