Nuova applicazione medica per i nanodiamanti. Questa volta, in campo odontoiatrico.
Uno studio congiunto dell’Università della California di Los Angeles e del NanoCarbon Research Institute di Nagano, in Giappone, analizza i benefici dei nanodiamanti in odontoiatria e apre nuove opportunità terapeutiche per chiunque soffra di problemi odontoiatrici legati alla perdita di tessuto osseo.
Ma cosa sono i nanodiamanti? E perché risultano essere così efficaci?
I nanodiamanti sono minuscole particelle, prodotto collaterale dell’estrazione dei diamanti tramite detonazione. Sono, in altre parole, diamanti microscopici che, benché in nanodimensioni, conservano la forma e l’aspetto del cristallo di dimensioni normali.
È proprio la particolarità della forma e della loro superficie, a renderli tanto versatili sul fronte terapeutico. Infatti, i nanocristalli non sono di per sé una terapia, ma sono il supporto di una terapia.
Per la particolare superficie del cristallo, i nanodiamanti consentono la liberazione graduale e continua di dosi mirate di medicamento, e dunque permettono un trattamento meno invasivo e più efficace delle patologie.
Nanodiamanti e cure odontoiatriche. Un binomio possibile?
Anche in campo odontoiatrico i nanodiamanti si rivelano preziosi per la loro particolare struttura. Soprattutto per quanto riguarda la terapia di patologie, come la perdita di tessuto osseo, che rende poco stabili gli impianti, o l’osteonecrosi.
I nanodiamanti consentirebbero di applicare con maggior precisione, continuità, più a lungo e a dosaggi mirati, le proteine che in odontoiatria già si adoperano per la terapia di queste patologie.
Inoltre, gli studi hanno dimostrato che le particelle di diamante aderiscono all’osso con particolare efficacia. E soprattutto, come sottolinea Laura Moore, primo autore dello studio, “i primi studi dimostrano che i nanodiamanti sono ben tollerati dall’organismo”.
I vantaggi dei nanodiamanti?
Innanzitutto la versatilità. I nanodiamanti supportano e semplificano la terapie di numerose problematiche odontoiatriche. Altro vantaggio dei nanodiamanti è quello di rendere molto meno invasiva la terapia: rare iniezioni se non, addirittura, la somministrazione orale di nanodiamanti imbevuti di proteine, bastano per gestire la patologia.
Quali scenari per il futuro?
Ma vi sono vantaggi ancora maggiori. Questo l’invito di Dean Ho, responsabile dello studio: “Dato che sono utili per somministrare una varietà così ampia di terapie, i nanodiamanti potrebbero potenzialmente influenzare diversi altri aspetti della chirurgia orale, maxillofacciale e ortopedica, così come della medicina rigenerativa”. Si aprono, dunque, scenari davvero incoraggianti.