Come riconoscere uno shock anafilattico

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 16 Gennaio, 2017

come riconoscere l'anafilassi

Alcuni individui, quando entrano in contatto con qualche sostanza cui sono allergici, possono presentare una reazione potenzialmente letale, nota come anafilassi. Come conseguenza all’esposizione, il sistema immunitario rilascia delle sostanze chimiche nel flusso sanguigno, causando proprio lo shock anafilattico.

Quando il corpo va in shock anafilattico, la pressione sanguigna cala drasticamente e le vie respiratorie si restringono, causando un probabile blocco respiratorio. Questa condizione è pericolosa, specie se non si interviene in maniera tempestiva, perché può comportare complicazioni e risultare perfino fatale all’individuo.

Quali sono i sintomi dello shock anafilattico?

Prima che lo shock anafilattico si presenti in modo definitivo, possono insorgere dei sintomi allarme da non ignorare, quali:

  • reazioni cutanee, come orticaria, pelle infiammata o pallida;
  • improvvisa vampata di calore;
  • sensazione di nodo in gola o difficoltà a deglutire;
  • nausea, vomito o diarrea;
  • dolore addominale;
  • pulsazioni instabili;
  • rinorrea e starnuti;
  • lingua o labbra gonfie;
  • affanno o difficoltà di respirazione;
  • sensazione di fastidio;
  • formicolio a mani, piedi, labbra o cuoio capelluto.

Se si provano i sintomi sopra elencati, è necessario andare immediatamente dal medico.

I sintomi dello shock anafilattico sono:

  • difficoltà di respirazione
  • vertigini
  • confusione
  • improvvisa debolezza
  • perdita di conoscenza

Quali sono le cause e i fattori di rischio dello shock anafilattico?

L’anafilassi è causata da un’eccessiva reazione del sistema immunitario ad un allergene o a qualcosa a cui il corpo è allergico. Le cause più comuni dell’anafilassi sono:

  • farmaci, come la penicillina;
  • puntura di insetto;
  • alimenti, quali noccioline, frutti di mare, latte e uova;
  • agenti impiegati nell’immunoterapia.

In alcuni casi rari, l’esercizio fisico e l’attività aerobica, come per esempio la corsa, possono causare l’anafilassi. In altri casi, invece, la causa della reazione allergica non viene identificata (anafilassi idiopatica). Proprio per evitare l’insorgenza dell’anafilassi, è sempre consigliabile eseguire dei test allergici fin dalla tenera età.

I fattori di rischio che possono causare sia l’anafilassi grave, che uno shock anafilattico sono:

  • precedente reazione allergica;
  • allergie o asma;
  • anamnesi familiare di anafilassi.

Quali sono le complicazioni dello shock anafilattico?

Lo shock anafilattico, come è stato ampiamente ripetuto, è una condizione estremamente grave. Può, infatti, bloccare le vie respiratore e impedire la respirazione. Inoltre, può causare un arresto cardiaco, a causa del drastico calo della pressione sanguigna, che impedisce il corretto afflusso di sangue al cuore.

Questa condizione può pertanto causare delle potenziali complicazioni, quali:

  • danni cerebrali
  • insufficienza renale
  • shock cardiogeno, una condizione che impedisce al cuore di pompare sangue a sufficienza nel corpo
  • aritmia
  • attacco di cuore

In alcuni casi, il paziente può avere un peggioramento delle condizioni mediche preesistenti. Infatti, se si è affetti da broncopneumopatie ostruttive croniche, è possibile avvertire un’improvvisa mancanza di ossigeno che potrebbe causare gravi danni ai polmoni.

Lo shock anafilattico, inoltre, peggiora in modo permanente i sintomi delle persone affette da sclerosi multipla.

Cosa fare in caso di shock anafilattico?

Se si sospetta un episodio di anafilassi, è necessario chiamare immediatamente un’ambulanza. Qualora si sia provvisti di una EpiPen, cioè una siringa di epinefrina, si consiglia di utilizzarla alla prima avvisaglia di sintomi. In caso di problemi respiratori, è sconsigliata l’assunzione per via orale dei farmaci. La visita medica è comunque necessaria anche dopo l’iniezione di epinefrina.

Se lo shock anafilattico è stato causato da una puntura di insetto, si deve rimuovere il pungiglione tempestivamente per evitare l’aggravarsi della situazione. Per questa operazione, si consiglia di utilizzare una carta di plastica, come per esempio una carta di credito. Premere la carta contro la pelle, farla scorrere verso e sopra il pungiglione, senza esercitare un’eccessiva pressione, perché potrebbe causare il rilascio di altro veleno.

Se qualcuno sta per avere uno shock anafilattico, chiamare immediatamente l’ambulanza e quindi:

  • farlo mettere in una posizione comoda, con le gambe sollevate, per continuare a far scorrere il sangue negli organi vitali;
  • eseguire l’iniezione di epinefrina, se presente;
  • effettuare la rianimazione d’emergenza se il soggetto non sta respirando, fino all’arrivo dei soccorsi.

Come si cura lo shock anafilattico?

Il trattamento più immediato per lo shock anafilattico consiste nella puntura di epinefrina (adrenalina), per poter ridurre la gravità della reazione allergica.

In ospedale, il trattamento prevede cortisone e antistaminici per via endovenosa, per ridurre l’infiammazione alle vie respiratorie e migliorare la respirazione. Nei casi più gravi si somministrano anche le sostanze beta antagoniste, come il salbutamolo, e si assiste la respirazione con la maschera di ossigeno.

Qual è la prognosi per lo shock anafilattico?

Lo shock anafilattico può essere estremamente pericoloso e persino fatale. Il recupero dipende strettamente dalla tempestività dell’intervento. Inoltre, è possibile seguire anche una terapia a base di antistaminici per ridurre la gravità di futuri attacchi.

 

 

 

 

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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