Sclerosi multipla: la speranza è data dalle cellule staminali neurali

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 30 Maggio, 2017

Sclerosi multipla e cellule staminali

Il primo passo è stato fatto. Sembra infatti stare bene il primo paziente che ha ricevuto un trapianto di staminali neurali con l’obiettivo di riparare i danni al sistema nervoso causati da sclerosi multipla. È lui il primo di 12 malati presenti nel trial condotto presso l’Ospedale San Raffaele di Milano e presentato proprio in questi giorni al congresso dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e della sua Fondazione (Fism). Un buon risultato, insomma, per guardare con speranza agli esiti della ricerca che anni sta muovendo i suoi passi per trovare una cura per tutti quei pazienti immobilizzati dalla sclerosi multipla.

È vero, diranno in molti, non è la prima volta che vengono testate le infusioni di staminali in pazienti affetti da sclerosi multipla. È assolutamente la prima volta al mondo, però, che i ricercatori si concentrano sull’uso di questo particolare tipo di staminali, quelle neurali, che vanno ad agire sul sistema nervoso centrale e, proprio per questo motivo, potenzialmente più efficaci nel ridurre i danni.

Staminali e sclerosi multipla: i risultati della ricerca

L’efficacia del trattamento era già stata provato per i topi, sempre grazie a lavori condotti dall’équipe guidata dal dr. Gianvito Martino, direttore Scientifico del San Raffaele e capo dell’Unità di Ricerca in Neuroimmunologia.

Per le cavie da laboratorio, infatti, si era già osservata una parziale ricostruzione della guaina mielinica e la riduzione dello stato infiammatorio, così come una diminuzione dei sintomi che caratterizzano la sclerosi multipla.

Questi effetti sono riscontrabili in quanto le cellule staminali assolvono a una duplice funzione: da un lato secernono sostanze capaci di proteggere direttamente i tessuti danneggiati, dall’altro sono in grado di differenziarsi in cellule che producono nuova mielina che va a sostituirsi a quella ormai danneggiata.

Il test sugli animali, dunque, ha raggiunto i risultati sperati. Ora è la volta dell’uomo: la prima infusione di staminali neurali è stata fatta alla fine della scorsa settimana su pazienti a uno stadio ormai avanzato. Attraverso una puntura lombare, queste staminali di origine fetali sono state immesse nel liquido cerebrospinale del paziente, così da poter raggiungere cervello e midollo, dove dovranno svolgeranno la loro azione benefica.

L’obiettivo, in primo luogo, è testare sicurezza e tollerabilità del trattamento, non la sua efficacia. Per questo il nuovo trattamento coinvolgerà solo pochi pazienti selezionati“, precisa il professor Martino. Risultato di oltre dieci anni di ricerca, è bene sottolineare che questa innovativa terapia è dovuta anche al costante sostegno dato da Fism e Aism. “Siamo stati pionieri nella ricerca di terapie basate sulle staminali” –  dichiara Mario Alberto Battaglia, presidente Fism. “Nel 2000 ancora non si investiva in questo campo e noi ci abbiamo creduto finanziando il percorso di ricerca. La scienza ci ha dato ragione” – aggiunge.

Un passo avanti in vista della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla

Cade dunque a pennello la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, in programma per domani, mercoledì 31 maggio. L’appuntamento è con 70 paesi del mondo, idealmente connessi grazie alla campagna #LifewithMSE, per capire come è possibile vivere (e convivere) con la sclerosi multipla. Con questo hashtag chiunque lo vorrà, potrà condividere messaggi e raccontare come significa essere affetti da sclerosi multipla, quali siano i sintomi visibili e invisibili e quali siano le difficoltà. I video e i messaggi della campagna saranno postati su YouTube, Instagram, Facebook o Twitter e riportati sul sito del World MS Day.

A differenza di quanto si possa pensare, in Italia sono 114 mila le persone che convivono con questa patologia. Secondo i dati recentemente forniti da Aism, ogni 3 ore un giovane riceve la brutta notizia di una nuova diagnosi. I casi diagnosticati ogni anno sono circa 3400. Particolarmente colpite sono le donne tra i 20 e i 40 anni: non è un caso che la sclerosi multipla sia la prima causa di disabilità nei giovani dopo gli incidenti stradali.

Nonostante la diffusione della malattia, però, il gap tra diritti riconosciuti e diritti realizzati sembra essere ancora molto alto. Solo a titolo di esempio, l’indagine condotta da Aism rende evidente la mancanza di personale dedicato nei centri che trattano la malattia. Ad oggi, in linea generale, un neurologo segue un numero di pazienti che varia dai 141 nei centri più piccoli, ai 837 nei centri con oltre 1000 pazienti. Il risultato è sconcertante: nel 36% dei casi, per avere una prima visita, il tempo di attesa è di un mese o più. Anche le visite d’urgenza, nel 20% dei casi, non vengono fissate prima di una settimana.

Nel frattempo, però, la ricerca continua. E come spesso si dice, la speranza è sempre l’ultima a morire. Anche nel caso della sclerosi multipla.

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Con Pazienti.it ho l’occasione di “impugnare la penna” ogni giorno, costruire piani editoriali su misura dei lettori e rispondere attraverso i contenuti a tutte le curiosità di salute di chi ci segue. Il blog e i social rappresentano un canale di comunicazione immediato e ricco di stimoli, che cerco di cogliere pienamente.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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