Perché è difficile diagnosticare queste condizioni nelle donne?

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 22 Marzo, 2019

Quali sono malattie difficili da diagnosticare?

Il diritto alla salute? Inalienabile. Non sempre, però, risulta essere a portata di mano, soprattutto quando si ha a che fare con determinate patologie.

La difficoltà di diagnosi, purtroppo, spesso si pone come un ostacolo alle cure, dunque alla buona salute in generale. Se parliamo di donne, la situazione (forse) diviene ancora più complicata. Perché vi sono condizioni che, più di altre, faticano ad avere una diagnosi certa?

Endometriosi

Una delle condizioni croniche con cui molte donne lottano a lungo prima di riuscire a ricevere una diagnosi corretta – se mai questa arrivi – è l’endometriosi, una condizione ginecologica progressiva che colpisce circa il 10-15% delle donne in età riproduttiva, caratterizzata dalla diffusione e dall’impianto dell’endometrio al di fuori dell’utero. Questo può includere le ovaie, le tube di Falloppio, l’uretra, ma anche l’intestino, i reni e altri organi.

I sintomi includono dolore debilitante nella zona pelvica, così come in altre parti del corpo, flusso mestruale abbondante e persistente, spotting, nausea, vomito, mal di testa e stanchezza generalizzata.

Questi sintomi possono spesso avere un grave impatto sulla qualità della vita di una donna, influenzando la sua produttività, la sua salute fisica e mentale e le sue relazioni.

La diagnosi di endometriosi avviene in laparoscopia, procedura chirurgica minore in cui un medico inserisce una piccola telecamera nell’addome per cercare eventuali lesioni.

Una volta confermata la diagnosi, il trattamento prevede l’assunzione di farmaci antidolorifici o di una terapia ormonale. Purtroppo, poiché si tratta di una condizione progressiva, molte donne devono sottoporsi a più interventi chirurgici per rimuovere la crescita anomala dei tessuti.

Cardiopatia coronarica

Un altro disturbo che i medici spesso non riescono a individuare nelle donne è la malattia coronarica del cuore. Si manifesta quando le arterie che portano sangue al cuore, in modo che questi possa poi pomparlo verso gli altri organi, diventano incapaci di “servirlo” efficacemente.

La diagnosi nelle donne è complicata dalle sperimentazioni cliniche condotte per la maggior parte degli uomini, fattore che spiega la mancanza di chiare linee guida su come le malattie cardiache si manifestino nelle donne.

Anche in questo caso i sintomi variano da persona a persona, anche se i più comuni includono:

  • Angina (pressione nell’area del torace, specialmente durante l’attività fisica)
  • Dolore al collo
  • Disturbi addominali
  • Nausea
  • Affaticamento

Tuttavia, alcune persone possono non presentare alcun sintomo. Mentre la cardiopatia coronarica ostruttiva è solitamente caratterizzata da un dolore toracico rivelatore, quella non ostruttiva è spesso “silenziosa” e può passare inosservata per un lungo periodo di tempo.

Risulta difficile diagnostica la cardiopatia coronarica nelle donne proprio a causa del diverso insieme di sintomi e perché, troppo spesso, le donne stesse non cercano assistenza medica nella fase iniziale – fattore che porta a ritardare l’inizio di un trattamento efficace.

Disturbo da deficit di attenzione

Non solo nella diagnosi di disturbi fisici ma anche nella diagnosi di disturbi comportamentali, le donne sembrano ottenere una diagnosi tardivamente, come nel caso del disturbo da deficit di attenzione (ADHD), definito dall’Istituto Nazionale di Salute Mentale come “una disfunzione cerebrale caratterizzata da un modello continuo di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il normale funzionamento o lo sviluppo“.

In genere, viene considerato a torto un problema specifico dell’infanzia. Secondo l’Anxiety and Depression Association of America, circa il 60% dei bambini con ADHD negli Stati Uniti continua a sperimentare i sintomi di questa condizione anche da adulti, e meno del 20% degli adulti con ADHD riceve una diagnosi corretta.

Se gli adulti, in generale, faticano a ricevere una diagnosi, la situazione è ancora peggiore nel caso delle donne. La ricerca ci mostra come sia le famiglie sia gli operatori sanitari siano più propensi a diagnosticare questo disturbo nel sesso maschile, ignorando i sintomi e le manifestazioni tipiche dell’ADHD nelle ragazze e nelle donne.

Anche quando arriva la diagnosi, questa arriva più tardivamente per le donne. Mentre i ragazzi, in media, ricevono una diagnosi all’età di 7 anni, le bambine devono attendere fino ai circa 12 anni per ottenere la stessa attenzione clinica.

Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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