A causa della rilevazione di un aumento del valore di PM10 (PM: Particulate Matter, chiamato anche particolato) in maniera stabile per almeno quattro giorni, dal 20 febbraio a Milano e in altre otto province lombarde (Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia, escluse Lecco, Sondrio e Varese) sono state attuate delle misure di contenimento di primo livello.
Vediamo di seguito qual è il quadro della situazione e quali potrebbero essere delle strategie utili per limitare i danni del forte inquinamento sulla salute.
Valori PM10 a Milano: due fonti diverse per determinare la qualità dell’aria
L’IQA è l’indice di qualità dell'aria e restituisce una fotografia dello stato dell'aria in quel momento (a volte approssimativa), rappresentando uno strumento utile per far adottare misure come il blocco del traffico e la limitazione dei riscaldamenti: viene calcolato tramite diversi parametri che variano in base a chi lo realizza poiché non c'è uno standard unico per rilevarlo.
In Europa si dovrebbe utilizzare l'Indice Europeo per la qualità dell'aria e la valutazione utilizzata spazia da "buona" a "estremamente scarsa" (fonte).
I dati relativi alla qualità dell’aria solitamente vengono forniti da stazioni di rilevamento localizzate in punti strategici e gestite dall’amministrazione locale e dalle ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e così accade anche in Lombardia; è possibile, però, che anche enti privati si prefiggano di dare una panoramica sulla qualità dell’aria, di diverse città del mondo.
Proprio da qui è nato l’allarme riguardo lo stato di inquinamento di Milano e il conseguente dibattito a partire dai dati di una società svizzera, IQAir, che sostiene che la qualità dell’aria di Milano sia così insalubre da ricoprire l’ottavo posto nella classifica attuale delle città più inquinate al mondo.
Secondo la loro raccolta dati la concentrazione di polveri sottili PM2.5 (le più pericolose poiché di un diametro inferiore a 2,5 micrometri e dunque in grado di penetrare in profondità nei polmoni e arrivare anche a intaccare il sistema circolatorio e gli organi interni) a Milano, al momento, supererebbe di 13.8 volte il valore guida annuale della qualità dell'aria indicato dall'OMS.
Nella loro classifica si trovano città come Delhi, Dhaka e Lahore, ma i parametri utilizzati non sono universali e paragonare Milano a città non europee, che dunque hanno dei rilevamenti basati non sull'Indice Europeo per la qualità dell'aria ma su altre metriche, sebbene utile ad arricchire il quadro globale, potrebbe risultare fuorviante e poco attendibile.
Emergenza valori PM10: le misure anti-smog di sicurezza introdotte
Nei comuni con più di 30.000 abitanti delle province appena citate le misure adottate sono:
- limitazione della circolazione di automobili: tutti i giorni nella fascia oraria 7.30-19.30 per tutti i veicoli Euro 0 e 1 con qualsiasi tipo di alimentazione e per i veicoli Euro 2, 3 e 4 a gasolio. La limitazione è valida sabato e domenica e si estende anche ai veicoli Euro 4 diesel commerciali e agli Euro 0 e 1 a Gpl e metano;
- nei luoghi chiusi, come abitazioni ed esercizi commerciali, non si possono utilizzare generatori a legna per il riscaldamento se si utilizza un impianto alternativo di classe emissiva fino a 3 stelle e la temperatura interna non deve essere superiore ai 19 gradi;
- in ambito agricolo è vietato spandere liquami, che siano acque reflue, fertilizzanti o fanghi di depurazione, salvo iniezione e interramento immediato;
- è vietato accendere fuochi all’aperto.
Inquinamento in Pianura Padana: quanto dobbiamo preoccuparci?
La Pianura Padana è, purtroppo, strutturalmente incline a sfavorire la circolazione dell’aria: ha un solo un grande sbocco sul Mare Adriatico e quindi non ha sufficienti correnti d'aria che possano permettere alle masse d'aria di circolare abbastanza velocemente.
