Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus, che colpisce soprattutto i bambini dall’uno ai tre anni. Una volta contratto, il morbillo dà un immunizzazione definitiva, impedendo – teoricamente – alla malattia di presentarsi nuovamente del corso della vita. Con i piani vaccinali le epidemie sembravano essere scongiurate: le cose, invece, non sono più così e in un solo anno i casi sono aumentati del 230%.
La ministra Lorenzin ha affermato che purtroppo ancora troppe persone rifiutano il vaccino e c’è bisogno di investire maggiormente sul piano nazionale sui vaccini. Infatti, se nel 2016 si erano presentati 844 casi di morbillo, durante l’intero anno, nei primi mesi del 2017 sono già 700 i casi confermati. Le regioni che sono state colpite maggiormente sono la Toscana, il Piemonte, il Lazio, la Lombardia, e l’età media dei contagiati è tra i 15 e i 39 anni.
Le misure che verranno prese per arginare il contagio del morbillo
La ministra Lorenzin afferma che questo è dovuto al fatto che sono in aumento i casi di genitori che si rifiutano di far vaccinare i loro figli, nonostante le rassicurazioni che arrivano dal campo medico. Sono infatti molti i soggetti non vaccinati, ma anche quelli che non hanno effettuato il ciclo completo, che prevede la somministrazione di due dosi di vaccino.
Il problema si sta aggravando, anche per il fatto che i casi di trasmissione si stanno presentando anche in ambito sanitario e verso operatori del settore. Il piano vaccinale per cercare di debellare il morbillo dal nostro territorio era iniziato nel 2005, quando la vaccinazione era stata inserita tra quelle gratuite e consigliate.
Purtroppo però nel 2015 la copertura vaccinale non era ancora elevatissima tra i bambini di 24 mesi, e toccava l’83,5%, cifre ancora lontane dal 95% che è considerata la soglia da raggiungere per arrestare la circolazione del virus. La maglia nera è andata alla provincia di Bolzano, con percentuali di solo 68%.
Arrivati dove siamo adesso è necessario intervenire in modo veloce, dice Beatrice Lorenzin, andando a lavorare su una maggiore responsabilizzazione dei genitori e delle persone non vaccinate di ogni età, affinché capiscano che il morbillo non è una malattia da sottovalutare, ma che può avere anche conseguenze letali.
I sintomi del morbillo
Il morbillo, fortunatamente, non ha sintomi gravi: provoca principalmente un’eruzione cutanea, molto simile a quella della rosolia o della scarlattina, con una durata tra i 10 e i 20 giorni. I primi sintomi del morbillo si presentano molto simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite), con una febbre che non cessa a diminuire. Successivamente, se la malattia venisse contratta, appariranno dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, invece, sarà la volta di un’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, poi su tutto il resto del corpo.
I rischi del morbillo
Il morbillo è spesso una malattia che viene considerata come qualcosa di non troppo grave, che tutti i bambini prendono da piccoli e per la quale nessuno ha mai subito gravi conseguenze. Le cose in realtà non sono affatto così e il morbillo può avere un gran numero di complicanze, che possono essere più o meno gravi e che possono andare a presentarsi in un adulto di 20 anni come in un bambino di 2, anche se sono più frequenti mano mano che l’età avanza.
Complicanze più frequenti del morbillo
Le più comuni complicazioni che si possono presentare in soggetti colpiti da morbillo sono:
- Infezioni all’orecchio. Si possono presentare in un bambino ogni 10 e possono portare anche alla perdita permanente dell’udito.
- La diarrea ha un’incidenza leggermente più bassa.
Le complicazioni gravi del morbillo
Il morbillo può anche portare a conseguenze più gravi come:
- Polmonite, un caso ogni 20 bambini contagiati è la frequenza con la quale si presenta, ma è anche la causa più comune di morte in pazienti particolarmente piccoli.
- Encefalite, che compare con un caso ogni 1000 contagiati dal virus del morbillo. Si tratta di una patologia che si presenta come un rigonfiamento del cervello che provoca convulsioni e può lasciare nel bambino danni neurologici permanenti.
- Lo stesso virus del morbillo è di per sé una grave complicanza, che provoca la morte in 1-2 pazienti ogni 1000.
- Se contratto durante la gravidanza, il morbillo può provocare aborti o portare a nascita di bambini sottopeso.
Complicanze a lungo termine del morbillo
Le complicane legate al morbillo non sono solo quelle elencate qui sopra e in agguato c’è la principale complicazione a lungo termine, derivante dal morbillo, che è la PESS (panencefalite subacuta sclerosante), una malattia rara che colpisce il sistema nervoso, con esiti drammatici.
Si presenta dopo circa 7-10 dal contagio, anche se la persona sembrava essere guarita in modo corretto. Infatti, il virus non era stato debellato ma aveva continuato a vivere nel tessuto connettivo, mutando. Il rischio che si presenti è più frequente se il soggetto è stato colpito dal morbillo prima dei due anni di età. È una malattia mortale, ma può essere gestita farmacologicamente, se diagnosticata in fase iniziale.
È più frequente nei soggetti di sesso maschile. Si presenta con decadimento intellettivo, convulsioni e problemi motori. Negli Stati Uniti, dove il morbillo è considerato eliminato dal 2000, la frequenza di questa malattia è quasi inesistente.
Insomma, non c’è tempo da perdere o alcun dubbio: i bambini vanno vaccinati. Questa è l’unica vera arma per dire addio alla malattia.