Le nuove frontiere della scienza per combattere la sclerosi multipla

Valerio Gestri | Blogger

Ultimo aggiornamento – 05 Marzo, 2020

Cellule staminali e sclerosi multipla

Un trattamento con le cellule staminali (chemioterapia) è riuscito a fermare la progressione della sclerosi multipla (SM) in un piccolo gruppo di pazienti.

Ventiquattro pazienti di età compresa tra i 18 e i 50 anni sono stati scelti per eseguire i test. Dopo aver partecipato a questo studio clinico, 23 di loro non hanno mostrato nuovi segni di malattia né sperimentato ricadute e alcuni addirittura hanno recuperato la mobilità. Un paziente però, purtroppo, è morto per via del test.

Anche se il trattamento ha i suoi limiti, compresa la dimensione del campione molto piccola e la mancanza di un gruppo di controllo, i ricercatori medici hanno definito il test come un enorme passo in avanti nella lotta contro la sclerosi multipla, che è una condizione veramente debilitante.

La sclerosi multipla si verifica quando il sistema immunitario di una persona attacca le cellule nervose, cioè quando i rivestimenti delle cellule nervose sono danneggiati dal sistema immunitario malfunzionante. Un sistema nervoso centrale danneggiato limita la possibilità di inviare segnali alle varie parti del corpo.

Anche se i sintomi possono variare, di solito la malattia si manifesta con problemi di locomozione, di equilibrio, nella vista e nell’elaborazione del pensiero. Questa malattia è 2-3 volte più frequente nelle donne rispetto che negli uomini. Il trattamento è difficile e non sempre efficace a seconda della progressione della malattia e del sistema immunitario dell’individuo.

Un metodo esistente rallenta l’attacco distruttivo del sistema immunitario sulle cellule nervose del corpo. Le cellule staminali raccolte dal midollo osseo del paziente vengono quindi introdotte nel sangue. Le cosiddette cellule staminali ematopoietiche rimuovono la causa scatenante della sclerosi multipla per tornare a far funzionare tutto al meglio.

Nel corso del tempo, il sistema immunitario del corpo viene “riparato”, in modo che non possa smettere di distruggere le cellule nervose del paziente. Anche se questo trattamento si è dimostrato efficace, i pazienti possono avere delle ricadute dopo pochi anni.

Oltre 2,3 milioni di persone in tutto il mondo hanno la sclerosi multipla. Questo trattamento richiede ulteriori indagini, ma è chiaro che potrebbe portare a delle grandi innovazioni in questo campo.

Pazienti con la sclerosi multipla che camminano di nuovo

I pazienti affetti da sclerosi multipla che hanno ricevuto un trattamento normalmente utilizzato per il cancro hanno mostrato un recupero incredibile: alcuni che in precedenza erano paralizzati sono stati in grado di camminare di nuovo.

Portando quelli che alcuni esperti hanno descritto come risultati “miracolosi”, la tecnica potrebbe essere utilizzata più frequentemente in coloro che soffrono di questa condizione debilitante, anche se i pazienti devono essere in forma per sopravvivere alla chemioterapia.

La sperimentazione clinica ha coinvolto 20 pazienti del Hallamshire Royal Hospital di Sheffield, in Inghilterra, che si sono sottoposti a un trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (HSCT), normalmente utilizzato per le persone con il tumore. Si tratta di cellule staminali che distruggono le parti “difettose” del sistema immunitario.

Quindi, le cellule precedentemente rimosse vengono utilizzate per ricostruire il sistema immunitario da zero. Poiché le cellule staminali fanno “tabula rasa”, perché non hanno più i difetti che portano allo sviluppo della sclerosi multipla, è come se il sistema immunitario venisse “resettato”.

Quando Holly Drewry aveva appena 21 anni le è stata diagnosticata la sclerosi multipla e a 25 anni era già in sedia a rotelle. Incapace di vestirsi, lavarsi, ecc., ha richiesto un accompagnatore per riuscire a condurre la sua routine quotidiana nel migliore dei modi.

Pochi giorni dopo aver testato il nuovo trattamento, Holly è stata in grado di muovere le dita dei piedi. Anche se nessuno sa per certo se lei avrà una ricaduta o meno, i medici descrivono la sua condizione come “dormiente”, anche se c’è la speranza che essa sia stata curata definitivamente.

Un altro paziente che ha partecipato ai test, Steven Storey, un atleta che partecipava abitualmente a gare di Triathlon, nel 2013 ha scoperto di avere la sclerosi multipla. “Sono passato dalle maratone al bisogno continuo di assistenza per fare tutto. Ad un certo punto non riuscivo nemmeno a tenere un cucchiaio e a mangiare senza problemi“, Storey ha detto alla BBC. Quattro mesi dopo l’inizio della terapia poteva stare in piedi senza aiuto. Ha fatto una lunga nuotata in un lago e da allora è stato di nuovo in grado di andare in bicicletta. Il suo scopo è quello di fare finalmente un altro Triathlon.

In conclusione, possiamo affermare che gli studi più recenti si stanno muovendo per trovare una cura definitiva alla malattia, ma ancora saranno necessari nuovi test.

 

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Laureato in Lettere Moderne, ho una pluriennale esperienza nella redazione di contenuti. Dopo aver lavorato come redattore cartaceo e multimediale, collaboro come freelance, coltivando le mie passioni: la scrittura e l'informazione!.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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