Il femore è un osso molto resistente ma (purtroppo!) non indistruttibile. Alcuni traumi come quelli causati da un incidente stradale o da una brutta caduta, possono infatti provocare una frattura del femore. E i tempi di recupero non sono sempre rapidi.
Vediamo insieme qual è l’iter da seguire e, soprattutto, come velocizzare il percorso di riabilitazione della frattura del femore.
Dall’operazione alla riabilitazione della frattura del femore
Le fratture del femore possono essere di diverso tipo in base alla porzione dell’osso interessata (diafisi o epifisi) e allo spostamento dei segmenti fratturati (composta e scomposta).
Anche se può capitare a tutti di rompersi un femore, i soggetti più a rischio restano gli anziani. Con l’invecchiamento si assiste infatti a un progressivo deterioramento delle strutture ossee (osteoporosi), e pertanto lo scheletro appare più fragile.
Per una persona anziana, quindi, anche una semplice caduta accidentale può provocare la rottura del femore con conseguenze anche gravi.
In genere, il femore rotto necessita di un intervento chirurgico. Per i soggetti più giovani si preferisce nella gran parte dei casi ricostruire la porzione dell’osso fratturato così da accelerare i tempi di recupero e di riabilitazione della frattura al femore. Negli anziani, generalmente, si procede con l’impianto di una protesi.
La rottura di un femore può avere profonde ripercussioni psicologiche. Per un giovane atleta c’è il rischio che le prestazioni fisiche siano compromesse, per un anziano c’è il timore di non riuscire più a camminare ed essere indipendente. È quindi fondamentale iniziare il prima possibile un percorso di riabilitazione dopo la frattura del femore.
In un primo momento, la riabilitazione è volta a riprendere la normale routine quotidiana (lavarsi, vestirsi). Successivamente, grazie all’aiuto di un fisioterapista, si procede con esercizi di rafforzamento muscolare, stretching ed esercizi per il coordinamento posturale.
Il pieno recupero dopo una rottura del femore può richiedere anche diversi mesi. In alcuni casi, gli anziani devono restare a letto per circa 60 giorni. Dall’alimentazione, però, arriva un valido aiuto.
Femore rotto: dalla dieta un aiuto per velocizzare i tempi di recupero
Una corretta dieta può favorire il percorso riabilitativo in seguito alla rottura del femore. Oltre ad eseguire attentamente gli esercizi consigliati dal fisioterapista, è importante mangiare i cibi giusti e assicurare al corpo un corretto bilanciamento energetico.
Ecco quali sono i nutrienti fondamentali per un pieno recupero:
- Calorie e proteine – Il primo passo verso la guarigione, in seguito a una frattura, è fornire al corpo maggiori energie per favorire il recupero. Con l’aiuto di un medico, è possibile stilare un regime alimentare adeguato a sostenere la fase di recupero, che in genere comprende un maggiore consumo di calorie. In particolare, è importante mangiare cibi ricchi di proteine (carne, formaggi).
- Vitamina D e Calcio – I prodotti caseari non sono solo ricchi di calorie ma anche di vitamina D e calcio, importanti per il rafforzamento delle strutture ossee. I cibi più ricchi di calcio sono la frutta e le verdure. Il ruolo della vitamina D è importante perchè favorisce l’assorbimento intestinale di calcio. Si tratta di una vitamina che è possibile ottenere in seguito all’esposizione ai raggi solari.
- Vitamina C – Gli alti livelli di vitamina C possono accelerare la fase di recupero in seguito a una frattura del femore. La vitamina C promuove infatti la rigenerazione dei tessuti del corpo. In particolare, a livello osseo è coinvolta nella formazione di cartilagine. I cibi che contengono alti livelli di vitamina C sono le arance, mandarini, pompelmi, broccoli e peperoni verdi.
È importante rivolgersi ad un medico se si è convinti che la propria dieta non favorisca un rapido recupero delle funzionalità del proprio femore. Una dieta scorretta può infatti allungare i tempi di recupero. E qualsiasi ritardo nel processo di guarigione può avere complicazioni anche gravi!