Inquinamento acustico: un italiano su 3 “malato” di rumore

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 04 Novembre, 2015

I popoli di lingua inglese chiamano il rumore con il termine noise, direttamente derivato dal latino nausea, a indicare uno stato di fastidio o disgusto.

La nostra definizione di rumore è più direttamente legata al suono: “suoni indesiderati”. Secondo Ambrose Bierce, giornalista e scrittore americano, assai noto per l’irriverente “Dizionario del diavolo”, il rumore è “una puzza nell’orecchio” o, anche, il principale e più autentico prodotto della civilizzazione.

In effetti, fatta la tara del sarcasmo, l’urbanizzazione prima e l’industrializzazione poi, hanno sempre portato a un aumento del rumore, inteso in senso generale. Oggi, si parla con crescente preoccupazione di inquinamento acustico, a indicare i rischi per la salute che questa particolare condizione ambientale porta con sé.

Ma che cosa è l’inquinamento acustico?

I suoni sono onde generate dal movimento di oggetti che attraversano un ambiente e quando si parla di inquinamento acustico ci si riferisce sempre a suoni causati dall’uomo che, per tono e frequenza, minacciano la salute e il benessere delle specie viventi presenti in quell’ambiente. Dal XXesimo secolo a oggi, la fonte principale di inquinamento acustico, di gran lunga quello che colpisce più persone sul pianeta, è il rumore prodotto dai mezzi a motore a uso individuale, collettivo o industriale.

L’inquinamento acustico non è facile da misurare perché la definizione stessa di rumore dipende dal timbro, dall’intensità e dalla frequenza del suono ma, soprattutto, dall’effetto soggettivo che provoca. Per fare un esempio, la stessa musica può avere effetti diversi ed essere piacevole per qualcuno, ma intollerabile per altri.

Tecnicamente, si parla di inquinamento acustico in presenza di una quantità eccessiva di rumore o suoni sgradevoli che provocano un’interruzione temporanea l’equilibrio ambientale naturale. Questa definizione è di solito applicabile a suoni o rumori prodotti dall’uomo, non si applica mai ai suoni naturali, indipendentemente dal volume e dall’origine.

Quali sono le cause?

Oltre all’industrializzazione, fonte di inquinamento ambientale e acustico per via dei diversi macchinari utilizzati e delle emissioni, non tutti sono consapevoli che una delle principali cause della rumorosità delle nostre città è la mancanza di programmazione urbanistica.

Nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, la scarsa pianificazione urbanistica ha avuto un ruolo fondamentale nel causare inquinamento acustico. I grandi quartieri popolari con case, dove vivono famiglie numerose in spazi piccoli e privi di servizi essenziali, hanno provocano quotidiane lotte per i servizi basilari, si pensi banalmente ai parcheggi, e portato a un livello di inquinamento acustico ritenuto una delle cause del degrado e delle problematiche sociali di quei quartieri.

Oggi, nei paesi post industrializzati come il nostro, sono altre le principali cause dell’inquinamento acustico. Il grande sviluppo degli eventi social o della cosidetta “movida” notturna è, in molte città, il maggior indiziato.

In tutti gli eventi social, da sempre, il rumore raggiunge il suo picco. Sembra che senza rumore, oltre le naturali soglie di percezione, non ci sia divertimento. Fin dai tempi remoti tanto gli eventi familiari lieti, come un matrimonio, che gli eventi religiosi significativi, come le processioni e le feste per il santo patrono o le ricorrenze civili, hanno sempre dato luogo ad elevati livelli di rumore. Riuscite a immaginare un evento sportivo senza tifosi urlanti?

Questi eventi però, non sono mai stati fonte di inquinamento dal momento che, a differenza del nuovo fenomeno della movida notturna tipica delle grandi città, non sono mai prolungati e sono aperiodici o con cadenza annuale. L’altra grande fonte di inquinamento acustico è, da sempre, il trasporto.

