L’infezione dell’orecchio medio o otite media è un’infezione batterica tra le più comuni nel periodo dell’infanzia e costituisce anche la principale causa di perdita dell’udito tra i bambini.
La vinpocetina
Un recente studio condotto dai ricercatori della Georgia University e pubblicato sul Journal of Immunology ha evidenziato l’efficacia di un farmaco già noto (la vinpocetina) per il trattamento di questa patologia, evitando la più drastica terapia antibiotica.
La vinpocetina è un estere etilico sintetico di apovincamine, un alcaloide ottenuto dal fiore della Pervinca minore e scoperto alla fine del 1960. E’ conosciuto per essere utilizzato come farmaco nella prevenzione degli ictus e altri problemi neuronali minori e anche per essere un valido integratore alimentare.
Adesso, i ricercatori americani hanno dimostrato la validità della vinpocetina, come utile trattamento contro le infezioni del condotto uditivo.
Gli effetti positivi
Secondo la loro analisi, il farmaco agirebbe come inibitore sulla produzione eccessiva di muco, aumentando la pulizia dai batteri e riducendo la perdita dell’udito causata dai batteri dello streptococco. La produzione di muco nell’orecchio è un’azione fisiologica e utile per tenere lontani i batteri.
Questa produzione avviene ad opera della mucina, una glicoproteina molto viscosa che entra in gioco per favorire la pulizia e la difesa dell’orecchio e delle vie respiratorie. Può capitare, tuttavia, che questa produzione aumenti troppo a causa di infiammazioni e altre patologie e che si renda necessario intervenite per fermarla.
Ad oggi la scelta cade sulla terapia antibiotica, ma le controindicazioni e le intolleranze non sono rare ed è per questo che si è cercata una valida alternativa con questa ricerca e con i suoi risultati positivi. Alla luce di questi, i medici suggeriscono che il farmaco, già noto e utilizzato in altri campi, potrebbe essere proposto come nuovo e utile trattamento non-antibiotico per la cura dell’otite media, mediante somministrazione topica.
Jang Dong Li, autore principale dello studio, suggerisce: “Gli studi che abbiamo proposto potrebbero portare allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche non-antibiotiche per il controllo di questa patologia, per ridurre la sovrapproduzione di muco e la perdita dell’udito migliorando la difesa dall’otite“.
I benefici per la collettività
Combattere una patologia, riproponendo un farmaco già esistente, ha molti vantaggi rispetto al suggerirne uno nuovo perché permette di risparmiare i tempi e i costi che derivano dalla sperimentazione iniziale. Considerando che le infezioni dell’orecchio sono molto comuni tra tutta la popolazione e soprattutto nell’infanzia, i costi per il sistema sanitario nazionale sono di svariati miliardi.
Intervenire in questo campo, offrendo una risposta efficace a meno invasiva di quella attuale, costituisce un beneficio generalizzato per tutti i pazienti e per la società nel suo complesso.