Carenza di informazione e formazione, paura nell’uso dei farmaci, retaggio culturale e carenza di risorse: qualunque sia il vero problema, nei neonati e nei bambini malati la percentuale di trattamento del dolore non supera il 40%.
Ancora troppi bambini quindi hanno un dolore non trattato. Non solo mal di pancia, infezioni o piccoli traumi; anche le malattie gravi non vengono trattate con una terapia del dolore adeguata.
Gli effetti sono molteplici: sofferenza e peggioramento delle condizioni dei piccoli malati e delle loro famiglie, sfiducia e insoddisfazione nel rapporto medico-paziente, bassa qualità della cura.
Eppure gli strumenti esistono e si può fare di più.
A spiegarlo è la professoressa Franca Benini, responsabile del Centro di Riferimento regionale veneto di Terapia del Dolore e Cure Palliative Pediatriche e direttore scientifico del progetto “Spegni il dolore. La rete delle Lampade”, promosso dall’associazione Vivere senza Dolore, in collaborazione con la Fondazione Maruzza Lefebvre.
Controllo degli interventi sul dolore pediatrico
Il progetto intende monitorare e valutare il livello di adeguatezza degli interventi messi in atto per il controllo del dolore pediatrico.
Un totale di 20 esperti, tra medici, infermieri, psicologi ed esponenti delle società scientifiche, hanno elaborato un questionario distribuito in 7 centri pediatrici nazionali per misurare l’efficacia della terapia del dolore utilizzata sui bambini.
Ad ogni centro verranno attribuite una o più “lampade del sorriso” in funzione della qualità degli interventi, in modo da creare una rete di eccellenza, la “rete delle lampade”.
Marta Gentili, presidente dell’associazione “Vivere senza Dolore”, spiega che “il percorso, nato nel 2012, ha l’obiettivo di favorire una maggiore applicazione della legge 38 e offrire ai malati, soprattutto ai bambini, un’assistenza medica che possa migliorare la loro qualità di vita”.
Insomma, un progetto di valore per donare un sorriso ai più piccoli che ne hanno bisogno.