La scoperta del motore a scoppio, che ha dato il via all’epoca della mobilità su gomma, ha contribuito in modo significativo e globale alla diffusione dell’inquinamento acustico.

Infine, a livello domestico, l’inquinamento acustico è diventato un problema non più trascurabile soprattutto nei paesi più avanzati, con la diffusione delle tecnologie. Elettrodomestici, TV, stereo, videogames, condizionatori d’aria, non possono essere considerate le principali fonti di inquinamento acustico ma, data la diffusione e l’uso intensivo, cominciano a destare qualche preoccupazione e provocare problemi soprattutto alle persone che vivono in quartieri densamente popolati.

Quali sono gli effetti sulla salute?

L’inquinamento acustico interessa una platea estremamente ampia di potenziali vittime e, per questo, viene trattato con sempre maggior attenzione dalle istituzioni sanitarie.

Il rumore viene misurato in decibel (db), ma per valutare l’effetto del rumore sull’orecchio umano occorre trovare una corrispondenza tra il rumore effettivo e la sensazione sonora percepita in modo diverso da ogni individuo. Per questo, nella moderna valutazione del rumore si fa riferimento alle cosiddette scale fonometriche, cioè a misurazioni effettuate con il fonografo, apparecchio che trasforma il segnale acustico insegnale elettrico a cui sono stati applicati speciali filtri che danno luogo a curve, dette di ponderazione, indicate con lettere alfabetiche.

La curva maggiormente utilizzata è quella contraddistinta dalla lettera A, corrispondente alla percezione del suono di un apparecchio elettrico. L’OMS indica in 65 db(A) il limite di rumore tollerabile dall’orecchio umano, senza implicazioni patologiche. Per dare un’idea della gravità del problema rappresentato dall’inquinamento acustico, si pensi che un Europa circa 113 milioni di persone vivono esposte a rumori oltre questo limite mentre circa 450 milioni sopportano rumori oltre 5 55 db(A).

Nei rapporti dell’Agenzia Europea per l’ambiente viene anche sottolineato che sono i grandi centri urbani, dove si superano in modo prolungato i 75db(A), le più colpite dal fenomeno.

L’esposizione prolungata ad inquinamento acustico può provocare gravi patologie all’apparato uditivo, individuabili in 3 diverse tipologie:

  • innalzamento temporaneo della soglia uditiva: la soglia uditiva è il range di frequenze delle vibrazioni sonore che l’orecchio riesce a percepire. Un innalzamento della soglia equivale, quindi ad una diminuzione della capacità uditiva.
  • Ipoacusia traumatica acuta: reversibile, mono o bilaterale è causata da un suono improvviso e molto forte, ad esempio un’esplosione, che può provocare una temporanea ipocusia accompagnata spesso da acufeni. Un trauma particolarmente violento può comportare una lacerazione della membrana timpanica con ipoacusia permanente.
  • Ipoacusia traumatica cronica: di solito è bilaterale ed è irreversibile. Vengono compromesse soprattutto le frequenze medio basse, le più importanti ai fini della vita di relazione.

Un altro importante effetto patologico dell’inquinamento acustico è la sua relazione con l’insorgere di disturbi del sonno. I soggetti esposti a inquinamento acustico prolungato soffrono di un significativo decadimento della qualità del sonno, che può manifestarsi con difficoltà crescenti nel prendere sonno e con un sonno frammentato fino alla comparsa di incubi con ripetuti e improvvisi risvegli.

Fonti

http://www.noisehelp.com/what-is-noise-pollution.html

http://www.conserve-energy-future.com/causes-and-effects-of-noise-pollution.php

http://www.medscape.com/viewarticle/554566_3

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Lavoro da anni nel mondo della medicina. Con Pazienti.it ho l'opportunità di scrivere di argomenti di salute, trasmettendo importanti messaggi di prevenzione e benessere.

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