Rischio di impotenza per chi cura la prostata

Stefano Bettani | Blogger

Ultimo aggiornamento – 12 Gennaio, 2021

Il cancro alla prostata è forse l’incubo peggiore di tutti gli uomini di mezza età, una terribile malattia che affligge milioni di persone. Dagli Stati Uniti all’estremo Oriente, passando per l’Europa e il resto del mondo, si possono incontrare decine di ricercatori che dedicano la propria carriera alla prevenzione e alla cura di questo terribile malanno.

Esistono, però, altri problemi legati a questa ghiandola fibromuscolare, uno degli organi più importanti dell’apparato genitale maschile. Tra questi c’è l’iperplasia prostatica benigna (BPH), l’allargamento della prostata, una condizione che molti uomini sono costretti ad affrontare, specialmente in età avanzata, e che può causare problemi anche seri: la formazione di calcoli nella vescica, la compromissione della funzionalità renale e la presenza di sangue nelle urine, oltre che al bisogno frequente di urinare, sono solo alcuni esempi.

Il finasteride, conosciuto anche come proscar o propecia, è un farmaco che viene prescritto per aiutare i pazienti a combattere il disagio causato da questo problema comune. Il medicinale agisce come inibitore dell’enzima 5-alfa reduttasi di tipo II, che converte il testosterone in diidrotestosterone. Uno studio della Boston University ha però recentemente suggerito che l’uso di finasteride può avere gravi effetti collaterali, tra cui la disfunzione erettile, un calo di livelli di testosterone e l’ipogonadismo (una situazione clinica legata a un’inadeguata secrezione di testosterone da parte dei testicoli).

Un problema di testosterone

Lo studio, pubblicato sulla rivista accademica Hormone Molecular Biology and Clinical Investigation, è basato su un campione di 470 uomini che sono stati curati con il finasteride e 230 soggetti a cui è stato prescritto il Tamsulosin, un farmaco che rilassa i muscoli della vescica permettendo al paziente afflitto da BPH di urinare più facilmente.

Entrambi i gruppi sono stati monitorati per un totale di 45 mesi. I ricercatori si sono focalizzati sull’evoluzione dei sintomi, misurando anche i livelli di testosterone e di antigene prostatico specifico. I dati sono stati poi confrontati usando parametri riconosciuti a livello internazionale, come la Aging Male Symptom (la scala dei sintomi di invecchiamento maschile) e l’International Index of Erectile Function (l’indice internazionale di disfunzione erettile).

I soggetti curati con il finasteride hanno evidenziato una graduale perdita della propria funzione erettile e una progressiva diminuzione dei livelli di testosterone, effetti collaterali che non hanno afflitto i pazienti che hanno assunto il tamsulosin.

Il sesso e la salute

Avere una vita sessuale attiva e regolare è uno degli aspetti fondamentali di una vita sana. Come suggerito dai ricercatori della Boston University, è quindi molto importante che i dottori siano consci di questi effetti collaterali prima di suggerire ai propri pazienti l’uso di finasteride. Infatti, mentre sia il tamsulosin sia il finasteride si sono dimostrati efficaci nel combattere i sintomi dell’iperplasia prostatica benigna, “gli inibitori dell’enzima 5-alfa reduttasi [presenti nel finasteride] possono creare effetti sessuali indesiderati che, in alcuni casi, possono persistere”, come dichiarato da Abdulmaged M. Traish, professore di biochimica e urologia presso la Boston University School of Medicine.

 

 

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Scritto da Stefano Bettani | Blogger

Mi piace considerarmi un cittadino del mondo. Ho vissuto, lavorato e studiato a Milano, Seattle e Londra, tre città che adoro e che mi hanno trasformato.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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