Ma ci sono cure per la sindrome di Raynaud?

Cristian Padovano | Biologo

Ultimo aggiornamento – 07 Maggio, 2021

Sindrome di Raynaud: quali cure?

La sindrome di Raynaud (o fenomeno di Raynaud) è una situazione consistente in un vasospasmo di una parte della mano in risposta a ipotermia o ad uno stress emotivo, che provoca variazioni reversibili nel colorito della pelle (pallore, cianosi, eritema o una combinazione di questi) e, addirittura, una sensazione dolorosa. Questo fenomeno può interessare anche altre zone del corpo, come naso e lingua. Ma ci sono delle cure per la sindrome di Raynaud?

Cos’è la sindrome di Raynaud

Il fenomeno di Raynaud si verifica in quei distretti a maggior dispersione di calore e minore efficienza metabolica come le dita, soprattutto delle mani.

Queste zone sono definite come “sacrificabili” e sono le prime, insieme ad altre parti del corpo, a perdere la circolazione sanguigna in ambienti estremamente freddi: questo perché il corpo cerca di preservare la dispersione di calore preferendo in primis gli organi vitali.

Il fenomeno è caratterizzato da tre fasi:

  • Prima fase ischemica, con riduzione del flusso di sangue e insensibilità con assenza di dolore.
  • Seconda fase di stasi venosa, caratterizzata da cianosi, pallore, formicolio e dolore.
  • Terza fase di iperemia reattiva, cioè l’aumento transitorio del flusso sanguigno.

La sindrome si presenta in una forma primitiva e una secondaria. La prima è molto più frequente (circa l’80% dei casi) e si presenta senza sintomi o segni di altre malattie, quindi idiopatica. Nel restante 20% dei pazienti si è evidenziata una malattia secondaria come la sclerosi sistemica. 

La forma secondaria si associa, invece, ad altre malattie, in particolare del tessuto connettivo, fibromialgia, o all’uso di farmaci come betabloccanti (che agiscono diminuendo la frequenza cardiaca).

Se siamo in presenza della forma secondaria, la sindrome è presente in più del 95% dei pazienti sclerodermici e spesso è sintomo d’esordio della malattia. La nicotina è generalmente coinvolta nella sindrome di Raynaud secondaria ma viene spesso trascurata.

Mani fredde e non solo: i sintomi del fenomeno di Raynaud

L’età media di esordio del fenomeno di Raynaud è 14 anni e solo nel 27% dei casi l’esordio avviene intorno ai 40 anni o successivamente. I principali sintomi che si avvertono sono:

  • Sensazione di freddo
  • Dolore urente
  • Parestesie (o formicolii)
  • Variazioni intermittenti del colorito di una o più dita

Quest’ultime possono essere trifasiche (pallore, cianosi e iperemia attiva), bifasiche (cianosi ed eritema) o monofasiche (solo pallore o cianosi). Nella maggior parte dei casi, le variazioni sono generalmente simmetriche con prevalenza delle tre dita centrali e raramente il pollice. In linea generale, il vasospasmo dura per pochi minuti, eliminando la causa del problema, e non porta a sintomi successivi quando lo stesso è di origine primaria.

Quale cura

Il trattamento per la sindrome di Raynaud si basa sull’allontanamento dei fattori scatenanti, cessazione del fumo e uso di calcio-antagonisti o prazosina. Questi si caratterizzano in base al fatto che siamo in presenza di una forma primitiva o secondaria.

Nel caso della forma primaria, i trattamenti sono:

  • Evitare il freddo
  • Sospensione del fumo
  • Fare uso di tecniche di rilassamento, qualora la causa sia lo stress
  • Uso di Ca-antagonisti vasodilatatori (nifedipina, amlodipina, felodipina) e prazosina
  • Uso di pomate alla nitroglicerina o la pentossifillina

Nel caso di forma secondaria ci si concentra sulla malattia sottostante ma è bene seguire questi consigli:

  • Uso di Ca-antagonisti e prazosina
  • Possono essere necessari antibiotici, analgesici e trattamento chirurgico per le ulcere ischemiche
  • Aspirina a basso dosaggio per la trombosi
  • Somministrazione endovena di prostaglandine nei pazienti con ischemia alle dita
Cristian Padovano | Biologo
Scritto da Cristian Padovano | Biologo

Da sempre curioso della scienza e della divulgazione scientifica, pronto a condividere ogni nozione in mio possesso nella maniera più semplice e chiara possibile. Sono un biotecnologo medico, laureato presso l'Università del Salento.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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