Dr. Mario Vasta, specialista in endocrinologia.
Ultimamente, si sente sempre più parlare di femminilizzazione maschile, ovvero una mancata “androgenizzazione” del maschio. Ma è davvero una condizione reale? Lo abbiamo chiesto al dr. Mario Vasta, endocrinologo.
Quali sono le cause della femminilizzazione maschile?
“Femminilizzazione del maschio” è un termine a effetto, ma relativamente improprio, utilizzato di recente in una trasmissione TV e ripreso da varie testate giornalistiche e discussioni sui social.
Sarebbe più appropriato parlare di ridotta “androgenizzazione” del maschio moderno. Per esser precisi, dal punto di vista medico parliamo di sesso (genere) maschile quando sono presenti testicoli e di sesso (genere) femminile quando sono presenti le ovaie.
Quello che in realtà si sta verificando è una modificazione (in senso femminile) dell’aspetto fisico del maschio (fenotipo), legato a una relativa riduzione dell’ormone maschile per eccellenza: il testosterone. Bisogna precisare che l’evoluzione dell’embrione in senso maschile è pilotata da una piccola area del cromosoma Y (detta SRY), che determina una catena di eventi complessi che portano alla completa “mascolinizzazione” del soggetto geneticamente maschio (con cromosoma Y).
Se qualcosa si inceppa o non funziona a dovere l’embrione (poi feto) si evolve comunque in senso femminile. Il testicolo del feto produce già testosterone necessario per il suo sviluppo, ma è anche estremamente sensibile alla presenza di estrogeni o di sostanze chimiche che possono simulare, bloccare, ridurre o potenziare i loro effetti: i cosiddetti interferenti endocrini (Endocrine disruptors).
Queste sostanze sono numerose (ftalati, bisfenolo A, ecc.) e diffusamente rilevabili in sostanze di comune uso, dalle bottiglie di plastica alle pellicole con cui proteggiamo i cibi. La contaminazione con queste sostanze, prima della nascita (è stata dimostrata analizzando le donne in gravidanza) e poi nella vita può contribuire a questo preoccupante fenomeno, che comporta anche una riduzione della fertilità del maschio.
Quali sono le cause della femminilizzazione?
Molte altre però possono esser le cause, anche facilmente eliminabili; una tra queste molto diffusa e il sovrappeso e l’obesità. Pochi sanno che l’ovaio produce i suoi estrogeni a partire dal testosterone (proprio lui), attraverso un enzima chiamato “aromatasi”.
Le cellule adipose sono attive produttrici di aromatasi e quindi, anche nel maschio, trasformano gli androgeni in estrogeni, essendo responsabili di un relativo ipogonadismo nel maschio obeso.
Quali saranno le conseguenze a lungo termine?
Andremo incontro a una ipofertilità maschile e a una minore caratterizzazione della differenza di genere e forse della aggressività maschile legata al testosterone.
Si può prevenire o curare questo processo di femminilizzazione maschile?
Una maggiore attenzione degli Organismi di Governo ai problemi legati all’inquinamento in genere è fondamentale. Nel nostro piccolo quotidiano, potremmo limitare al massimo l’uso di queste sostanze, in genere motivato più dalla nostra pigrizia che non da una reale necessità: bicchieri di plastica e non di vetro da lavare, rivestimenti antiaderenti per non dover grattare… La prevenzione dell’obesità è un altro aspetto da considerare.