Morbo di Alzheimer: più vicini alla cura

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 23 Novembre, 2016

morbo di alzheimer: la cura

Lo studio è stato condotto dal gruppo di lavoro della Neuroscience Research Australia, coadiuvato dai ricercatori dell’Università di New South Wales.

La ricerca sarebbe stata condotta dal team di lavoro per trovare la proteina in grado di proteggere la parte cognitiva coinvolta dal morbo di Alzheimer, quella parte che cancellerebbe tutti i ricordi.

La proteina individuata è la p38y chinas, la quale, al momento dell’insorgere della malattia, comincia a disperdersi e, di conseguenza, a non apportare il suo effetto, che sarebbe quello di protezione nei confronti della memoria.

Morbo di Alzheimer: i risultati della ricerca sulla proteina p38y chinas

Durante l’esperimento, otto persone sane sono state prese in esame attentamente, in particolare, quelle che dimostravano ancora delle capacità cognitive piuttosto lucide rispetto agli altri pazienti della loro età. Nello specifico, persone sulla novantina, o anche più anziane, che però avevano una risposta cognitiva e una capacità mentale simile a quella dei cinquantenni.

Le parti studiate all’interno del cervello, la corteccia prefrontale e l’ippocampo, sono quelle coinvolte nello specifico della malattia del morbo di Alzheimer. La corteccia prefrontale ha lo scopo di mantenere attiva la cognizione, mentre l’ippocampo è coinvolto nello sviluppo e nel mantenimento della memoria.

A quanto pare, gli studiosi si sono accorti che la kinasi p38y, la proteina incriminata che si occupa della modulazione delle attività delle proteine, le quali a loro volta aggiungono delle molecole di fosfato organico alla loro struttura, lentamente, nel morbo di Alzheimer, tende a disperdersi, facendo così progredire la malattia.

Le caratteristiche del morbo di Alzheimer

Il morbo di Alzheimer ha diverse caratteristiche che lo contraddistinguono, le più importanti riguardano la presenza di proteine tau aggrovigliate su loro stesse all’interno del cervello e le placche di proteina beta-amiloide. Nel primo caso, l’accumulo di queste proteine porta all’atrofia del cervello e alla morte cellulare, con conseguenza inevitabile la perdita della memoria.

Il responsabile della ricerca, Lard Ittner, ha dichiarato: “studiando l’andamento di questa proteina, abbiamo scoperto che tutto quello che sapevamo sul morbo di Alzheimer va rivisto. La proteina tau ha un ruolo protettivo durante il processo di fosforilazione, soprattutto nelle prime fasi della malattia. La proteina protegge dagli attacchi delle placche beta-amiloidi grazie all’attività dell’enzima p38y”.

Una parte dell’esperimento prevedeva il reinserimento della proteina p38y, la quale prometteva un netto miglioramento delle capacità mnemoniche. Stimolandone l’attività, si riuscirà prima a ritardare le gravi conseguenze dell’Alzheimer, poi a bloccarlo completamente nella sua progressione.

Il morbo di Alzheimer: un trend in rialzo

La malattia di Alzheimer è annoverata tra le dieci principali cause di morte negli Stati Uniti e, a differenza di ciò che accade per i dati relativi alla mortalità legata a patologie cardiovascolari e al cancro, sembra che il tasso di decessi legati all’Alzheimer segua un trend in continuo rialzo.

Il morbo di Alzheimer è la più comune forma di demenza, un gruppo di sintomi associati a un calo delle abilità mentali, come la memoria e il ragionamento.

Colpisce i nervi, le cellule del cervello e i neurotrasmettitori (sostanze chimiche che trasportano i messaggi al e dal cervello).

Sebbene il morbo di Alzheimer sia spesso associato all’aumento dell’età, l’esatta causa è sconosciuta.

Il morbo di Alzheimer è una malattia progressiva, che significa che nel tempo, sviluppandosi, peggiora. I primi sintomi includono:

  • problemi di memoria minori
  • difficoltà nel dire le parole esatte

Questi sintomi peggiorano quando il morbo di Alzheimer si sviluppa e possono portare a:

  • confusione
  • cambiamenti della personalità
  • cambiamento totale del carattere

Molti dei sintomi del morbo di Alzheimer sono simili a quelli delle altre malattie. I casi sono diversi l’uno dall’altro, due casi non sono mai uguali, perché le persone reagiscono in modi diversi alla malattia. Tuttavia, generalmente, la malattia ha tre stadi:

  1. lieve
  2. moderato
  3. grave

Il morbo di Alzheimer tende a progredire lentamente, ecco perché i sintomi potrebbero non notarsi immediatamente. I sintomi progrediscono piano, dai sette ai dieci anni. Tuttavia, il loro ritmo di crescita si differenzia da persona a persona.

I sintomi del morbo di Alzheimer lieve includono:

  • confusione
  • poca memoria
  • sbalzi d’umore
  • problemi di linguaggio

Questi sintomi sono il risultato di una perdita graduale della funzione cerebrale. La prima sezione del cervello a peggiorare è spesso la parte che controlla la memoria e le funzioni del linguaggio.

Quando il morbo di Alzheimer passa allo stadio moderato, può causare anche:

  • allucinazioni: in cui si possono sentire o vedere cose che non ci sono
  • delusione: quando si è convinti di cose che non sono reali
  • comportamento ossessivo o ripetitivo
  • convinzione di aver fatto o vissuto qualcosa che in realtà non è mai accaduto
  • sonno disturbato
  • incontinenza: quando involontariamente si urina (incontinenza urinaria) o si defeca (incontinenza fecale o intestinale)

Durante lo stadio moderato, si può avere difficoltà a ricordare le cose più recenti. A questo stadio, possono iniziare a manifestarsi problemi di linguaggio e nel parlare. Ciò può condurre a una sensazione di frustrazione e depressione, che comporta cambiamenti di umore.

Chi è affetto da morbo di Alzheimer grave può sembrare disorientato e mostrare segni di maggiore confusione. Questo è anche lo stadio al quale le persone sono molto più soggette ad avere allucinazioni. Possono pensare di sentire odori, vedere o udire cose che non ci sono o credere che qualcuno li abbia derubati o attaccati quando, invece, non è vero.

Queste manifestazioni possono essere vissute con angoscia da amici e familiari, ma anche dalla persona stessa. Le allucinazioni e le delusioni peggiorano spesso di notte e la persona con malattia di Alzheimer può iniziare a essere violenta, esigente e sospettosa con tutti quelli che la circondano.

Quando il morbo di Alzheimer diventa grave può causare una serie di altri sintomi come:

  • difficoltà a deglutire
  • difficoltà a cambiare posizione o muoversi da un posto all’altro senza assistenza
  • perdita di peso o inappetenza
  • aumentata vulnerabilità alle infezioni
  • completa perdita della memoria a breve termine e a lungo termine

Durante lo stadio grave del morbo di Alzheimer, le persone spesso iniziano a trascurare la propria igiene. È uno stadio in cui molte persone affette dalla malattia hanno bisogno di assistenza per tutto il giorno perché riescono a fare in autonomia solo pochissime cose.

Stefania Virginio
Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Stefania Virginio
Stefania Virginio
in Salute

200 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati