Lo spotting, o spotting premestruale, è un termine inglese che deriva dal verbo “to spot”, “macchiare”, con il quale si indicano delle piccole perdite ematiche vaginali, tra un ciclo e l’altro. È molto comune tra le donne incinta, colpisce circa il 20% delle gestanti e crea molta apprensione anche se, fortunatamente, quasi sempre ingiustificata.
Spotting: è bene preoccuparsi?
Lo spotting, infatti, è normalmente privo di significato patologico, a condizione che non sia ricorrente e non sia accompagnato da odori sgradevoli. In questi casi, molto meglio rivolgersi subito a un ginecologo, perché potrebbe essere sintomo di eventi patologici gravi, come un fibroma uterino.
Oltre alla gravidanza, le cause più comuni della presenza di piccole perdite ematiche intermestruali (spotting), sono l’ovulazione, alcuni contraccettivi, come la pillola – e in questo caso potrebbe voler dire che i dosaggi non sono ben tollerati – la spirale, il cui inserimento potrebbe aver provocato piccole lesioni o una sorta di iniziale “rigetto” del corpo estraneo.
Nelle fasi finali della gravidanza, episodi di spotting possono essere il segnale che il corpo si sta preparando al parto. Se la perdita non è causata dai fattori di cui sopra, ma persiste per un certo tempo o si presenta con frequenza periodica, meglio occuparsi del problema, perché lo spotting potrebbe essere il segnale della presenza di un’infezione della vagina, dell’utero, delle tube di Falloppio o delle ovaie che, se ignorato, potrebbe portare complicanze anche importanti [1].
Che differenza c’è tra spotting e ciclo mestruale?
La differenza più evidente tra spotting e ciclo è nella diversa quantità delle perdite ematiche. Le perdite mestruali durano diversi giorni e la quantità di sangue perso è notevole per la necessità di eliminare l’endometrio, lo spotting, al contrario, prevede la perdita di piccole quantità di sangue che lasciano la presenza solo di piccole macchie di colore scuro.
Inoltre, lo spotting è un sanguinamento che si presenta tra un periodo mestruale e il successivo, ma in modo anomalo e aperiodico, al contrario del ciclo che ha periodicità mensile [2].
Spotting e pillola: qual è il legame?
Esiste una maggiore possibilità di spotting per le donne che prendono la pillola contraccettiva?
Le moderne pillole controllano lo spotting, quindi la medicina non segnala complicanze di questo tipo o relazioni dirette, salvo in alcuni casi quali:
- Piccoli episodi possono verificarsi all’inizio del ciclo di assunzione e sono dovuti all’assestamento in seguito alle variazioni ormonali provocate dall’assunzione del contraccettivo orale. Si tratta di un fenomeno che si esaurisce nel giro di qualche mese. Raramente tende a cronicizzare e, in questi casi, indica che l’organismo non tollera bene quel dosaggio. Il ginecologo interverrà cambiando prescrizione.
- Uso combinato della pillola con alcuni farmaci. Alcuni farmaci interagiscono con la pillola. Avvisare sempre il medico in modo possa accertare che il farmaco sia compatibile con il contraccettivo orale.
- Alcune patologie infettive a trasmissione sessuale o di tipo ginecologico. In questi casi, l’uso della pillola può favorire la presenza di spotting. Le patologie devono essere risolte prima della somministrazione della pillola.
Spotting: lo stress e le altre cause
Lo stress è la causa di più comune di spotting. La gestione del proprio lavoro, della famiglia e della casa spesso portano le donne a un sovraccarico che genera tensioni costanti. In questi casi, irregolarità del ciclo mestruale e spotting sono problemi che si presentano spesso.
Lo stress causa, infatti, un eccessivo e cronico aumento dell’adrenalina e del cortisolo, gli ormoni che ci permettono di affrontare le emergenze. Se presenti in quantità eccessive e per lungo tempo, questi ormoni alterano la funzionalità dell’ipotalamo, la ghiandola che regola le funzioni fisiologiche del corpo, compresa la produzione di progesterone l’ormone che, nelle donne, stabilizza il ciclo mestruale e regola la sincronia delle perdite di sangue.
Come conseguenza si possono avere episodi di perdite ematiche premestruali (spotting) o, in casi più gravi, episodi di polimenorrea, cioè la presenza di due cicli mestruali nell’arco di un mese.
Tra le altre cause di alterazione del ritmo dell’ipotalamo, più comunemente associabili allo spotting, troviamo le patologie legate ai disturbi alimentari, come bulimia e obesità. Nella bulimia si presenta per via di un’insufficiente produzione di progesterone, che limita la crescita in altezza dell’endometrio.
