Diagnosticare HIV e sifilide grazie allo smartphone? Sarebbe davvero una soluzione comoda per fare prevenzione e limitare il contagio. Ma come?
Non tutti gli infetti sanno di esserlo
Alla Columbia University hanno ideato uno strumento di piccole dimensioni, che si monta sul cellulare e che trasforma il nostro smartphone in un mini laboratorio diagnostico portatile. Questo strumentino da campo, già sperimentato in Rwanda, in soli 15 minuti riconosce simultaneamente ben 2 marcatori della sifilide e uno dell’HIV, riducendo moltissimo anche il tempo che intercorre tra esame e diagnosi. Con una sola goccia di sangue può fare una diagnosi e salvare una vita (anzi, moltissime). I medici ruandesi hanno esaminato 96 pazienti in appena 30 minuti.
Una tecnologia low-cost
Si tratta di uno strumento accessibile a tutti e ovunque. Produrlo costa solo 34 dollari (e non 20.000, come la strumentazione di un laboratorio tradizionale). Ricaricarlo non costa che qualche moneta. Inoltre, funziona senza elettricità: basta la batteria del cellulare e ne consuma pochissima. È stato pensato per poter funzionare nelle zone più remote del pianeta.
Percentuale di errore? È uno strumento semplice, ma efficace: ha dimostrato un grado di affidabilità superiore al 90%. L’errore più frequente è stato aver diagnosticato dei falsi positivi, ossia di aver trovato infetti pazienti, invece, sani. Ma si tratta di un errore cui è facile rimediare.
Morale della favola?
Non è una favola, ma realtà: da accordi già presi, la quarta generazione di iPod Touch sarà compatibile con questo strumento per poter eseguire, con una sola carica, ben 41 test.
Non sono favole nemmeno i prossimi obiettivi del team di ricerca, che vuole ampliare lo spettro di patologie riconoscibili dal piccolo dispositivo. Se i risultati saranno positivi, e c’è da augurarselo, nel prossimo futuro basterà uno smartphone per limitare la diffusione di numerose epidemie.