L’inverno è ufficialmente (e finalmente!) finito. Sole, giornate sempre più lunghe, uccellini che cantano e alberi in fiore sono pensieri che fanno sicuramente abbozzare un sorriso. Forse, però, non proprio tutti attendono con ansia la primavera, allergici in primis. Che dire, dunque? Parliamo di allergie, soprattutto di quelle che non sappiamo di avere. E se il medico ne sospetta la presenza, può richiedere il dosaggio delle immunoglobuline E (IgE). Attenzione, quindi, se sul referto trovate le IgE alte.
Vediamo perché.
Allergia e immunoglobuline: il legame
L’allergia è una condizione in cui il sistema immunitario reagisce contro sostanze esogene (allergeni) che non sarebbero normalmente dannose. Le manifestazioni allergiche sono dovute alle immunoglobuline (anticorpi) prodotte dai linfociti B, in particolare alla classe di immunoglobuline IgE. Normalmente, le IgE nel sangue sono poco rappresentate e il loro innalzamento si verifica solo quando il sistema immunitario si attiva per determinate cause.
Le IgE alte sono responsabili, come detto, di tutti i sintomi dell’allergia:
- Rinite
- Asma
E ancora:
- Congiuntivite
- Dermatite
- Shock anafilattico
Esse generano la risposta allergica immediata (o risposta di ipersensibilità immediata) e vengono prodotte per la prima volta ad alti livelli quando l’individuo, predisposto all’allergia verso una certa sostanza, è esposto all’allergene, indipendentemente dalla modalità di contatto (attraverso l’aria, gli alimenti o la cute).
La presenza dell’allergene allerta il sistema immunitario, che tenta di neutralizzarlo producendo le IgE specifiche contro la sostanza. A seguito di questo primo contatto, le IgE non provocano la sintomatologia. Esse si legano a delle cellule chiamate mastociti e granulociti basofili, le quali reagiranno solo se avverrà un secondo contatto con l’allergene. Con la seconda esposizione all’allergene, infatti, le IgE riconoscono la sostanza e segnalano ai mastociti e ai basofili di reagire.
La risposta messa in atto è la reazione allergica: le cellule attivate dalle IgE rilasciano istamina e altri mediatori chimici che scatenano la pletora di sintomi che gli individui allergici conoscono bene.
IgE alte? Non solo allergie
Le IgE alte non sono esclusive dell’allergia, ma possono essere provocate anche da altre condizioni. Queste immunoglobuline, ad esempio, vengono prodotte dai linfociti B per proteggere l’organismo dalle infezioni parassitarie o in caso di epatite. Come tutte le immunoglobuline, le IgE riconoscono porzioni particolari (gli antigeni) delle molecole considerate dannose per l’organismo.
Per questa ragione è necessario chiarire che il riscontro di IgE totali alte non consente di porre diagnosi certa di allergia. Il dosaggio delle IgE, infatti, può essere realizzato considerando le IgE totali e le IgE antigene-specifiche o IgE allergene-specifiche. Per le IgE totali alte, cause sono di natura sia allergia sia non allergica e solo il dosaggio delle IgE specifiche consente di definire se si è in presenza di allergia ad una determinata sostanza.
Come si diagnostica l’allergia
Il sospetto di allergia insorge su base clinica, cioè sulla base dei sintomi riferiti dal paziente. Il medico potrà porre la diagnosi solo dopo aver visionato i risultati dei test allergologici.
Questi ultimi possono essere condotti sia sulla pelle (Prick test) sia tramite l’analisi del sangue con il dosaggio delle IgE specifiche nel siero. Le IgE, infatti, hanno caratteristiche diverse e particolari in base alla sostanza che ne ha determinato la produzione. Pertanto, si parla di IgE antigene-specifiche e questo consente di poterle dosare singolarmente.
Il test del sangue è meno rapido di quello cutaneo, ma più sensibile e specifico. Offre anche altri vantaggi: non serve interrompere l’eventuale trattamento antistaminico e si può condurre anche su pazienti che hanno eruzioni cutanee estese.
Se il dosaggio su sangue evidenzia le IgE alte per un determinato allergene, il valore indicato non è proporzionale alla gravità dell’allergia. È bene sapere anche che possono esserci dei falsi positivi e dei falsi negativi, così come in ogni tipo di analisi.
Insomma, si sa: la primavera è la stagione con la maggior concentrazione di pollini nell’aria e a qualcuno può capitare di sperimentare sintomi allergici mai avuti prima. Se ci si chiede come mai ad un certo punto della vita si inizi ad avere a che fare con un’allergia, si ricordi che c’è sempre una prima volta per tutto: anche per venire a contatto con un allergene!
Per confermare il sospetto, basterà sottoporsi ad un test cutaneo o su sangue per dosare le IgE allergene-specifiche. Se si riscontrano le IgE alte per una certa sostanza, è molto probabile che il soggetto sia allergico ad essa. Il riscontro di IgE totali alte, invece, non è di nessuna utilità per la diagnosi di allergia, poiché le cause di IgE totali alte sono molteplici.