Con la primavera alle porte, fanno periodicamente ingresso anche le allergie respiratorie stagionali. Se siete soggetti allergici, però, niente paura: la buona notizia è che siete meno sensibili a SARS-CoV-2. Ecco perché.
Covid-19 meno aggressivo nei soggetti allergici, lo studio
Anzitutto, i meccanismi allergici farebbero diminuire i recettori per il Covid sull’apparato respiratorio. Già tempo fa, uno studio pubblicato su Allergy aveva mostrato come, tra i pazienti di Covid-19 ricoverati tra marzo a aprile 2019, i soggetti allergici avessero sviluppato una forma della malattia meno grave.
I soggetti allergici avevano infatti mostrato un'incidenza minore di polmonite dovuta a SARS-CoV-2 (si parla del 33,3% contro il 67,7% nei pazienti non allergici). A fare la differenza, la predisposizione a una risposta immunitaria.
Le conseguenze di SARS-CoV-2 nell’organismo inducono, in alcuni casi, una iperproduzione di citochine TH1, con la conseguente auto-aggressione del sistema immunitario. A questo segue una produzione elevatissima di interleuchina-6 (IL-6) che può produrre sindrome da stress respiratorio acuto e insufficienza a vari organi, portando spesso alla morte. I pazienti allergici, però, sviluppano una risposta differente: TH2, alla quale non segue la iperproduzione di citochine connessa a sindrome respiratoria acuta.
Come la pandemia ha migliorato la condizione di alcuni allergici
Al di là di condizioni genetiche e fisiologiche, anche alcune abitudini consolidate in quest’anno di pandemia hanno contribuito a migliorare la vita degli allergici.
Per esempio, l’utilizzo prolungato delle mascherine ha funzionato da barriera, impedendo l’inalazione dei pollini, riducendo sensibilmente il fastidio per i soggetti con allergia al polline.
Altra buona notizia, ma probabilmente temporanea, è data dal fatto che con le misure attuate durante i vari lockdown si è registrato un abbassamento dei livelli di inquinamento, fenomeno impatta positivamente su chi soffre di allergie respiratorie. Passare più tempo in casa, però, aumenta l’esposizione a umidità, polvere e allergeni dell’ambiente domestico, scatenando allergie da interni, dovute per esempio a muffa o acari.
Di contro, dunque, si registra un aumento di allergie che si sviluppano in ambienti chiusi, come l’allergia al pelo di animali domestici.
Nonostante una somiglianza di sintomi, però, esistono delle differenze tra covid e allergie. Non abbassare la guardia, quindi, e consultare il medico soprattutto se, oltre ai sintomi allergici, si nota anche la presenza di tosse secca, difficoltà a respirare, spossatezza, febbre e perdita di olfatto e gusto, tutti sintomi che indicano una possibile presenza di SARS-CoV-2.