Il nuovo report dell’Unicef, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, sottolinea come tra i giovani dai 15 ai 19 anni, il suicidio sia la seconda principale causa di morte, con i ragazzi che risultano più a rischio rispetto alle ragazze; in crescita il fenomeno dell’ecoansia.
Vediamo un approfondimento.
Salute mentale in numeri
Stando ai dati raccolti dall'ultimo rapporto UNICEF, al mondo, 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con la diagnosi di un disturbo mentale – 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze.
Per queste persone, ansia e depressione rappresentano il 40% delle diagnosi, con conseguenze a volte drammatiche: in Europa occidentale, il suicidio è la seconda causa di morte tra adolescenti nella fascia d’età 15/19 anni.
Attualmente, all’interno dell’Unione Europea, circa 11,2 milioni di giovani sotto i 19 anni soffrono di problemi mentali, con ansia e depressione in aumento. Il suicidio rimane la seconda causa di morte tra i 15-19enni, con una prevalenza maggiore tra i ragazzi: il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia sottolinea come discriminazione, stigma e mancanza di servizi adeguati ostacolino l'accesso alle cure necessarie.
Le zone del mondo in cui il tasso di problematiche legate alla salute mentale sono il Medio Oriente, il Nord America, il Nord Africa e l’Europa Occidentale.
Nel nostro paese, i giovani tra i 15 e i 19 anni che hanno perso la vita intenzionalmente tra il 2011 e il 2020 erano per il 43% e circa il 36% ragazze; la situazione pre-pandemia mostrava una prevalenza di problemi di salute mentale tra il 18 e il 20% della popolazione minorile, circa 2 milioni di persone: il 16,6% dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni presentava un disturbo mentale, con un’incidenza crescente con l’età.
Il fenomeno dell’ecoansia
L’ecoansia, ovvero lo stato emotivo di disagio e di paura all'idea ricorrente di possibili disastri ecologici e ambientali correlati al cambiamento climatico, è in continuo aumento: secondo l’Istat, il 70,3% degli italiani tra i 14 e i 19 anni è preoccupato per i cambiamenti climatici, con conseguenze sulla loro salute mentale.
Si tratta di un fenomeno in crescita e, secondo gli studi più recenti, fino al 43% dei bambini esposti a eventi climatici estremi potrebbe sviluppare disturbi come il PTSD, la depressione o l’ansia.
L’UNICEF mette in evidenza come siano necessarie nuove ricerche e studi per produrre dati di qualità su come il clima possa impattare sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, affinché sia possibile articolate misure di prevenzione e protezione solide, eque ed inclusive.