Il sale è una sostanza che ricopre da sempre grande importanza nella storia dell’umanità: nell’antichità era usato in ricorrenze e cerimonie religiose, come merce di scambio nell’acquisto di altri bene, addirittura paragonato all’oro.
Oggi il sale è impiegato soprattutto per la conservazione dei cibi e come sostanza per esaltare i sapori. Ciò che lo rende quasi indispensabile è la sua componente principale, ovvero il cloruro di sodio. Ma attenzione: oltre il 75% del sodio che consumiamo ci arriva dalla trasformazione degli alimenti e dalla ristorazione.
Il sodio, beninteso, è una sostanza indispensabile per il nostro organismo: interviene nelle trasmissioni nervose, nella contrazione dei muscoli e, soprattutto, è l’elemento regolatore per i liquidi corporei perché ci indica quando il nostro corpo necessita acqua.
E’ talmente importante che, secondo uno studio australiano di qualche tempo fa, il nostro cervello è abituato a rispondere al sodio con la stessa modalità con cui risponde a sostanze come la cocaina, l’eroina e la nicotina e questo spiega molto bene perché molti di noi avvertono forte l’esigenza di aggiungere sale alle pietanze, spesso a discapito della nostra salute. Vediamo come.
Sale e cervello
Uno studio canadese del 2011, condotto per tre anni su un campione di 1200 persone anziane e sedentarie, ha dimostrato che i soggetti abituati a una dieta più ricca di sodio erano anche quelli su cui si registravano maggiori rischi di declino cognitivo.
L’interazione coi reni
Come abbiamo accennato, il sodio svolge un ruolo chiave nel regolare i liquidi nel nostro corpo. Per questo motivo, un consumo eccessivo di sale può interferire con questo delicato meccanismo, aumentando il rischio di insufficienza renale, della pressione sanguigna e, non ultimo, favorendo il passaggio di calcio nei reni accrescendo il rischio di calcoli.
Pericoli per le ossa
Lo stesso passaggio di calcio nei reni, e la sua conseguente espulsione, potrebbe portare ad un indebolimento della nostra struttura ossea, favorendo l’osteoporosi.
Rischi cardiaci
L’aumento della pressione sanguigna è direttamente collegato al consumo di sale. La conseguenza è una maggiore pressione sui vasi capillari con considerevole aumento del rischio di ictus e altre patologie cardiache. Poiché con il passare degli anni la pressione tende naturalmente ad aumentare, riducendo l’apporto di sodio si contribuisce a prevenire eventuali spiacevoli conseguenze.
Conseguenza sulla pelle
Il sale in eccesso può causare un sintomo noto come edema cioè gonfiore di gambe e braccia, piedi, mani, caviglie.
Il sale nello stomaco
Uno studio condotto verso la fine degli anni Novanta ha scoperto che la morte per cancro allo stomaco nelle donne e negli uomini è strettamente correlata al consumo di sale, così come con le ulcere gastriche. La ragione di questo nesso così evidente non è ancora del tutto chiara, ma appare probabile che l’eccesso di sale possa avere un effetto negativo sui tessuti dello stomaco.
Come abbiamo visto, un apporto superiore alle necessità, o eccessivo, di sostanze anche essenziali per il nostro corpo (come il sodio) può causare danni più o meno gravi che possono insidiarealterare la nostra vita quotidiana. Un’attenzione maggiore alle nostre abitudini, al contrario, ci permette di scongiurare l’intervento drastico degli specialisti e continuare ad apprezzare i lati positivi della nostra ricca e variegata cucina.