7 giugno 2021: si potrebbe parlare di una data storica. Dopo ben 20 anni, è stato finalmente approvato in queste ore il primo farmaco contro l'Alzheimer, chiamato Aducanumab.
Vent'anni di studi, di passi in avanti e altrettanti indietro. Due decenni di speranze per milioni di persone in tutto il mondo, unite dal desiderio di seguire un'unica, vincente terapia. Ora, la Food and Drug Administration ha deciso per il sì, cambiando le sorti di pazienti in ogni dove.
Il primo farmaco contro l'Alzheimer: cosa sappiamo
L'Ente americano è stato chiaro: la terapia firmata Biogen dovrà seguire un ulteriore test clinico, ma potrebbe davvero rallentare notevolmente il decorso della malattia neurodegenerativa.
Il coro è composto da tante voci e c'è chi non esita a mostrare perplessità; si parla di "prove insufficienti" o, al contrario, di "risultati promettenti". Ma in cosa consiste la terapia?
Facciamo riferimento a una semplice iniezione mensile, da effettuare in endovena, in grado di porre un importante freno al declino cognitivo caratteristico dell'Alzheimer nei pazienti che avvertono i primi segni.
Si tratta di un trattamento, di una vera cura che non si pone solo come un palliativo per i sintomi, ma agisce nel profondo.
Un po' di storia
Una rivoluzione, dunque, soprattutto se pensiamo e guardiamo al passato costellato da non pochi fallimenti. Nel 2018, sulla rivista Jama, un editoriale censiva 400 test clinici non riusciti, sottolineando come numerose fossero le multinazionali ad aver abbandonato il percorso di ricerca.
Lo stesso test del farmaco Adacanumab appariva come incerto, prima che un'ulteriore indagine aprisse la via verso la scoperta dei benefici sulla malattia a uno stadio iniziale.
E i benefici potrebbero davvero cambiare le sorti di 1 milione di persone in Italia, secondo i dati del Ministero della Salute. Ma non solo dei pazienti, è doveroso anche ricordare quale sarebbe la svolta per i caregiver, circa 3 milioni di persone.
La malattia, poi, non rientra solo nei confini italiani, come ovvio. Nel mondo, sono circa 35 milioni le persone affette da demenza, e si pensa a un numero in duplicazione nel 2030 (e così via, salendo).
"Oggi è una giornata storica - afferma su Twitter il dr. Roberto Burioni - Approvato da FDA il primo farmaco efficace contro il morbo di Alzheimer".
Il futuro? I passi in avanti ci sono, ma la strada è ancora lunga. A far la differenza, potrebbe essere ancora una volta la diagnosi precoce, per un intervento repentino ed efficace.
Che il 2021 ci riservi sorprese migliori, dopo un anno da dimenticare? Incrociamo le dita e ancor di più speriamo che da "dimenticare" sia solo la pandemia, perché d'ora in poi ricordare sarà più semplice.