Secondo uno studio, condotto dall’università di Roma Tor Vergata, su 2500 liceali, chi si sottopone a tatuaggi e piercing correrebbe un rischio maggiore di contrarre patologie infettive, rispetto a chi non si sottopone a tali pratiche.
Come sono stati raccolti i dati?
I risultati della ricerca sono stati ottenuti attraverso un sondaggio anonimo, a cui sono stati sottoposti 2500 studenti di liceo. Escludendo chi fa uso di sostanze stupefacenti, ben il 24% degli intervistati ha avuto delle complicazioni infettive. Infatti, solo il 54%, poco più della metà, era certo di trovarsi in un ambiente sterile. Chi si sottopone a un tatuaggio corre un rischio 3,4 volte più alto di contrarre l’epatite C, che scende al 2,7 per chi si fa un piercing.
Qual è lo scopo della ricerca?
Lo studio mira a informare gli adolescenti che queste pratiche devono svolgersi in ambienti sterili e che devono escludere tutti quei locali privi di norme igieniche, come i fai da te o gli artigianali. Il rischio è quello di contrarre patologie molto gravi come epatiti e AIDS, oltre a sviluppare reazioni allergiche.
Quanto è efficace questo studio?
Sebbene gran parte dei ragazzi intervistati sia a conoscenza dei rischi, solo il 5% è informato correttamente sulle malattie infettive che si possono trasmettere.
A cosa si deve prestare attenzione?
Il virus sopravvive fino a un mese negli oggetti contaminati ed è quindi di fondamentale importanza assicurarsi che l’ago utilizzato sia nuovo e monouso e assolutamente non riutilizzato. Vincenzo Bruzzese, presidente nazionale del congresso della SIGR, ha spiegato che queste patologie si diffondono molto velocemente in tutti gli ambienti non sterili e attraverso l’utilizzo di oggetti non adeguati, come corde di chitarra, graffette o aghi da cucito.
L’epatite è una patologia molto diffusa?
In Italia, patologie come l’epatite sono più che diffuse, al punto da essere ben al di sopra della media europea. Anche il numero dei decessi è molto alto. Inoltre, ben il 10% dei casi di epatite è dovuto a trattamenti di estetica.