Questa condizione viene peggiorata dalle inversioni termiche invernali, il fenomeno responsabile della presenza della nebbia: vanno, infatti, a creare un blocco che impedisce il rimescolamento verticale degli strati d'aria inferiori con quelli superiori (fonte).
Di conseguenza, le sostanze inquinanti si accumulano nella massa di aria fredda più vicina al suolo, rimanendo in circolo più a lungo (fonte).
La situazione è certamente poco rassicurante e le misure anti-smog devono continuare, accompagnate da quello che dovrebbe essere l’obiettivo più importante, ovvero la transizione ecologica, che prevederebbe di avvalersi non più di combustibili fossili, ma di energie rinnovabili.
Non bisogna, però, farsi condizionare da articoli allarmanti e cercare di basarsi sui dati oggettivi a disposizione: a Milano e nelle altre province l’inquinamento, determinato da riscaldamento domestico (soprattutto a legna), veicoli e produzione industriale, raggiunge picchi alti e dovrebbe destare preoccupazione, ma, è necessario osservare anche i dati degli ultimi 10 anni, secondo i quali la situazione è migliorata.
Inquinamento dell’aria: ecco come provare a difendersi
L’obiettivo principale per difendersi dalla presenza dell'inquinamento atmosferico nell'aria è quello di ridurre la quantità di particolato che arriva ai nostri polmoni.
In una puntata del podcast della testata Il Post “Ci vuole una scienza”, a cura di Beatrice Mautino e Emanuele Menietti, vengono menzionati anche alcuni accorgimenti che si possono adottare, con indicazioni sulla corretta applicazione e l’effettiva efficacia.
Vediamoli di seguito.
Limitare la propria esposizione all’aria aperta
Nonostante non si debba assolutamente smettere di praticare sport all’esterno, si potrebbe, per esempio, svolgere attività fisica nei momenti della giornata in cui la qualità dell'aria è migliore grazie all'app dell’Agenzia Europea per l’Ambiente che permette di monitorare la situazione (scaricabile su dispositivi Android e iOS).
Mascherine
Non c’è un parere univoco in merito, ma possono aiutare soprattutto a contrastare il PM10 (particelle inferiori al centesimo di millimetro, ovvero quelle meno pericolose poiché di dimensioni più grandi).
Andrebbero utilizzate le FFP2, indossate spesso e cambiate frequentemente, poiché le chirurgiche non riescono a essere abbastanza aderenti al viso per proteggere. L'adesione al viso, infatti, da alcuni studi in merito, sembra essere la chiave per aumentare il grado di protezione.
Questo strumento di difesa ha dei limiti, infatti non riesce a proteggerci completamente e il miglioramento della respirazione è solo parziale.
Migliorare la circolazione dell’aria in ambienti chiusi
A volte la qualità dell’aria negli spazi interni potrebbe essere ancora più inquinata perché alle sostanze provenienti dall'esterno si sommano quelle prodotte dall'interno (a causa delle attività in cucina, per le pulizie di casa che sollevano polvere, perché c'è qualcuno malato in casa).
Bisogna, quindi, aprire comunque le finestre, nonostante l’aria esterna non sia di grande qualità: un’apertura breve di pochi minuti ma ripetuta durante la giornata è sufficiente.
Purificatori d'aria
Questi apparecchi si avvalgono della tecnologia dei filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air) e agiscono come un setaccio che aspira l'aria, la libera dalle particelle e poi la rimette in circolo pulita. Rimuovono il 99,95% di particelle fini con diametro superiore agli 0,3 micron (secondo lo standard europeo). Si tratta di uno strumento valido, decisamente più efficace rispetto alle mascherine.
Sono necessarie, però, alcune accortezze: i filtri vanno puliti e cambiati periodicamente e il purificatore andrebbe posizionato nella stanza in cui si passa la maggior parte del tempo, lasciandogli dello spazio per agire al meglio (evitando quindi di posizionare oggetti davanti all'apparecchio).