Radicali liberi
Risale agli anni Cinquanta lo studio di un biogerontologo americano (Denham Harman) che sosteneva che all’origine dell’invecchiamento ci fossero i radicali liberi. In seguito Harman proseguì le sue ricerche provando per esempio gli effetti positivi degli antiossidanti su topi soggetti a radiazioni.
Il ruolo dell’ossigeno nella produzione di radicali liberi
Tutto ruota sostanzialmente intorno all’ossigeno che respiriamo, vero combustibile delle nostre cellule, grazie al quale si produce energia chimica sotto forma di un’importantissima molecola, la cosiddetta Atp. Proprio come l’auto che produce gas di scarico per muoversi, anche nel nostro organismo si formano degli scarti: i famigerati radicali liberi che, pur durando un breve lasso di tempo, riescono a danneggiare le parti costituenti della cellula, in particolare:
- Dna
- lipidi
- proteine
A tavola i cibi antiossidanti contro i radicali liberi
Sappiamo ormai che la dieta scorretta e povera di vegetali, ma anche i disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia, sono tra i principali generatori dello stress ossidativo. L’ideale sarebbe quindi preferire i vegetali bio, privi di contaminanti chimici. E ancora, spazio a cibi come le alghe, capaci di legarsi ai metalli pesanti (una causa di radicali liberi) e di eliminarli.I grassi di origine animale vanno ridotti sensibilmente ma in realtà, il problema riguarda un po’ i lipidi in genere, pure i migliori, perché gli olii, per loro natura, tendono a irrancidire anche all’interno dell’organismo e alterandosi causano la formazione di radicali liberi. Per fortuna, i semi oleosi e gli olii di prima spremitura che ne derivano, contengono anche la vitamina E, antiossidante. Ma la sua azione non è efficace se esageriamo con i consumi.
Perciò, limitiamoci a sgranocchiare una manciatina di semi oleosi al giorno (noci, nocciole, mandorle, ecc.), meglio se con la pellicina, che ha un’azione protettiva per gli antiossidanti, e non tostati. Accanto a questi, spazio a qualche cucchiaio di olio extravergine d’oliva, meglio se usato a crudo. La frittura è da evitare il più possibile, perché causa la formazione di radicali liberi. Ricordiamo poi che il calore eccessivo e le cotture prolungate diminuiscono gli antiossidanti. Infine, non trascuriamo l’apporto calorico: più mangiamo, più produciamo energia; in questo modo bruciamo più ossigeno, generando un maggior numero di radicali liberi.
L’azione dei radicali liberi influisce negativamente sulle difese immunitarie, accrescendo il rischio di contrarre patologie cardiovascolari e malattie quali:
- Alzheimer
- Parkinson
- tumori
- patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il morbo di Crohn
I radicali liberi facilitano l’insorgenza del diabete di tipo 2 e ne favoriscono le conseguenze negative. Accelerano la neurodegenerazione in gravi patologie come la Sla (sclerosi laterale atrofica), contribuiscono all’insorgere di aterosclerosi, enfisema e cataratta. Hanno anche un influsso negativo sull’umore, possono scatenare l’ansia, disturbare il sonno e la concentrazione, causare cali di energia nelle attività quotidiane e nelle prestazioni sessuali.
A cura di Giuliana Lomazzi per Vita&Salute