Cibo per terra? Vale la regola dei 5 secondi

Andrea Salvadori | Blogger

Ultimo aggiornamento – 17 Marzo, 2014

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Quante volte ci è caduto del cibo per terra e ci siamo chiesti se raccoglierlo e mangiarlo o buttarlo via? 
La regola dei cinque secondi della cultura popolare, secondo la quale se si raccoglie entro 5 secondi ciò che ci è caduto non è stato ancora intaccato dai germi, è ora confermata da uno studio scientifico.

Lo studio

Gli studenti dell' ultimo anno di Biologia dell' Universita di Birgingham, in Inghilterra, diretti dal professore di Microbiologia Anthony Hilton, hanno analizzato il trasferimento dei comuni batteri Escherichia e Staphylococcus aureus da alcuni tipi di pavimenti, (quali piastrelle, moquette, tappeti e laminato), ad alcuni tipi di cibo, come pane, pasta, prosciutto, dolci.

I ricercatori hanno scoperto che il tempo è un fattore estremamente importante nella trasmissione dei batteri e dopo 5 secondi la quantità di batteri è decisamente superiore. Inoltre, hanno scoperto che il trasferimento di batteri è più difficile sulla moquette e più facile su piastrelle e laminati.

I ricercatori hanno anche condotto un'indagine che ha evidenziato che l' 87% delle persone intervistate mangia cibo caduto a terra e il 55% di queste sono donne.

Cosa fare?

Quello dell' Universita di Birgingham non è il primo studio sulla "teoria dei 5 secondi".

Il team del programma televisivo "Mythbuster" di Discovery Channel, ad esempio, arrivò alla conclusione opposta, ovvero che il fattore tempo non è importante.

Il professor Jorge Parada, della Loyola University Health System, sostiene che "nel dubbio meglio non mangiare il cibo caduto".

Sicuramente, occorre valutare le condizioni del suolo su cui il cibo cade, ricordando però che la salute va sempre al primo posto.

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Scritto da Andrea Salvadori | Blogger

Amo la musica, i viaggi e scrivere. La prima potrebbe farmi compagnia 24 ore al giorno, i viaggi sono il mio modo per rigenerarmi e imparare, la scrittura il mezzo per esprimermi in modo ordinato e fermare il tempo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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