Negli ultimi anni si è verificato un aumento considerevole del consumo di pesce e frutti di mare, serviti crudi nella maggior parte dei casi. Per molti il “pesce crudo” è diventato sinonimo di sushi tanto che abbiamo assistito ad una vera e propria colonizzazione delle nostre tavole da parte della cucina giapponese.
Questa crescita ha preoccupato molto gli esperti, che hanno infatti rilevato un aumento dei casi di infezioni batteriche proprio legate al consumo di pesce crudo. In particolare, queste infezioni possono diffondersi quando i parassiti presenti nei frutti di mare e nel pesce attaccano la parete del nostro stomaco e intestino.
I rischi, tuttavia, non provengono unicamente dalla possibile presenza di parassiti, ma anche dai metalli pesanti come il mercurio che possono contaminare la carne del pesce. Vediamo di capire di cosa si tratta, quali sono i pericoli del pesce crudo e come evitarli.
Infezione da pesce crudo: quali sono i sintomi?
Se si mangiano frutti di mare crudi o sushi potenzialmente contaminati da parassiti, si rischia di avere spiacevoli complicanze. I sintomi dell’infezione da pesce crudo comprendono:
- Nausea
- Diarrea
- Dolori addominali
- Febbre
- Tracce di sangue nelle feci
Alcuni vermi come i nematodi possono attaccare la parete del tratto gastro-intestinale e dar luogo a fenomeni infiammatori. Nel caso dovessero presentarsi i suddetti sintomi dopo aver mangiato frutti di mare o pesce crudo, è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico.
L’infezione da nematodi più comune associata al pesce è quella da Anisakis simplex. Questo parassita è un “vermetto” lungo circa 2 cm, molto sottile e difficile da individuare nella muscolatura del pesce. L’anisakis non è presente nei pesci di fiume, nei molluschi bivalvi (come ostriche e cozze) e nei crostacei, ma è molto diffuso in pesci come acciughe (alici), sarde, tonno, merluzzo, rana pescatrice. Una volta ingerito, invade in modo meccanisco l’apparato gastro-intestinale e interagisce secondo meccanismi complessi col sistema immunitario.
I rischi di epatite A
Tra i principali pericoli legati al consumo di pesce crudo, c’è sicuramente quello dell’epatite A. Alcuni molluschi -come le ostriche e le vongole – tendono infatti a filtrare una gran quantità di acqua. Se quindi crescono in specchi d’acqua fortemente inquinati da scarichi fognari, ci sono buone possibilità che siano contaminate dal virus dell’epatite A.
Si tratta appunto di una malattia infettiva causata da un virus che va ad attaccare il fegato provocando un’infiammazione. Nella maggior parte dei casi l’infiammazione tende a rientrare senza ricorrere a trattamenti specifici. Ci sono casi in cui può dar luogo a gravi complicanze come l’insufficienza epatica.
Come ridurre i rischi di infezioni batteriche causate da sushi e pesce crudo
La possibilità di andare incontro ad infezioni batteriche in seguito al consumo di frutti di mare crudi, non deve costituire una rinuncia ai propri piatti preferiti! Bastano alcuni accorgimenti per ridurre al minimo i rischi di mangiare frutti di mare contaminati.
Questi comprendono:
- acquistare possibilmente i prodotti presso rivenditori di fiducia;
- leggere attentamente le etichette che indicano la provenienza del prodotto e i metodi di allevamento;
- conservare in freezer alla temperatura di -20°C così da uccidere tutti i parassiti.
L’aumento dei casi di infezioni batteriche legate al consumo di pesce crudo, tra cui il sushi, non deve creare allarmismo. Basta seguire pochi accorgimenti per godersi senza preoccupazioni un ottimo piatto a base di pesce e frutti di mare.
Senza dimenticare il fondamentale apporto di Omega-3 derivato dal consumo dei pesce. Il pranzo settimanale al ristorante giapponese è quindi salvo!