In che modo l’ipnosi agisce sul cervello?

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 30 Agosto, 2016

Cosa è l'ipnosi? Il parere degli esperti

Benché in molti siano fortemente convinti che l’ipnosi sia solo magia per illusionisti da strapazzo, in realtà la sua pratica è supportata da un vasto numero di clinici e neuroscienziati, che la considerano un potente strumento per entrare nella mente dei pazienti che soffrono di disturbi psicologici e psicosomatici.

Alcuni ricercatori della Stanford University hanno scoperto in che modo l’ipnosi agisce sul cervello, permettendo così una migliore comprensione del suo utilizzo.

Cos’è l’ipnosi?

L’ipnosi è un stato di trance durante il quale attenzione e concentrazione sono fortemente alterate. In genere, viene eseguita con l’aiuto di un terapista utilizzando delle ripetizioni verbali e delle immagini mentali. Quando si è sotto ipnosi, il soggetto è in uno stato di completo relax e più incline alla suggestione.

Tuttavia, è bene evidenziare che non tutti i soggetti sottoposti a ipnosi reagiscono allo stesso modo e che questa terapia non funziona in modo universale su tutte le persone.

L’ipnosi ha effetti collaterali?

Gli effetti collaterali dell’ipnosi sono molto rari, ma possono comprendere:

Per cosa è utile l’ipnosi?

L’ipnosi può essere utilizzata per:

  • reagire e superare il dolore
  • affrontare stress e ansia
  • smettere di fumare
  • perdere peso

Perché è stato condotto lo studio sull’ipnosi?

Per ottenere migliori risultati con questo “trucco” controverso, ma apparentemente efficace, è di vitale importanza sapere esattamente come influisce sul cervello. Per questo motivo, un team di ricercatori della Stanford University ha condotto un nuovo studio sulle aree del cervello maggiormente alterate dall’ipnosi, pubblicando le ricerche nella rivista Cerebral Cortex.

In che modo sono stati selezionati i partecipanti?

Per condurre le ricerche, il team ha eseguito uno screen cerebrale su 545 persone, per determinare la predisposizione all’ipnosi, utilizzando la scala del gruppo di Harvard di suscettibilità ipnotica. Ciò ha permesso ai ricercatori di identificare 36 persone particolarmente influenzabili all’ipnosi e di selezionarle per lo studio.

Come è stato condotto lo studio?

Utilizzando l’imaging a risonanza magnetica (MRI), i ricercatori hanno eseguito lo scanner del cervello di ogni partecipante durante tre azioni in particolare:

  • riposo
  • richiamo della memoria
  • sotto ipnosi, durante l’ascolto di una voce registrata, ideata in modo specifico per far entrare l’ascoltatore in uno stato di trance

Il coautore della ricerca David Spiegel ha affermato che l’ipnosi è la più antica forma di psicoterapia occidentale, un mezzo particolarmente potente per cambiare il modo in cui un soggetto utilizza la sua mente nel controllo di percezione e corpo.

In che modo l’ipnosi agisce sul cervello?

La connettività funzionale intrinseca, nota anche con la sigla inglese DMN (Default mode network), è fortemente responsabile del senso di autocoscienza e della memoria episodica, mentre l’executive control network (ECN) controlla la cognizione. La disconnessione di queste due reti sembrerebbe spiegare in che modo l’ipnosi permette alle persone di restare coscienti e, allo stesso tempo, di agire senza la possibilità di riflettere sul proprio coinvolgimento in tali azioni.

Inoltre, durante lo studio, è stato scoperto un aumento del collegamento tra corteccia prefrontale dorsolaterale e una regione del cervello chiamata insula, associata alla funzione somatica, all’elaborazione del dolore e al senso di emozione, empatia e tempo. Secondo i ricercatori, ciò spiegherebbe in che modo l’ipnosi può influire sulle persone nell’elaborazione del dolore.

Infine, il team ha notato una diminuzione dell’attività in una regione del cervello chiamata corteccia cingolata anteriore dorsale, parte integrante della rete e coinvolta nella valutazione del contesto, aiutando un soggetto a decidere a cosa prestare attenzione e cosa ignorare.

Questa ricerca è pienamente conforme allo strano comportamento delle persone durante la trance ipnotica, che in genere sembra essere completamente estraneo ad alcuni elementi dell’ambiente che li circonda.

Cosa ha permesso di scoprire la ricerca?

In sostanza, gli autori dello studio hanno affermato che nessuna area del cervello si spegne completamente durante l’ipnosi. È stata invece rivelata un’alterazione delle connessioni, rinforzando l’idea che l’ipnosi può essere considerata come un diverso stato della consapevolezza, piuttosto che un livello ridotto di eccitazione.

Ti sei mai sottoposto ad una seduta di ipnosi? Vorresti farlo? Scrivi la tua esperienza nei commenti!

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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