Un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford ha scoperto il modo di allungare i telomeri, le estremità dei cromosomi che proteggono il DNA, combattendo l’invecchiamento cellulare.
Gli scienziati sono stati in grado di utilizzare RNA modificato per produrre una proteina responsabile dell’allungamento dei telomeri. Questo permetterebbe alle cellule di riprodursi per più tempo e combattere alcune malattie legate all’invecchiamento cellulare, come la distrofia muscolare di Duchenne.
La scoperta
Alla nascita, i telomeri, che svolgono un ruolo fondamentale nell’evitare la perdita di informazioni durante la duplicazione dei cromosomi, sono lunghi circa 9.000 nucleotidi. Con il tempo si accorciano a causa del meccanismo di replicazione del DNA, fino a quando, raggiunto il cosiddetto limite di Hayflick, le cellule non possono più dividersi. Come ha spiegato Helen Blau, autrice dello studio, i ricercatori sono riusciti “ad allungare i telomeri umani di ben 1.000 nucleotidi, portando indietro l’orologio interno di queste cellule di un tempo equivalente a molti anni di vita umana”. Si tratta, infatti, di circa il 10 per cento della lunghezza di un telomero.
Il successo di questo ultimo studio si deve all’aver modificato l’RNA affinché codificasse la Tert, la componente attiva dell’enzima telomerasi, riducendo la risposta delle cellule alla sua presenza. Tuttavia l’effetto è temporaneo: l’RNA e i suo effetti scompaiono dopo 48 ore e i telomeri riprendono ad accorciarsi. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, ciò è positivo, visto che si tratta di un meccanismo difensivo che impedisce la proliferazione incontrollata di cellule (che è quello che avviene nei tumori).
Applicazioni cliniche
Come specifica Blau, il team sta lavorando per cercare di capire la differenza tra i vari tipi di cellule e come si possa utilizzare questa scoperta per trattare alcuni tipi di malattie, come la distrofia muscolare, ma anche il diabete e le malattie cardiache, legate all’invecchiamento.