Unico paziente al mondo guarito dall’HIV: più vicini al segreto del successo

Andrea Salvadori | Blogger

Ultimo aggiornamento – 09 Ottobre, 2014

Decenni di ricerca hanno permesso di compiere grandi passi avanti nella conoscenza e nel trattamento dell’HIV. Tuttavia, solo un paziente al mondo è stato curato definitivamente fino ad oggi.

Si tratta di Timothy Ray Brown, curato nel 2007, conosciuto come il “paziente di Berlino”, l’unico malato al mondo dichiarato ufficialmente guarito dalla malattia. Durante molto tempo gli stessi medici non hanno saputo spiegare quale parte della forte terapia fosse risultata efficace. Oggi sembra finalmente che questo mistero stia per essere risolto.

Mutazione genetica e GVHD

Sieropositivo dal 1995, nel 2005 Brown era stato colpito anche da leucemia mieloide acuta: dopo aver ricevuto una forte chemioterapia, fu sottoposto a un trapianto di midollo osseo che curò definitivamente la leucemia e portò il virus a livelli non rilevabili nel sangue.

Secondo gli scienziati, tre fattori hanno contribuito al successo di questa cura:

  1. Brown fu sottoposto a un trapianto di midollo osseo con cellule staminali provenienti da un paziente che aveva sviluppato una mutazione genetica per cui era resistente al virus HIV;
  2. il sistema immunitario di Brown fu distrutto da chemioterapia e radioterapia per preparalo al trapianto. Durante questo procedimento (noto come trattamento di condizionamento), probabilmente anche le cellule infettate dal virus sono state distrutte;
  3. le nuove cellule trapiantate avrebbero attaccato le vecchie cellule di Brown, anche quelle malate.

Studio sulle scimmie

Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione grazie a uno studio sulle scimmie condotto da un gruppo di ricercatori della Emory University.

I ricercatori hanno prelevato e conservato le cellule staminali di tre macachi rhesus successivamente infettati con il virus dell’immunodeficienza scimmia-uomo (SHIV). Queste scimmie hanno poi ricevuto radiazioni che hanno ucciso circa il 99% dei globuli bianchi che l’HIV colpisce. Infine, sono state sottoposte alla infusione delle loro cellule staminali prelevate all’inizio.

Le analisi successive hanno segnalato che il virus HIV era ancora presente nel sangue, nessuna di esse era stata curata, dimostrando quindi che il condizionamento non è sufficiente per la cura del morbo.

Ciò che sembra quindi essere stato efficace è la combinazione tra Graft versus Host Disease (GVHD), ovvero l’attacco delle cellule del donatore al sistema immunitario del paziente, e la mutazione del donatore. Avendo ricevuto di nuovo le proprie cellule, le scimmie non hanno sperimentato la GVHD.

Nuovi studi

Lo studio ha contribuito a chiarire le cause della guarigione, permettendo di scartare almeno una possibilità, anche se rimangono ancora molte ricerche da realizzare per arrivare a una risposta definitiva.

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Scritto da Andrea Salvadori | Blogger

Amo la musica, i viaggi e scrivere. La prima potrebbe farmi compagnia 24 ore al giorno, i viaggi sono il mio modo per rigenerarmi e imparare, la scrittura il mezzo per esprimermi in modo ordinato e fermare il tempo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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