Parliamo di Parkinson e di un nuovo fattore di rischio che aumenterebbe la possibilità di manifestare la malattia: il nevroticismo. Secondo uno studio, realizzato dalla Florida State University in collaborazione con Cnr-Irib, Cnr-Ibfm, questo tratto della personalità avrebbe un peso da non trascurare.
Parkinson e disturbi dell'umore
La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa con una incidenza maggiore, dopo l'Alzheimer. L'1-2% della popolazione mondiale ne è affetto e le cause, ad oggi, non sono ancora chiare. Si pensa, infatti, a un insieme di fattori determinanti sia genetici sia ambientali.
Gli scienziati, dunque, spinti dalla volontà di fare sempre più luce sulla genesi della malattia, hanno individuato il tratto di personalità nevrotico come una costantemente associata a un maggiore rischio di sviluppare il disturbo.
“Il nevroticismo è stato collegato ai disturbi dell'umore e all'Alzheimer, ma ci sono meno studi sulla sua connessione prospettica con il Parkinson, disturbo degenerativo a lungo termine che causa un progressivo declino delle funzioni motorie e fisiche. Quando la malattia progredisce, il danno alle cellule nervose nel cervello provoca un calo dei livelli di dopamina che porta a sintomi come tremori, movimenti lenti, rigidità e perdita di equilibrio”, afferma Luca Passamonti, primo ricercatore presso Cnr-Ibfm di Milano e neurologo presso l’Università di Cambridge.
Rischio Parkinson? Meglio non essere nevrotici
Sino a poco tempo fa, il collegamento tra personalità nevrotica e rischio Parkinson sembrava reso possibile dall'aumento dell'attività della dopaminergica, tipica del profilo neurocognitivo del nevrotico. La conseguenza? Un maggiore stress chimico nelle zone dopaminergiche, in grado di generare lo sviluppo della malattia con il passare degli anni.
Ad oggi, però, questa ipotesi è stata esclusa, come affermato dal dr. Antonio Cerasa, neuroscienziato e responsabile della sede Cnr-Irib di Cosenza. “Quest’ipotesi è stata però rigettata negli ultimi anni a favore di una visione rivolta alla compromissione del sistema ipotalamo-ipofisi-surrene che, nel nevrotico, porterebbe a uno stato di stress ossidativo a lungo termine”.
Lo studio
Utilizzando i dati della UK Biobank, nello studio sono stati coinvolti e seguiti - per circa 12 anni - mezzo milione di individui, di età compresa tra 40 e 69 anni, tra il 2006 e il 2010.
Durante le valutazioni, sono state effettuate 1.142 diagnosi di Parkinson. I soggetti che all’inizio dello studio mostravano livelli più elevati di nevroticismo hanno evidenziato più dell'80% di rischio di sviluppare la malattia.
“Ansia e depressione sono fenomeni associati con la malattia di Parkinson. In parte, questo problema potrebbe essere dovuto a come la malattia altera il cervello e può avere un'influenza sulle emozioni. Alcuni clinici pensano che ansia e depressione siano solo il risultato del Parkinson, tuttavia i nostri risultati suggeriscono che una certa vulnerabilità emotiva è presente molti anni prima dello sviluppo della malattia”, ha affermato, in conclusione, Antonio Terracciano della Florida State University di Tallahassee (USA), coordinatore dello studio.
FONTE: Relazione tra Personalità e insorgenza della malattia di Parkinson; Terracciano A, Aschwanden D, Stephan Y, Cerasa A, Passamonti L, Toschi N, Sutin AR. Neuroticism and Risk of Parkinson's Disease: A Meta-Analysis. Mov Disord. 2021; doi: 10.1002/mds.28575 .