Dopo la tragica notizia della morte del piccolo paziente di 4 anni al Policlinico Gemelli di Roma per meningite, si torna oggi a parlare del virus e della minaccia che esso rappresenta.
Il caso
Il paziente è stato colpito dal meningococco che ha provocato una fulminante e letale sepsi meningococcica. Grazie a un’immediata indagine clinica del Dipartimento di Malattie Infettive Parassitarie e Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i medici sono riusciti a identificare il ceppo batterico. Le analisi effettuate hanno mostrato il DNA del meningococco di sierogruppo Y, che è il terzo più diffuso tra i ceppi circolanti in Europa.
La gravità del caso ha suscitato subito allarme e paura tra i genitori dei bambini venuti a contatto con il piccolo paziente. Circa 60 alunni della scuola del Serafico, vicino all’Eur, sono ora sottoposti a un trattamento preventivo, attraverso la somministrazione di antibiotici. È da poco, inoltre, stata diffusa la notizia di un secondo caso in un istituto superiore del Collatino, a Roma. Non si è ancora certi che ci sia un collegamento tra le due vicende, quel che è certo è che entrambe suscitano molta preoccupazione. Le autorità rassicurano comunque che non si è in presenza di alcun tipo di focolaio.
Ma quali sono i sintomi che devono indurre in allarme?
Importante è che i genitori siano attenti a sintomi che potrebbero far pensare alla meningite, come:
- dolori alle gambe
- mani e piedi freddi
- pallore
- febbre
- irritabilità,
- mal di testa
- fotofobia
- torcicollo
- eruzioni cutanee
- convulsioni
- vomito
- diarrea
I primi sintomi iniziano a comparire dalle 10 alle 20 ore dopo il contagio e possono variare da soggetto a soggetto, anche a seconda dell’età. I neonati colpiti da meningite potrebbero manifestare solo irritabilità, letargia, o febbre. E ancora:
- itterizia
- rigidità del corpo e del collo
- febbre
- mancanza di appetito
È bene, inoltre, ricordare che la malattia si trasmette condividendo alimenti, bicchieri, stoviglie con una persona infetta. Le persone che vengono a contatto con pazienti infettati sono da ritenere a rischio.
La meningite: come curarla?
Sarà il personale sanitario, a seconda dei casi, a valutare la terapia più idonea per la cura della meningite. Il trattamento, solitamente, si basa sulla somministrazione di antibiotici, scelti a seconda del genere di agente infettivo.
Staremo a vedere l’evolversi della situazione a Roma.