La primavera ha aperto le porte a giornate da passare all’aperto, magari in montagna, in campagna o in altri luoghi in cui è possibile rientrare a contatto con la natura. Spesso però è proprio la natura a giocare alcuni scherzi non poco dolorosi. Sono più di cinque milioni gli italiani che ogni anno vengono punti da calabroni, vespe ed api: molti di questi sviluppano reazioni allergiche senza conoscerne bene le conseguenze.Conoscere le differenze tra i normali effetti di una puntura d’insetto e quelli di una vera reazione allergica non è cosa da poco: può esserci in gioco anche la nostra vita.
Su 100 italiani che vengono punti, da 1 a 8 sviluppano reazioni allergiche senza sapere a cosa vanno incontro. Le reazioni al veleno degli imenotteri possono essere diverse: alcune sono localizzate (dal 2,4% al 26%), altre invece sono sistemiche (dall’1% all’8,9%), coinvolgono i sistemi circolatorio e polmonare e possono condurre fino alla morte. In Italia, si stimano dieci casi ogni anno. Ecco perché da maggio diverse campagne di promozione cercheranno di sensibilizzare i cittadini italiani, rendendo noti fattori di rischio e pericolo per la salute.
Cosa fare in caso di puntura di ape?
Il pungiglione delle api è seghettato, e questo fa sì che dopo la puntura rimanga infilzato nella nostra pelle. Più resta attaccato al luogo della puntura, più veleno entra in circolazione: ecco perché è consigliabile estrarlo il prima possibile. Per farlo, è possibile usare anche l’unghia, eseguendo un movimento dal basso verso l’alto; attenzione a non schiacciarlo o all’uso di pinze, perché si rischia di comprimere il sacco velenifero e iniettare altro veleno. Dopo l’estrazione, applicare del ghiaccio.
Quando non allarmarsi
Una reazione può essere considerata normale se, dopo la puntura, si prova dolore, gonfiore, prurito e rossore in pochi centimetri.
Se la reazione cutanea supera i 10 cm e dura più di 3 giorni, un’altra puntura potrebbe essere più rischiosa?
Il 5-10% dei soggetti che hanno manifestato una reazione più estesa dopo una puntura di vespa, è a rischio di reazione generalizzata (ma deve arrivare la conferma dell’esame allergico).
E se le punture sono tante?
Se le punture sono parecchie, possono comparire reazioni tossiche con sintomi gravi anche 24-48 ore dopo le punture. Il loro numero, però, deve essere davvero molto elevato.
Chi ha avuto una reazione allergica alla puntura di ape, può averla anche a quella di vespe?
Se si è allergici al veleno di ape, non si corrono maggiori rischi con quello delle vespe. Sono pochi e sfortunati i casi di persone che sviluppano nuove allergie anche al veleno di vespa.
Quanto tempo dopo avere avuto una reazione generalizzata è possibile fare i test allergici?
E’ consigliabile fare le prove allergiche non prima di 3-4 settimane dalla comparsa della reazione.
Le allergie sono ereditarie?
Non è stata riscontrata una ben precisa familiarità nelle reazioni allergiche. Reazioni più frequenti sono individuabili nelle famiglie di apicoltori, ma giusto perché c’è maggiore contatti con le api.
Il calabrone è più pericoloso?
Sembra di sì, perché inietta più veleno.
Cosa fare in seguito ad uno shock anafilattico?
E’ necessario avvisare il 118 per avere assistenza e seguire il paziente per tutto il tempo necessario. L’adrenalina auto-iniettabile è uno dei rimedi solitamente prescritti dai medici, ma avere l’assistenza del 118 è comunque consigliabile.
Fare degli esami diagnostici, in ogni caso, è importante per avere una terapia corretta e adatta alla propria situazione. In questo caso il paziente può essere sicuro di avere con sé il farmaco giusto e vivere una vita tranquilla, senza avere la paura costante di essere esposto a punture d’insetto. Ovviamente un’immunoterapia specifica è valida solo per il veleno contro il quale ci si vaccina.
Esistono dei fattori che aumentano l’aggressività delle api?
Il sudore e l’anedride carbonica che emettiamo con la respirazione possono attirare gli imenotteri. La stessa cosa succede con spray e profumi. Colori scuri, movimenti bruschi o rumori possono eccitarli e innervosirli. Nei giorni ventosi, inoltre, i corridoi di volo si abbassano e rischiamo di essere più esposti alle loro punture.