Ecco perché è bene non sottovalutare il dolore al calcagno

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Il dolore al calcagno vi tormenta? Attenti a non sottovalutare questa condizione! Abbiamo rivolto alcune domande al dr. Giorgio Rotundo, specialista in ortopedia, per capire insieme le cause di questo disturbo e come trattarlo al meglio.

Dolore al calcagno: perché?

Parlare di “dolore alla pianta del piede” è come di parlare di “mal di testa”: se non se ne conosce la causa, si tratta solo il sintomo (dolore), senza combattere ciò che in realtà lo causa. Solitamente, il dolore al calcagno, come la maggior parte del dolore al piede, è il risultato di un appoggio anomalo del piede al terreno, che ne compromette la distribuzione dei carichi, e ciò si può ripercuotersi anche alle altre articolazioni, come la schiena, le ginocchia e le anche. Le strutture anatomiche deputate a “sopportare” tale carico, pertanto, possono essere sovra stimolate da questa anomalia e ciò determina dolore al calcagno.

Cosa è la fascite plantare?

Stesso discorso si applica alla fascite plantare. La fascite plantare, infatti, è una infiammazione della fascia plantare, una struttura fatta di connettivo, non estensibile, che corre lungo tutta la pianta del piede e collega il retropiede con l’avampiede. Tale struttura è riccamente innervata e quando sottoposta a eccessiva tensione (tensione dovuta, come detto prima, a una distribuzione anomala dei carichi) si infiamma, e può anche lacerarsi o rompersi, causando così forte dolore e impotenza funzionale, tanto da dare zoppia.

Come si cura il dolore alla pianta del piede?

Combattere il dolore si può, e si deve, con diversi trattamenti farmacologici e riabilitativi/fisioterapici, prescritti di volta in volta in base alla diversa causa scatenante (sovraccarico/spina calcaneare/borsiti/ecc ecc); combattere la causa significa cercare di ripristinare quanto più è possibile l’anatomia “normale” del piede, ripristinando così una corretta distribuzione dei carichi.
Questo lo si può fare con l’utilizzo di calzature specifiche, o più semplicemente con l’utilizzo di plantari confezionati appositamente per quel piede, quindi un sistema unico perché unico sarà il piede che lo utilizzerà. Meglio pertanto affidarsi alla valutazione specialistica per il confezionamento di un plantare specifico (eventualmente anche con l’ausilio di accertamenti strumentali, come la baropodometria o tramite un semplice podoscopio), poiché ogni piede è diverso da un altro e in presenza di una patologia l’efficacia del trattamento passa dalla valutazione di quel determinato piede.

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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