Mangiare bene, si sa, è una delle chiavi per stare bene. Sempre più spesso nuovi studi dimostrano il collegamento tra sostanze presenti nei cibi che arrivano sulle nostre tavole e lo sviluppo di malattie.
Una nuova ricerca, condotta dai ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università della California e pubblicata sulla rivista Neurology, dimostra il collegamento tra i pesticidi e la malattia di Parkinson. Una maggiore esposizione ai pesticidi aumenta il rischio di sviluppare il morbo, specialmente negli individui geneticamente predisposti.
Lo studio
I ricercatori hanno analizzato 360 pazienti affetti da Parkinson provenienti da tre contee della California ad agricoltura intensiva, e li hanno confrontati con 819 individui provenienti dalle stesse zone ma privi di malattia, monitorando l’esposizione ai pesticidi di tutti i partecipanti.
I ricercatori hanno evidenziato che 11 tipi di pesticidi bloccano un enzima, l’aldeide idrogenasi, o ALDH, che trasforma gli aldeidi, sostanze organiche tossiche per il cervello, in sostanze meno tossiche, aumentando il rischio di Parkinson.
Inoltre, la ricerca ha permesso di scoprire che le persone con una variante genetica comune del gene ALDH2 sono particolarmente sensibili a questi effetti dei pesticidi e hanno una probabilità da 2 a 6 volte superiore di sviluppare il Parkinson.
Jeff Bronstein, responsabile dello studio e professore di Neurologia presso l’Università della California, ha rilevato che questi pesticidi sono onnipresenti, in quanto vengono utilizzati nei prati, nei campi da golf, nelle coltivazioni, cosi come nel controllo dei parassiti all’interno di edifici e abitazioni. Inoltre, è stato riscontrato che questi pesticidi sono capaci di inibire il funzionamento dell’ALDH anche quando si trovano in piccolissime quantità.
L’importanza di mangiare bene
Ancora una volta, è stato quindi dimostrato come un’alimentazione sana, ricca di prodotti il più possibili naturali, unita ad una costante attività fisica, sono requisiti fondamentale per mantenersi in salute e prevenire l’insorgere di malattie, anche gravi.