Sono oltre 14 milioni gli italiani che soffrono di insonnia (fonte: Aims - Associazione Italiana Medicina del Sonno), un problema che impedisce di riposare bene durante la notte e che crea conseguenze disparate, che possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una persona, sia dal punto fisico che mentale.
Anzitutto vi è lo stress che fagocita la quotidianità, che si pone a metà strada tra la causa e l'effetto dell'insonnia.
I ritmi delle giornate vengono stravolti dalla mancanza di riposo adeguato, con tutto ciò che ne consegue.
Ecco perché si finisce, poi, per cercare i farmaci per dormire, dai sonniferi potenti ai rimedi naturali con effetto soporifero.
Sebbene la ricerca del rimedio per curare l'insonnia attraverso sonniferi efficaci sia una pratica comune, è fondamentale mantenere sempre molta cautela.
A questo proposito, si consiglia di andare a fondo prima, per scoprire le eventuali cause dei disturbi del sonno, e trovare il miglior trattamento (supervisionato da uno specialista).
Per quanto riguarda i sonniferi, è bene farsi consigliare dal medico per il dosaggio di questi farmaci, poiché possono pur sempre influenzare l'organismo e causare effetti collaterali.
Da osservare, inoltre, che i sonniferi hanno un meccanismo d’azione che varia a seconda della classe di appartenenza e può influenzare diversi aspetti del ciclo sonno-veglia.
I diversi tipi di sonniferi, benzodiazepine e non benzodiazepine
I sonniferi, anche detti sedativi o ipnotici, sono divisi in due grandi categorie: le benzodiazepine e i farmaci simil-benzodiazepinici, che non appartengono alla classe delle benzodiazepine ma che ne simulano il meccanismo.
Anche detti "farmaci Z" (Z-drug) per i loro nomi che iniziano tutti con la "Z".
I sonniferi più forti, comunemente classificati come sedativi o ipnotici, operano sul sistema nervoso centrale per accelerare l’insorgenza del sonno e aumentarne la durata.
Benzodiazepine (o BZD)
Le benzodiazepine sono un gruppo di farmaci prescritti per trattare l'insonnia e altri disturbi del sonno. Noti per il loro effetto sedativo e ipnotico, agiscono sul sistema nervoso centrale, aumentando l'attività di un neurotrasmettitore chiamato acido gamma-amminobutirrico (GABA).
La loro azione rallenta l'attività del corpo e del cervello, riduce l'ansia, rilassa i muscoli e induce il sonno (che rimane costante per tutta la notte).
Tra le benzodiazepine generalmente prescritte ci sono il diazepam, il lorazepam e l'alprazolam.
In genere, proprio perché si tratta di sonniferi potenti, questi farmaci vengono prescritti solo per il trattamento dell'insonnia grave, come dose unica o come trattamento a breve termine per un massimo di 4 settimane.
La loro efficacia può sfumare nel tempo, a causa dell'assuefazione del cervello al farmaco.
Inoltre, se le si assume per troppo tempo, si può diventare dipendenti dalle pillole e faticare a interromperne il consumo.
Da non trascurare anche i possibili effetti collaterali indesiderati di un sonnifero potente, come la sonnolenza diurna, la confusione mentale, la dipendenza, i problemi di memoria, le vertigini e giramenti di testa, la debolezza muscolare, il sonnambulismo.
Le benzodiazepine sono generalmente sconsigliate se si soffre di una delle seguenti condizioni:
- apnea notturna (problemi di respirazione durante il sonno);
- malattie polmonari;
- malattie epatiche o renali;
- miastenia gravis (una malattia neuromuscolare).
Farmaci Z – Simil-benzodiazepinici
Le benzodiazepine non sono l'unico tipo di farmaci utilizzati per trattare l'insonnia.
Esistono anche i sonniferi o gli ipnotici non benzodiazepinici che, nonostante abbiano una struttura chimica diversa, agiscono con un meccanismo d'azione simile nel cervello, sui recettori GABA, producendo un effetto sedativo e ipnotico.
I tre principi attivi dei farmaci Z sono:
- zolpidem;
- zopiclone;
- zaleplon.
Questi sonniferi non benzodiazepinici sono considerati una scelta "meno invasiva" rispetto alle benzodiazepine. Ciononostante, possono causare assuefazione e dipendenza in caso di uso prolungato.
Gli effetti collaterali più comuni associati a questi farmaci includono un sapore amaro o metallico in bocca, secchezza delle fauci e sensazione di stanchezza, sonnambulismo e allucinazioni.
Inoltre, tra le controindicazioni, anche gli z-drug potrebbero non essere adatti se si è affetti da una delle condizioni di salute non indicate per l'uso di benzodiazepine.
Melatonina, ormone del sonno
La melatonina (N-acetyl-5-metossitriptamina), detta anche "ormone del sonno", è il principale ormone prodotto dall’ipofisi (o ghiandola pineale), che si trova nel cervello.
Si tratta di una sostanza endogena, ovvero prodotta naturalmente all'interno dell'organismo e coinvolta nel ciclo sonno-veglia, nella regolazione del sonno e del ritmo circadiano.
La produzione di melatonina è influenzata dall’alternanza luce-buio: il buio stimola la sintesi della melatonina, mentre la luce l’inibisce.
