Dr. Riccardo Gazzola, specialista in chirurgia plastica.
Il tessuto adiposo non è solo un deposito di grasso ma una risorsa importantissima per il ringiovanimento e la rigenerazione dei tessuti. Il trapianto di tessuto adiposo, processato secondo tecniche raffinate, è ormai diventato una tecnica fondamentale in chirurgia plastica.
A cosa serve il tessuto adiposo?
Il tessuto adiposo, prelevato e purificato con procedure raffinate e specifiche, può essere utilizzato sia come riempitivo (ad esempio sia per volumi molto piccoli come quelli richiesti per colmare le rughe del volto, sino a grandi volumi adatti alla ricostruzione mammaria), sia come substrato rigenerativo per migliorare la qualità della pelle in aree cicatriziali (migliora l’elasticità cutanea in esiti di ustioni o traumi), per accelerare la guarigione di aree sottoposte a radioterapia o per trattare il dolore in seguito a un trauma o a interventi chirurgici (ad esempio una mastectomia).
Come è nata l’idea del trapianto di tessuto adiposo?
L’innovazione questa volta arriva dalla chirurgia estetica. La liposuzione ha aperto la strada al prelievo di tessuto adiposo secondo tecniche via via più raffinate e precise. La procedura consentiva il prelievo di grandi volumi di tessuto adiposo sebbene danneggiasse il tessuto prelevato, rendendolo inutilizzabile per il trapianto.
Successivamente diversi autori studiarono tecniche sempre meno traumatiche per il prelievo e la “purificazione”. Il grasso trattato veniva quindi iniettato nella sede prescelta. Questa tecnica prendeva il nome di lipofilling.
Il grasso non è solo un riempitivo, ma è in grado di migliorare cicatrici, diminuire il dolore o rigenerare aree radiotrattate. Come è possibile?
Le capacità rigenerative del tessuto adiposo sono dovute alla presenza di cellule pluripotenti con caratteristiche rigenerative simili a quelle delle cellule staminali. Queste particolari cellule “staminali del tessuto adiposo” sono dette cellule della “frazione stromale”.
Una tecnica particolarmente evoluta di lipofilling consente di isolare meccanicamente queste cellule e viene detta “nanofat graft”. Questa tecnica è molto utilizzata in chirurgia estetica per il trattamento di rughe superficiali, occhiaie permanenti e cicatrici.
In chirurgia plastica ricostruttiva è possibile trattare anche aree dolorose (ad esempio dovute a neuromi terminali, ovvero una forma di cicatrice dolorosa di un nervo). Il tessuto adiposo infatti non solo riduce fornisce una protezione meccanica al nervo che produce lo stimolo doloroso, ma favorisce una sua corretta rigenerazione, evitando una sua ricrescita disordinata degli assoni che lo compongono (fenomeno che caratterizza la produzione di neuromi dolorosi).
L’intervento di lipofilling richiede una lunga ospedalizzazione?
No. L’intervento di lipofilling può essere eseguito in anestesia locale con una lieve sedazione. Il prelievo del grasso avviene così in maniera assolutamente indolore, così come il suo trapianto nell’area prescelta. L’intervento può durare, a seconda delle quantità di grasso richieste, da 20 minuti a 2 ore. L’intervento viene generalmente eseguito in regime di day-hospital e il paziente può essere dimesso in giornata.