Sei pigro? Niente paura: sei anche più intelligente!

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 02 Settembre, 2016

Pigrizia e intelligenza: esiste una correlazione

Sognatori ad occhi aperti e amanti del divano rallegratevi! Un nuovo studio ha scoperto una correlazione fra pigrizia e quoziente intellettivo alto. Fissare un punto nel vuoto ed essere allergici alla palestra potrebbero essere sinonimi non più solo di pigrizia, ma anche di elevata intelligenza.

Perché le persone pigre sono più intelligenti?

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Health and Psychology, le persone con un alto quoziente intellettivo si annoiano più facilmente e pertanto sono maggiormente inclini a passare più tempo a pensare. Anche se in apparenza sembra che non stiano facendo nulla, sono in realtà fortemente impegnate in estenuanti attività mentali.

Al contrario, i risultati in linea con lo studio hanno rivelato che le persone più attive impiegano il proprio tempo libero in attività fisiche per affrontare la noia e per evitare pensieri particolarmente profondi.

Come si è svolto lo studio?

I ricercatori hanno sottoposto molti studenti a un test psicologico per identificare chi esprimesse il desiderio di riflessione e chi, al contrario, fosse più incline ad evitare un’attività mentale estenuante. Il test prevedeva l’assegnazione di un punteggio a diverse frasi, come per esempio: “sono molto soddisfatto quando un compito necessita l’elaborazione di nuove soluzioni“, oppure “penso molto solo quando mi serve“.

Dopo la compilazione del test, i ricercatori hanno scelto 30 “intellettuali” e 30 “non intellettuali” e hanno registrato la loro attività fisica per una settimana con un tracker.

Cosa hanno svelato i risultati?

I risultati hanno rivelato che il gruppo di intellettuali era di gran lunga meno attivo dal lunedì al venerdì, rispetto al gruppo di non intellettuali. Tuttavia, non sono state trovate differenze tra i gruppi durante il fine settimana, una particolarità che i ricercatori non sono stati in grado di spiegare.

Gli studiosi hanno dichiarato che il campionamento considerato era ristretto e la necessità di effettuare più ricerche per un maggiore lasso di tempo.

Essere pigri quindi è un vantaggio?

Assolutamente no, infatti il team ha subito voluto raffreddare gli animi più pigri. Il capo autore della ricerca, il dottor Todd McElroy, ha affermato: “ultimamente, un fattore importante che potrebbe aiutare di più gli individui riflessivi a combattere gli scarsi livelli di attività fisica è la consapevolezza. La consapevolezza della propria tendenza ad essere meno attivi, associata alla consapevolezza dei costi associati all’inattività. Molte persone riflessive potrebbero scegliere di diventare più attive durante la giornata“.

Cosa causa un alto quoziente intellettivo?

L’intelligenza ha molti significati, ma gli scienziati sono concordi nel definirla come un insieme di abilità cognitive, quali:

  • cognitiva
  • verbale
  • spaziale
  • ragionamento astratto

Solitamente, se si dimostrano delle ottime capacità in una di queste caratteristiche, si è buoni anche nelle altre. Tuttavia, in molti si sono chiesti a cosa sia dovuto in quoziente intellettivo alto. Il professor Plomin, in collaborazione con il suo team, è stato il primo a identificare una correlazione genetica.

Nel 1998, uno studio condotto dal professore e dal suo team ha evidenziato come una forma di gene, noto come recettore IGF 2, fosse presente nel 32% dei bambini con un alto livello di QI e solo nel 16% con un livello nella media. Inoltre, questo stesso gene è frequente nelle persone con talenti matematici o verbali eccezionali. Gli esperimenti hanno in seguito rivelato che questo gene è attivo nelle regioni del cervello responsabili di apprendimento e memoria. In futuro, tuttavia, il team non riuscì a replicare le ricerche.

Nonostante ciò, negli anni 2000, un gruppo di biologi è riuscito ad identificare almeno altri 4 geni associati all’intelligenza. Tuttavia bisogna tenere conto che la neuroscienza non ha ancora individuato nessun processo fondamentale mentale che riuscisse a distinguere Einstein dal resto della “gente comune”: nessuna trasmissione neuronale ultraveloce, nessuna particolare abilità a formare sinapsi e nemmeno in termini di quantità e qualità di neuroni.

Ciò significa che i geni associati tipicamente a una elevata intelligenza potrebbero essere solo la punta dell’iceberg, perché l’intelligenza è il risultato dell’interazione complessa di una serie di geni tra di loro e con l’ambiente circostante.

L’ereditarietà dell’intelligenza, al contrario, potrebbe riflettere l’importanza dell’ambiente che circonda un individuo. Infatti, se un individuo è nato con un cervello migliore di un altro, sarà più incline a studiare, a ricevere lodi dagli insegnanti, a preferire una biblioteca e a frequentare più corsi. In pratica, avrà la strada spianata per un’intelligenza superiore, se dovutamente accompagnato.

In sostanza, quando si ha a cuore la propria intelligenza, si tende a nutrirla ogni giorno che passa, ed è importante farlo già sin da bambini, senza tuttavia dimenticarsi di non trascurare l’attività fisica.

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Roberta Nazaro
Roberta Nazaro
in Salute

346 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
Una madre aiuta la figlia con i compiti
I 10 consigli per aiutare a crescere un bambino con disturbi del neurosviluppo

Durante il Congresso Nazionale di SINPIA, è stato presentato un decalogo per il corretto sviluppo mentale e fisico dei più piccoli. Scoprilo qui.