Vi è mai capitato di sentirvi infastiditi o irritati dal rumore di qualcuno che mastica il cibo vicino a voi? Se la risposta è sì, forse la causa di tutto questo potrebbe essere una mente molto creativa. Molte persone che in passato sono state definite “geni” erano note per essere molto disturbate e distratte dai rumori, tra questi troviamo Charles Darwin, Marcel Proust e Anton Cechov.
Una volta Franz Kafka ha affermato: “Ho bisogno di solitudine per la mia scrittura, non come un eremita, perchè non sarebbe sufficiente, ma come un uomo morto“.
Una nuova ricerca della Northwestern University ha scoperto che esiste un legame tra la creatività e l’incapacità di filtrare i rumori irrilevanti. Lo studio, pubblicato nel numero di marzo di “Neuropsychologia”, ha esaminato il legame tra i pensatori creativi e diversi livelli di “filtro sensoriale”, ossia il processo neurologico involontario che filtra gli stimoli inutili o irrilevanti.
Lo studio
I ricercatori hanno scelto 97 partecipanti e hanno chiesto loro di compilare un questionario chiamato “Creative Achievement”, che ha valutato i loro successi reali nei campi creativi. Sono, inoltre, stati sottoposti a un test di pensiero divergente, una tecnica comunemente usata nei laboratori per valutare la cognizione creativa.
In un test i partecipanti hanno dovuto ascoltare una serie di bip brevi, mentre scienziati hanno misurato la loro attività cerebrale, registrando la risposta neurofisiologica involontaria che si verifica 50 millisecondi dopo uno stimolo uditivo.
Analizzando tutte le informazioni raccolte, è emerso che le persone creative erano più sensibili alla distrazione sonora. Lo studio ha suggerito che le persone con filtro sensoriale “debole” tendono a essere più creative, in quanto hanno la capacità di distribuire l’attenzione su una gamma più ampia di stimoli. La grande quantità di input può portare a una esperienza più ricca, che aiuta ad affinare la capacità di creare associazioni tra concetti o idee.
Dal momento che la perdita di filtro sensoriale avviene nelle prime fasi di elaborazione del cervello, forse può aiutare le persone a integrare le idee che sono fuori dal loro centro dell’attenzione. “Una ridotta capacità di filtrare le cose irrilevanti può portare alla creatività nel mondo reale”, ha detto Darya Zabelina, autore principale dello studio, in un comunicato.
Ha aggiunto: “Se incanalata nella giusta direzione, questa sensibilità può rendere la vita più ricca e significativa, portando esperienze con più sostanza“.
Naturalmente, con meno di 100 partecipanti, è un studio piuttosto piccolo per trarre delle conclusioni generali. Inoltre, la creatività è una cosa molto soggettiva da misurare e non necessariamente qualcosa che un questionario sia in grado di catturare. Quindi, se stai diventando stressato per il ragazzo seduto accanto a te con le cuffie a tutto volume, non iniziare a sentirti un genio nei suoi confronti!