Uno studio ha mostrato un collegamento tra la rimozione di entrambe le ovaie durante un’isterectomia e la morte prematura. Inoltre, questo intervento sembrerebbe legato all’aumento di malattie cardiache e di cancro, con conseguente aumento della mortalità per l’insorgenza delle suddette patologie.
I casi di isterectomia analizzati sono stati più di 113000, un terzo dei quali interessava anche la rimozione delle ovaie.
I rischi post-isterectomia
Uno studio della University of Warwick ha evidenziato questo legame tra rimozione di entrambe le ovaie durante l’isterectomia e aumento di:
- malattie cardiache;
- cancro;
- morte prematura.
Si tratta dell’indagine più ampia nel suo genere, tanto da aver coperto un periodo di 10 anni.
Sono stati comparati due gruppi:
- il primo composto da donne con entrambe le ovaie rimosse;
- il secondo composto da donne con una sola ovaia rimossa o con nessuna ovaia rimossa.
In entrambi i casi, la scelta era stata presa in seguito a malattie benigne. Nel dettaglio, sono state seguite 113679 donne in età compresa tra i 35 e i 45 anni, da aprile 2004 a marzo 2014. Un terzo delle pazienti aveva entrambe le ovaie rimosse.
Si è osservato che le donne con una sola o nessuna ovaia rimossa presentavano una probabilità minore di sviluppare cardiopatia ischemica (coronaropatia) o cancro in seguito all’ischemia, rispetto a quelle con entrambe le ovaie rimosse.
Inoltre, i ricercatori hanno evidenziato che un numero minore di donne che avevano conservato una o entrambe le ovaie sono morte durante i periodo di studio rispetto alle altre con entrambe le ovaie rimosse. Si tratta dello 0,6% rispetto all’1,01%.
I ricercatori hanno esaminato la banca dati nazionale dei ricoveri ospedalieri e il registro nazionale dei decessi. A differenza dei precedenti Nurses’ Health Study, questo studio è stato condotto a livello nazionale e non più su un campione; ciò ha permesso di esaminare le associazioni tra operazioni e ricoveri ospedalieri successivi, così come la mortalità.
Nonostante la rimozione di entrambe le ovaie protegga contro lo sviluppo successivo di cancro ovarico, gli studiosi ritengono che le donne in menopausa debbano essere informate riguardo all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, altri tumori e mortalità.
Il punto di vista dei ricercatori sui rischi dell’isterectomia
La ricerca è stata condotta da Richard Lilford, Professore di Ostetricia e Ginecologia e Docente di Sanità Pubblica presso l’Università di Warwick (Warwick Medical School).
È proprio lo stesso professore ad affermare che le conseguenze a lungo termine della rimozione di un organo metaforicamente attivo, come l’ovaio, non sono da sottovalutare. Oltre a ciò, esistono anche altri effetti spiacevoli a breve termine dovuti alla deprivazione estrogenica acuta.
Risulta quindi molto importante valutare attentamente se questi svantaggi sono compensati dai benefici della prevenzione del cancro ovarico, considerando che il rischio di sviluppare questo cancro è pari a 1 su 52 nel Regno Unito.
Il 40% delle donne senza specifici fattori di rischio per il cancro ha asportato entrambe le ovaie durante l’isterectomia addominale. Alla base di questo dato, il professor Lilford ha affermato che è una percentuale più elevata rispetto a quella che ci si potrebbe aspettare.
Un altro punto di interesse riguarda il numero di isterectomie eseguite: sono in calo, seppur lento; nel 2014 gli interventi eseguiti nella fascia di età bersaglio erano 9000, rispetto ai 13000 del 2004-2005. I dati disponibili non sono però dettagliati come i ricercatori avrebbero voluto; in particolare, non si è riuscito a risalire alle informazioni sull’uso della terapia ormonale sostitutiva.
Tuttavia, l’intenzione è quella di eseguire studi di coorte o di pannello in un secondo momento, in modo da comprendere le tendenze a lungo termine.