Il 12 settembre è oramai vicino e il grande appuntamento con TEDMED si fa sempre più concreto. A Milano, Mario Salerno di Fondazione Filarete, un altro dei protagonisti del workshop, ci parla di sé e di cosa si aspetta da questa esperienza.
Si presenti in poche righe.
Sono Mario Salerno e dal 2011 sono Responsabile Business Development di Fondazione Filarete, una Fondazione nata nel 2008 per iniziativa dell’Università degli Studi di Milano, Fondazione Cariplo e Banca Intesa Sanpaolo, per svolgere attività di trasferimento tecnologico e di incubatore di startup negli ambiti della Salute e delle Bioscienze.
Vista la sua esperienza, avrà sentito spesso affermazioni come “la cura della salute parte dal web”. Quali sono le potenzialità e quali i rischi di questa nuova dimensione?
Il web è uno strumento e va trattato come tale. Le potenzialità e i rischi riguardano, credo, l’uso che se ne fa. Sicuramente negli aspetti pervasivi e nella diffusione di strumenti mobile è possibile intravedere delle grandi opportunità legate alla raccolta e all’uso delle informazioni di cui un paziente può avere bisogno, ad un nuovo rapporto medico-paziente, ad una capillarità finora impensabile. Noi abbiamo in mente, immediatamente, quando parliamo di salute e web, espressioni come “quantified self” e vediamo gli impatti che queste tecnologie avranno nei paesi industrializzati. Ma dobbiamo pensare anche ai benefici che potremo avere nella gestione della salute e dei sistemi sanitari nei paesi in via di sviluppo, che potrebbero essere ancora più grandi. D’altro canto io non so se si possa dire che “la cura della salute parte dal web”. Sicuramente il web giocherà (sta già giocando) un ruolo rilevante, sicuramente attiva una disintermediazione e cambia il rapporto tra la persona e la propria salute, ma questo fenomeno riguarda ancora un numero relativamente limitato di persone e dovrà necessariamente andare a confrontarsi e integrarsi con i sistemi sanitari, con i processi e (perché no) con le abitudini di medici e pazienti.
Cosa manca in rete oggi quando si parla di salute?
Io vedo il rischio che si vada per mode. Negli ultimi mesi si parla quasi solo di “wearables” (estremizzo un po’) con una discussione che è guidata, mi sembra, dal concentrarsi su fenomeni di grande visibilità, di facile comprensione, con messaggi molto semplificati sia in positivo che in negativo. Almeno questo è quello che vedo io dal mio punto di osservazione, occupandomi soprattutto del lato tecnologico. Vedo il bisogno di arricchire la discussione, di guardarne più in profondità le sfaccettature.
Cosa si aspetta dalla sua partecipazione all’evento di TEDMED?
Sono curioso soprattutto di vedere se riusciamo ad avere nello stesso posto persone con background diversi che possano confrontarsi, mettere gli uni i panni degli altri. Guardare alle esigenze di medici e pazienti con gli occhi di programmatori, ingegneri e designer e dall’altra parte avere davanti una tecnologia, un device, una app e immaginarsela in ambulatorio, in sala operatoria o nell’interazione con i propri pazienti. Credo sia un’esigenza forte in questo momento: uno scambio intenso e profondo di punti di vista, know how, esperienze.
Non rimane che aspettare e vedere quali saranno i risultati raggiunti durante questo scambio di idee e creatività. Le iscrizioni sono aperte ed è possibile partecipare a TEDMED compilando un format disponibile on line.