Infatti, viene rilasciata la sera quando fa buio, per incoraggiare il corpo a prepararsi al sonno.
Un altro modo per migliorare il sonno e favorire il lavoro della melatonina già prodotta dall'organismo, è quello di assumere questo ormone tramite integratori sotto forma di gocce e compresse per un periodo che va da 1 a 4 settimane.
Integratori a base di erbe, sonniferi naturali
Per risolvere il problema dell'insonnia si possono anche percorrere strade alternative naturali, dall'adozione di abitudini e stili di vita più sani ai rimedi per dormire.
Ciò include evitare stimolanti come caffeina e alcol prima di coricarsi, limitare l’esposizione alla luce blu da dispositivi elettronici, e creare un ambiente rilassante nella camera da letto.
La combinazione di queste pratiche può aiutare significativamente coloro che hanno difficoltà ad addormentarsi.
Esistono diverse erbe e piante che possono essere utilizzate come sonniferi naturali. Tra queste, per esempio, la valeriana, la melissa, la passiflora, la camomilla e il luppolo.
La loro azione viene svolta grazie ai loro principi attivi che possono avere un effetto sedativo e ansiolitico.
Vediamole nel dettaglio:
- la valeriana, ad esempio, contiene composti che possono contribuire a ridurre l'ansia e favorire il sonno;
- la melissa è nota per le sue proprietà calmanti e può aiutare a rilassarsi prima di coricarsi;
- la passiflora è conosciuta per il suo effetto rilassante e può favorire un sonno più tranquillo;
- la camomilla è apprezzata per le sue proprietà calmanti e può essere consumata come tisana prima di dormire;
- il luppolo è noto per il suo effetto sedativo e può contribuire a migliorare la qualità del sonno.
Sebbene questi rimedi naturali possano essere utili per promuovere il sonno, è sempre consigliabile confrontarsi con uno specialista per avere conferma che questi rimedi siano effettivamente efficaci per la propria condizione.
Prima di assumere qualsiasi rimedio farmacologico o naturale, è bene considerare questi elementi:
- effetti collaterali a lungo termine dei sonniferi potenti;
- dipendenza dai sonniferi;
- sonnolenza diurna causata dai sonniferi potenti;
- interazioni farmacologiche con i sonniferi.
Effetti collaterali a lungo termine dei sonniferi farmacologici:
- sonnolenza diurna;
- vertigini;
- amnesia;
- innesco di dipendenza;
- episodi di sonnambulismo.
Cause e conseguenze dell'insonnia
Le cause dell’insonnia sono molteplici e possono variare da una persona all'altra.
Qui di seguito, vediamo le principali:
- fattori psicologici: stress e ansia sono tra le cause più comuni di insonnia. Preoccupazioni riguardanti il lavoro, la famiglia o la salute possono disturbare il sonno;
- ambiente notturno caotico e disturbante: una camera da letto con una temperatura non adatta, esposta a rumori o troppo luminosa, può impedire un buon riposo e l'addormentamento;
- stili di vita: abitudini quali lavorare a turni, jet lag, o l’uso di dispositivi elettronici, TV, alcol e/o caffeina prima di coricarsi possono influenzare negativamente il sonno;
- problemi di salute mentale: condizioni come la depressione possono sia causare sia essere aggravate dall’insonnia.
- problemi di salute fisica: diverse condizioni cliniche possono causare insonnia, tra cui disturbi respiratori, dolore cronico, malattie cardiache, e disturbi neurologici come la sindrome delle gambe senza riposo;
- farmaci: alcuni farmaci, inclusi antidepressivi, farmaci per l'epilessia e steroidi, possono avere come effetto collaterale l’insonnia;
- invecchiamento: cambiamenti nella struttura del sonno sono comuni con l’avanzare dell’età, inclusa la diminuzione del sonno profondo e l’aumento dei risvegli notturni;
- cambiamenti ormonali: si verificano durante la menopausa, la gravidanza, o a causa di problemi tiroidei;
- alimentazione e attività fisica: dieta e attività fisica possono influenzare la qualità del sonno. Mangiare pesante prima di coricarsi o fare esercizio fisico troppo vicino all’ora di andare a letto, possono disturbare il sonno.
Soffrire di insonnia: le conseguenze
L'insonnia può causare affaticamento, sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria.
Inoltre, può influire negativamente sull'umore, provocando irritabilità, esacerbando condizioni come l'ansia e la depressione.
Le conseguenze dell'insonnia possono estendersi anche alla sfera fisica.
La mancanza di sonno adeguato può compromettere il sistema immunitario, rendendo il corpo più suscettibile ad alcune malattie e a disturbi come l'obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari.
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A livello sociale, l'insonnia può influire sulle relazioni interpersonali e sul rendimento lavorativo.
La mancanza di sonno può rendere una persona irritabile, meno socievole e meno produttiva, compromettendo il suo benessere generale e la qualità delle relazioni personali e lavorative.
È fondamentale, dunque, affrontare questa condizione in modo consapevole per migliorare la qualità del sonno, iniziando da un eventuale consulto con un medico specializzato in medicina del sonno per vagliare il trattamento più indicato