É proprio così. Secondo un recente studio, lo stress emotivo renderebbe le donne maggiormente soggette al restringimento dei vasi sanguigni, con conseguenze importanti per la salute. Questo è il dato principale, emerso da una ricerca condotta alla Emory University Rollins School of Public Health di Atlanta, in Georgia. Cerchiamo di capirne di più.
Stress emotivo e malattie cardiache: il legame
In donne affette da malattie cardiache, lo stress emotivo causa la restrizione dei vasi sanguigni periferici che a sua volta influenza la circolazione cardiaca, più di quanto accada negli individui di sesso maschile.
Non solo. In questi casi, vi è anche un aumento del rischio di eventi cardiaci avversi, così come testimoniato da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista dell’American Heart Association. «Questa ricerca è di estrema importanza in quanto ha dimostrato che se sottoposti a stress, la riduzione dell’afflusso sanguigno al cuore aumenterebbe del doppio il rischio di mortalità o di attacco cardiaco – ha affermato la dr.ssa Viola Vaccarino, autrice dello studio e professoressa di Epidemiologia e Medicina presso la Emory University – Un simile rischio cardiovascolare con conseguente riduzione dell’afflusso di sangue in direzione del muscolo cardiaco è paragonabile solo a quello che si riscontra in soggetti sottoposti a test da sforzo».
Lo studio condotto dalla dr.ssa Vaccarino e dalla sua équipe di ricercatori sulla relazione tra stress emotivo e meccanismi ischemici è stato condotto su 678 adulti (con età media di 63 anni) affetti da patologie cardiache. Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di tenere una presentazione davanti ad un gruppo di persone (che rappresenta un fattore di stress).
Durante la presentazione, ai partecipanti è stata rilevata la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e, attraverso l’ausilio di tecniche di imaging, sono state rilevate immagini del cuore utili a misurare l’eventuale restringimento delle arterie conseguente all’induzione dello stress.
In uno studio condotto in precedenza dalla stessa équipe era emerso che lo stress emotivo era in grado di ridurre l’afflusso sanguigno al cuore e che questo fenomeno, secondo quanto riscontrato, è più frequente nelle donne al di sotto dei 50 anni, rispetto a uomini e donne più in là con l’età.
Perché le donne sono più colpite
Tramite l’analisi dei dati provenienti da quest’ultima ricerca, l’équipe della Emory University ha scoperto che la riduzione dell’apporto di sangue al cuore causata dallo stress, nel caso delle donne, è da imputarsi al restringimento di alcuni vasi periferici piccolissimi, fattore in grado di provocare un aumento del postcarico (ovvero la tensione ventricolare che porta il cuore a un sovraccarico di lavoro).
Nel sesso maschile, la riduzione dell’apporto di sangue al cuore sarebbe invece dovuta a un aumento della pressione sanguigna e delle pulsazioni, fattori che aumentano il carico di lavoro sul cuore.
«Le nostre scoperte sulla circolazione periferica ci forniscono dei validi strumenti per capire cosa accade nelle arterie del cuore. Nelle donne in stato di stress, i vasi sanguigni invece di dilatarsi e aumentare l’afflusso di sangue al cuore, si restringono in particolare i vasi sanguigni più piccoli – continua la dr.ssa Vaccarino, che riveste anche il ruolo di presidente del dipartimento di Epidemiologia alla Emory University School of Public Health – Il restringimento dei vasi periferici, secondo quanto emerso dalla nostra ricerca, è in grado di provocare in maniera indiretta un’ischemia cardiaca, che si verifica a seguito dello sforzo che deve compiere il cuore per pompare il sangue, a causa dell’aumento della resistenza provocata dal restringimento dei vasi».
Questi risultati sottolineano l’importanza, soprattutto per i soggetti affetti da patologie cardiache, di individuare metodi e strategie efficaci a ridurre i livelli di stress e a prevenire l’impatto negativo che questo ha sulla salute globale dell’organismo.
«Donne con una storia di patologie cardiache alle spalle, dovrebbero essere messe a conoscenza dell’ulteriore vulnerabilità cui sono sottoposte a causa dello stress, e di conseguenza dovrebbero essere aiutate dai propri medici ad individuare le strategie più idonee per proteggere la salute del loro cuore, quindi indirizzate verso la pratica sportiva o verso le tecniche di rilassamento» – continua la Vaccarino.
È necessario dunque che i professionisti della salute, medici di base e cardiologi, che si occupano del trattamento dei disturbi cardiaci, prestino particolare attenzione al peso dello stress sulla salute dei loro pazienti, soprattutto nel caso di pazienti donne e cardiopatiche.
«Ciò che emerge da questa ricerca è la necessità nella pratica medica di prestare più attenzione agli aspetti psicosociali, in particolare nella cura delle malattie cardiache. È importante sensibilizzare, sia le donne che gli uomini, sui pericoli dello stress e proporre interventi mirati alla riduzione dei livelli di ansia e stress nelle popolazioni ad alto rischio, che coinvolgano psicologi e psicoterapeuti e altri professionisti della salute” – continua.
Questo studio ha il merito di aver messo in evidenza le differenze di genere nell’impatto dello stress sul sistema cardiovascolare, fattore che suggerisce l’importanza nelle ricerche future di includere un maggior numero di donne nei campioni oggetto di studio, cosicché i risultati possano essere analizzati separatamente e validati da altri dati. Ad oggi, l’obiettivo del team di ricercatori della Emory University è quello di analizzare attraverso ulteriori studi la correlazione tra stress e attacchi cardiaci o altre reazioni avverse in grado di peggiorare le condizioni cardiache.
In attesa dei risultati delle prossime ricerche, una cosa è certa: state alla larga dallo stress! Ne beneficerà la vostra mente ma anche – e soprattutto! – il vostro cuore.