Sono 6 milioni gli italiani che assumono cibo senza glutine, sebbene non siano affetti da nessuna patologia particolare. Celiaci solo per moda, è possibile anche questo. L’allarme arriva dagli esperti del settore, a pochi giorni dalla terza edizione della Settimana Nazionale della Celiachia promossa dall’omonima Associazione Italiana che se ne occupa, l’AIC, in programma dal 13 al 21 maggio.
“Ad oggi non esiste nessuna ricerca che possa dimostrare un qualsivoglia effetto benefico per i non celiaci nell’alimentarsi senza glutine, anzi” – ha spiegato Giuseppe Di Fabio, presidente dell’AIC – “Gli studi scientifici, al contrario, stanno ampiamente dimostrando che in chi non è celiaco l’esclusione del glutine è del tutto inutile”.
È proprio per inseguire i falsi miti per raggiungere la perfetta forma fisica che, anche in Italia, ogni anno, vengono investiti 320 milioni di euro per prodotti senza glutine: solo 215 di questi, però, sono destinati ai pazienti celiaci. Ad affermarlo sono ancora una volta i dati diffusi dall’AIC: quest’anno, la settimana dedicata a questa patologia sarà appunto dedicata alla nutrizione e all’educazione alimentare, l’unica terapia possibile per i celiaci.
La dieta senza glutine: tra mode e necessità
Chi per moda, chi per necessità. La dieta senza glutine è infatti essenziale per chi è affetto da celiachia – una malattia autoimmune che rende una persona intollerante al glutine.
In Italia l’1% della popolazione è colpita da questa patologia ma i casi diagnosticati sono ancora molto bassi, intorno ai 190.000 individui. Le celiachia è un icerberg, di cui solo pochissimi casi riescono a emergere in superficie: circa 5 celiaci su 6 rimangano non riconosciuti, circa il 73% dei casi.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) assicura ad ogni paziente celiaco un tetto massimo di 90 euro per l’acquisto di prodotti dietetici senza glutine. “Dopo faticose conquiste” – ha sottolineato Di Fabio – “sembra che a qualcuno piaccia banalizzare la malattia, rendendo vani tutti gli sforzi fatti”.
Cosa può mangiare un celiaco
La completa esclusione del glutine dalla dieta non è un obiettivo facile da realizzare. I cereali vietati ai celiaci si ritrovano in svariati prodotti alimentari ed il rischio di contaminazione da glutine è spesso presente nei processi di lavorazione dell’industria alimentare.
L’AIC, punto di riferimento per tutti i pazienti italiani, indica una serie di alimenti vietati o permessi ai celiaci. Iniziamo la nostra analisi dai cibi vietati ai celiaci. Gli alimenti assolutamente banditi dalle loro tavole sono il frumento, il farro, l’orzo, la segale, il monococco, il grano khorasan (kamut), le farine, gli amidi, le semole. A ciò si aggiungono i primi piatti, le colazioni e i prodotti da forno a base di cereali vietati.
Non sono escluse le farine e i derivati etnici, tra cui il seitan, il couscous, il tabulè e il bulgur. Tra i vari prodotti derivati dai cereali già elencati, ricordiamo ancora la frutta disidratata e infarinata, le bevande all’avena, il caffè solubile, il cioccolato con cereali e la birra.
Tra i cibi permessi ai celiaci, invece, si può tranquillamente includere il riso, il mais, il grano saraceno, l’amaranto, la maioca, il miglio, la quinoa, il sorgo, il teff e i prodotti sostitutivi presenti nel Registro del Ministero della Salute, studiato ad hoc per chi soffre di questa patologia.
Sono concessi, inoltre, tutti i tipi di carne, pesce, molluschi e crostacei – freschi o congelati – non miscelati con altri ingredienti, il pesce conservato ma privo di aromi e additivi, le uova, il prosciutto crudo e il lardo di Colonnata.
I latticini, invece, sono ben tollerati: è possibile bere il latte fresco pastorizzato a lunga conservazione delattosato o ad alta digeribilità, il latte in polvere, per la prima infanzia o fermentato, i formaggi freschi e stagionati, lo yogurt naturale, magro o intero, lo yogurt bianco cremoso, lo yogurt greco e la panna fresca e a lunga conservazione.
Sul fronte legumi e verdure non mancano i sacrifici ma, in linea generale, è possibile assumere tutto ciò che non è trattato con i cereali vietati. Anche per la frutta valgono le stesse regole.
Per i dolci, spezie e condimenti vari, via libera a: burro, strutto, burro di cacao, oli vegetali, aceto di vino, di mele e balsamico, bicarbonato di sodio, estratto di lievito, pappa reale, pepe, sale, zafferano, semi, spezie ed erbe aromatiche, passata e concentrato di pomodoro, miele, zucchero, fruttosio pure, sciroppo di agave e acero, ed infine radice di liquirizia grezza.
Infine, la sete potrà essere placata con vino, spumante e distillati non addizionati di aromi o di altre sostanze.
Ah, l’acqua è perfetta per tutti!