Nei soggetti obesi il meccanismo è opposto. L’abbondante tessuto adiposo finisce per comportarsi come una ghiandola endocirna secernendo grandi quantità di estrone, un estrogeno non benigno che fa crescere l’endometrio in modo eccessivo provocando, quindi, spotting irregolare. L’estrone è anche conosciuto come fattore di rischio per il carcinoma endometriale [3].
Diverse donne che hanno utilizzato contraccettivi intrauterini, come la spirale, sono state vittime di spotting. Il motivo è quasi sempre dovuto a uno scorretto inserimento del dispositivo che deve essere rimosso, anche perché non più sicuro ai fini contraccettivi.
Spotting: sintomo di tumore?
Quando lo spotting si presenta spesso, soprattutto dopo un rapporto sessuale o colpisce donne in menopausa, è doveroso un immediato controllo medico in quanto può essere un sintomo di un tumore dell’utero [4].
Spotting in gravidanza: che fare?
Si presenta in almeno il 20% delle donne gravide, nelle prime 12 settimane e, di solito, non è un segnale preoccupante. Vale comunque sempre la pena effettuare un controllo medico, soprattutto per mantenere la donna in perfetta serenità e inoltre perché l’aborto spontaneo, che si presenta anch’esso molto frequentemente nel primo trimestre di gestazione, inizia con gli stessi sintomi.
A differenza dello spotting, però, il rischio di aborto si manifesta con perdite molto copiose precedute e accompagnate da forti dolenzie, sintomi che lo rendono quasi sempre ben distinguibile. Episodi ripetuti di spotting gravidico si manifestano anche come sintomi iniziali in casi di gravidanza extrauterina. Anche in questi casi però, dolori e tipologia del sanguinamento permettono di solito una diagnosi corretta, fin dalle prime fasi.
Altre cause di spotting all’inizio della gravidanza includono [5]:
- Modificazioni della cervice: durante la gravidanza il flusso sanguigno verso la cervice aumenta e questo può provocare piccole emorragie.
- Alcuni esami che comportano contatto con la cervice, come il pap test, possono innescare il sanguinamento.
- Qualsiasi infezione della cervice o della vagina, o un’infezione a trasmissione sessuale (come la clamidia, la gonorrea o l’herpes ) può causare episodi di spotting durante le prime 12 settimane di gestazione.
Come trattare lo spotting?
Nella gran parte dei casi di spotting non è necessario alcun trattamento medico. Tuttavia, il medico potrebbe decidere di effettuare degli esami diagnostici di routine, per scoprire eventuali fattori di rischio. Normalmente vengono prescritti un pap-test, per escludere il rischio di infezioni e di cancro, emocromo, per escludere l’anemia, test di funzionalità tiroidea, renale ed epatica e, se la donna è in premenopausa, un test di gravidanza.
Se il sanguinamento intramestruale è persistente, può essere decisa una biopsia endometriale per escludere il rischio di cancro o individuare una situazione precancerosa. La biopsia endometriale è quasi d’obbligo, in questi casi, per le donne over 40.
In base ai risultati dei test e delle condizioni di salute della paziente, possono essere decisi eventuali trattamenti medici, di tipo farmacologico o chirurgico. È bene ricordare che nella maggior parte dei casi non è necessario alcun trattamento, tuttavia, se lo spotting è associato ad altre patologie il trattamento sarà rivolto verso queste ultime.
Un trattamento farmacologico a base di antibiotici sarà prescritto in caso di infezioni dell’apparato genitale, mentre uno a base di progesterone può essere somministrato in caso la biopsia abbia rivelato la presenza di tessuto precanceroso.
Il trattamento chirurgico con l’asportazione, si rende necessario in presenza di polipi mente il cosiddetto D&C, dilatazione e raschiamento dell’utero, viene effettuato soprattutto quando non è possibile somministrare farmaci adeguati o la somministrazione non ha dato i risultati sperati [6].
Fonti
[1] What Is Spotting? http://www.enkivillage.com/
[2] Difference between Spotting and a Period http://www.md-health.com/
[3] Vaginal Bleeding Between Periods http://www.healthline.com/
[4] Key signs and symptoms of cancer http://www.cancerresearchuk.
[5] Bleeding During Pregnancy http://www.webmd.com/baby/
[6] What diagnostic tests are used to evaluate abnormal vaginal bleeding? http://www.medicinenet.com/