Un cerotto al posto dell’iniezione, per somministrare il vaccino antinfluenzale: è questa la novità sviluppata dalla Emory University e pubblicata in questi giorni sulla rivista The Lancet. Gli esperti sostengono sia un’ottima soluzione: ben tollerata e priva di effetti collaterali.
Vediamo insieme come funziona questo nuovo vaccino antinfluenzale.
Il vaccino antinfluenzale in un cerotto: lo studio
Al posto della classica siringa, il futuro è rappresentato da un piccolo cerotto dotato di 100 micro aghi che trasportano il vaccino quando premuti sul braccio. Una volta applicato il cerotto sulla cute, in una ventina di minuti gli aghi si auto-dissolvono, rilasciando il farmaco.
Per portare a termine la sperimentazione clinica, tra giugno e settembre 2015 sono stati vaccinati 100 adulti volontari, separati in quattro gruppi in modo estremamente casuale. Il primo ha ricevuto una dose di vaccino secondo il metodo tradizionale, il secondo un cerotto contente placebo. Agli altri due gruppi, invece, è stato somministrato il cerotto con vaccino contro l’influenza: in un caso applicato da un medico, nell’altro dai soggetti stessi.
Il dolore viene pressoché annullato, nonostante sia stato registrato un lieve prurito nella zona dove avviene l’iniezione.
L’efficacia? Del tutto simile a quella del tradizionale vaccino antinfluenzale: la risposta immunitaria non cambia di una virgola, come ha affermato Nadine Rouphael, autore principale dello studio. Vediamo nei dettagli quali sono le peculiarità di questa nuova scoperta tecnologica.
Cerotto contro l’influenza: ecologico, efficace e poco doloroso
A distanza di 5 mesi, gli autori dello studio hanno valutato la risposta in termini di anticorpi ed effetti collaterali. Per il gruppo vaccinato con il cerotto, gli effetti collaterali sono stati minimi: prurito e rossore per qualche giorno, nulla di più.
La risposta agli anticorpi, cosa più importante, è stata identica. Oltre il 70% di coloro che erano stati sottoposti alla sperimentazione con il cerotto, però, ha dichiarato di preferire di gran lunga questo metodo all’altro.
“Si può concludere che la vaccinazione antinfluenzale tramite cerotto è ben tollerata, ben accolta e provoca ottime risposte immunologiche, sia nel caso in cui vengano somministrate da operatori sanitaria sia da parte degli stessi partecipanti al trial. Non solo. Gli effetti collaterali, in questi casi, possono definirsi addirittura sorprendenti” – hanno dichiarato gli autori dello studio.
Il cerotto potrebbe rivelarsi assolutamente efficace, soprattutto in situazioni in cui è necessaria una “vaccinazione di massa”, come durante la diffusione su larga scala di influenze particolarmente pericolose che, solo nel nostro paese, mietono circa 7000 vittime all’anno, a cause delle sue complicanze.
Inoltre, la possibilità di “autosomministrarsi” il cerotto potrebbe facilitare l’aderenza alla vaccinazione contro l’influenza stagionale, soprattutto tra gli anziani, dove la copertura è ancora al di sotto del 50%.
Anche dal lato economico, il cerotto potrebbe portare con sé degli ottimi guadagni. Il nuovo preparato, infatti, risulta stabile ed efficace fino a 40 gradi e dunque, a differenza dei tradizionali vaccini, può essere distribuito al di fuori della cosiddetta catena del freddo.
Non solo. Piccolo ed ecologico, il cerotto sarebbe più semplice da smaltire, rispetto ai tradizionali aghi e siringhe.
Che il futuro del vaccino antinfluenzale sia in un cerotto?