Creato un sensore ingeribile per aiutarci a valutare l’efficacia di una terapia

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 08 Agosto, 2014

Proteus Digital Health, start up americana, ha progettato un sensore ingeribile in grado di valutare l’efficacia di una terapia seguita. Il sensore, testato su 412 pazienti per oltre 5mila giorni, rappresenta un rivoluzionario sistema di tracciamento che potrebbe migliorare notevolmente la vita dei pazienti.

Assieme al sensore, la moderna tecnologia medica si avvale di altri due strumenti di misura unici, un cerotto biometrico e una app che rileva i dati acquisiti su uno smartphone o un tablet. Questi sensori insieme riescono a tener traccia anche dei livelli di sonno e di attività fisica.

Ma da cosa è costituito?

Il sensore è una pillola fatta interamente di ingredienti presenti negli alimenti.

Prima della sperimentazione umana, il sensore ha subito diversi test di sicurezza. La start up americana Proteus ha eseguito studi in cui i ricercatori hanno valutato gli effetti dei sensori quando sono immessi in acqua deionizzata; studi tossicologici sono stati effettuati su animali per testare le loro reazioni alla pillola; test di sicurezza meccanici poi hanno permesso di misurare il tempo di transito nell’apparato gastrico.

L’azienda ha poi usato il sensore in una serie di studi clinici. I pazienti negli studi avevano diverse condizioni di salute, tra cui ipertensione, insufficienza cardiaca, diabete mellito, tubercolosi, disturbo affettivo bipolare e schizofrenia, e quindi erano costretti a seguire delle terapie quotidiane. I 412 pazienti hanno ingerito un totale di 20.993 sensori, con un massimo di 34 pillole al giorno. Solo dopo i test, è stato possibile dimostrare la validità del prodotto.

Qual è lo scopo del sensore?

Proteus ha spiegato che il sensore è stato progettato per due scopi.

Per prima cosa, per far sì che il paziente possa utilizzarlo per misurare la adesione del farmaco, la sua effettiva funzionalità. Il sensore viene acquistato insieme con i farmaci in modo che possa monitorare la terapia sin dagli inizi.

Gli utenti possono anche prendere la pillola assieme a integratori alimentari e cibi diversi in modo da capire come questi alimenti e integratori influenzino le loro prestazioni atletiche, e per regolare la dieta e avere una migliore prestazione.

La società statunitense sostiene che “è importante notare che la precisione di rilevamento non deve essere perfetta, piuttosto solo sufficiente a fornire una classificazione statisticamente significativa del comportamento di adesione entro un ragionevole periodo di tempo“.

Insomma, un grande e rivoluzionario passo avanti che potrebbe influire sulla qualità della vita dei pazienti costretti ogni giorno a seguire terapie che potranno essere finalmente monitorate senza continue analisi e indagini cliniche anche troppo invasive.

Alessandra Lucivero
Scritto da Alessandra Lucivero

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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