Ci sono molte credenze popolari secondo cui è possibile prevedere il sesso del nascituro. La scienza però è chiara: il sesso di un bambino è determinato in modo completamente casuale.
Nuove ricerche sembrano tuttavia suggerire che il sesso di un bambino è influenzato da diversi fattori. In particolare, alcuni ricercatori hanno scoperto che la pressione sanguigna della donna al momento della concezione è uno di questi fattori.
Prevedere il sesso del bambino: le risposte della scienza
L’autore della ricerca, il dr. Ravi Retnakaran, ha riferito al The Huffington Post che l’unica caratteristica fisiologica individuata come possibile fattore in grado di influenzare il sesso del nascituro è la pressione sanguigna della madre, in quanto la correlazione appariva molto forte.
A tal proposito anche The Independent evidenzia come, secondo questo studio, le madri di un maschio tendono ad avere una pressione sanguigna più alta prima della gravidanza (pari a 106 mmHg) rispetto alle madri di una femmine (103 mmHg). Non è però ancora chiaro se le donne possono scegliere il sesso del nascituro semplicemente tenendo controllata la pressione sanguigna al momento della concezione.
Il campione analizzato è un gruppo di Liuyang (in Cina) di 1411 donne che stavano pianificando una gravidanza. I fattori rilevati e considerati ai fini dello studio includevano:
- età della donna;
- se la donna fumava o no;
- peso della donna;
- livelli di colesterolo della donna;
- pressione della donna, unico fattore ad essersi rivelato importante. Infatti, la pressione sanguigna prima della concezione di un maschio era circa il 2,6% maggiore della stessa pressione prima della concezione di una femmina.
Nonostante questo risultato interessante, i ricercatori sottolineano che lo scopo dello studio non è quello di condurre le le persone a voler manipolare la pressione sanguigna nel tentativo di dare alla luce un bambino di un determinato sesso. In aggiunta, lo stesso dr. Ravi Retnakaran evidenzia che la correlazione non sembra essere di tipo causa-effetto, ma che invece sembra indicare la fisiopatologia di base.
Nuove tecniche che permettono la scelta del sesso del nascituro
Attualmente, alcune tecniche avanzate permettono alle coppie di concepire il bambino del sesso da loro desiderato. Di seguito vengono elencate e descritte le principali.
- Metodo Ericsson: si tratta del metodo più datato, sviluppato a metà degli anni ’70 dal genetista Ronald Ericsson. Si basa sul fatto che lo spermatozoo con il cromosoma X (femminile) è più grande e più denso di quello con il cromosoma X (maschile). Il campione di sperma viene filtrato in modo da separare lo sperma maschile da quello femminile, in quanto il gamete con il cromosoma maschile nuota più velocemente. Si sceglierà quindi il campione con un rapporto maggiore di spermatozoi con il cromosoma che caratterizza il sesso desiderato e lo si inserirà nell’utero della donna tramite inseminazione artificiale. Questa tecnica è economica (circa $2000 a ciclo) e poco invadente a livello medico, ma ha un tasso di errore del 10%.
- Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD): si tratta di un test nuovo e più efficace, originariamente sviluppato per la diagnosi prenatale di malattie genetiche legate al sesso, come l’emofilia e la distrofia muscolari. Questo processo può essere operato solo durante la fecondazione in vitro (FIVET), una tecnica di procreazione assistita dove l’ovulo è rimosso chirurgicamente dalle ovaie per essere poi fecondato con dello sperma in laboratorio. Durante una FIVET di routine, gli embrioni fecondati vengono impiantati nell’utero della donna senza ulteriori analisi. In caso di PGD, invece, sono rimosse ed analizzate una o due cellule da ogni embrione, in modo da rivelare il sesso del nascituro con quasi il 100% di precisione. Gli embrioni prescelti sono quindi impiantati, mentre gli altri vengono donati ad un’altra coppia o alla ricerca, dove vengono distrutti.
- Microsort: si tratta di un metodo molto promettente e consiste in una variante del metodo Ericsson. Lo sperma viene macchiato con un colorante particolare e attraversa una macchina in grado di distinguere il DNA maschile da quello femminile. Le donne vengono in seguito inseminate con gli spermatozoi che trasportano i cromosomi che caratterizzano il sesso desiderato. Lo studio di questa tecnica è iniziato nel 1993. Attualmente, ad esempio, è in corso una sperimentazione clinica sulla sicurezza e sull’efficacia di questo processo presso il Genetics & IVF Institute a Fairxfax (in Virginia). Le sperimentazioni di questo studio erano inizialmente aperte solo alle coppie a rischio di malattie legate al sesso. Attualmente, invece, includono anche coppie che desiderano scegliere il sesso del nascituro; infatti, circa l’86% delle 800 coppie che ha concepito attraverso questo metodo, ha ricorso a questa tecnica per poter scegliere il sesso del nascituro.
È un diritto scegliere il sesso del nascituro?
Con queste nuove possibilità sorgono inevitabilmente quesiti di tipo bioetico: “È giusto poter scegliere il sesso del nascituro?”, “A quali conseguenze potrebbe portare ciò?”, “La scelta del sesso sarà soltanto l’inizio?”. Attualmente dare una risposta è difficile, aspettiamo di vedere quali risvolti avranno queste tecniche.