Dall'inizio di febbraio, in Lazio circa 7mila detenuti si stanno sottoponendo a uno screening di massa sullo stato di salute nelle carceri, finalizzato a prevenire le malattie, e in particolare i suicidi all'interno degli istituti di pena.
L’iniziativa è promossa dalla Regione Lazio e fa parte di un più vasto progetto del Ministero della Salute, riguardante il monitoraggio dello stato di salute della popolazione penitenziaria di sei regioni italiane.
Il progetto interregionale coinvolge infatti Toscana, Umbria, Veneto, Liguria e l’Asl di Salerno.
Lo studio ha l’obiettivo di esaminare le malattie più diffuse in carcere, le terapie farmacologiche più usate e i principali fattori di rischio attraverso una scheda di rilevazione informatizzata che potrà essere consultata in ogni penitenziario per rendere più semplice la comunicazione di informazioni di natura clinica da un istituto all’altro, e per assicurare la continuità delle cure laddove il detenuto venga trasferito.
Lo sviluppo e la diffusione della scheda di rilevazione informatizzata è importante anche per il programma di prevenzione sul tema dei suicidi che si svolgerà presso la “Casa Circondariale di Rieti”. Per portare avanti questo innovativo progetto, la Regione Lazio ha formato un team per l’elaborazione e la definizione di un programma di prevenzione formato da 18 medici a cui sono stati consegnati dei pc contenti la scheda di rilevazione informatizzata. A giugno, i dati raccolti verranno inviati alla Regione Toscana, ente capofila, e poi elaborati.
Secondo Zingaretti, presidente della Regione Lazio, questo progetto è, oltre che un segnale di grande civiltà, importante per migliorare la sanità penitenziaria del Lazio. Questo screening di massa, avviato per la prima volta in Italia, costituisce una rilevazione strategica di dati effettuata con criteri controllati, che fornirà una visione epidemiologica globale e sostenibile della popolazione carceraria e sarà utilissimo per progettare interventi atti a garantire le cure adatte e a ridurre la piaga dei suicidi.