L’esame del sangue è sicuramente il test analitico più richiesto dai medici, poiché si tratta di una procedura semplice, rapida e senza rischi per il paziente, che consente di ottenere molte informazioni sullo stato di salute.
Guardando il risultato di un semplice emocromo, nella mente del medico si potrebbe accendere una spia d’allarme che può consentire di iniziare un importante iter diagnostico.
Anche le diagnosi di tumore, infatti, possono arrivare al termine di un percorso iniziato da un semplice esame del sangue. Dunque, il tumore si vede dalle analisi del sangue?
Emocromo: i valori più importanti
Come sappiamo, l’analisi del sangue per eccellenza è l’esame emocromocitometrico, spesso abbreviato con la parola “emocromo”. Si tratta di un esame di routine, capace di evidenziare stati infiammatori o infezioni, emorragie, anemie e molto altro. Con un semplice, rapido e indolore prelievo di sangue, infatti, si possono ottenere informazioni sul numero di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, così come sulle loro dimensioni, del loro contenuto di emoglobina e le esatte quantità di tutte le popolazioni di globuli bianchi.
Cominciamo dai globuli rossi, o eritrociti, cioè le cellule del sangue che trasportano l’ossigeno ai tessuti, grazie all’emoglobina in essi contenuta. Normalmente sono presenti 4,5-5,8 milioni di eritrociti per microlitro (μl) o millimetro cubo (mm3) di sangue, e una quantità di emoglobina pari a 12,5-16 grammi per decilitro. Il volume corpuscolare medio (sigla MCV) dei globuli rossi ne indica la dimensione e consente di definire se si è in presenza di macrocitosi o di microcitosi cioè, rispettivamente, di eritrociti più grandi o più piccoli della norma.
I globuli bianchi, anche noti come leucociti, invece, sono normalmente tra 4.000 e 10.000 per μl o per mm3. Spesso, al loro semplice conteggio è associata la formula leucocitaria, ovvero la misura in valore assoluto e in percentuale dei diversi tipi di leucociti. I globuli bianchi, infatti, si suddividono in varie popolazioni: granulociti neutrofili, granulociti eosinofili, granulociti basofili, linfociti e monociti. I più abbondanti sono i granulociti neutrofili (normalmente 2.000-6.000/mm3), a cui seguono i linfociti (normalmente 1.500-3500/mm3).
Tra le cellule del sangue, poi, vi sono le piastrine, cioè le cellule deputate alla regolazione della coagulazione sanguigna. Il numero normale di piastrine varia da 150.000 a 400.000 per μl o mm3.
Dalle caratteristiche del sangue allo stato di salute
Quali malattie o condizioni cliniche possono emergere leggendo i risultati dell’emocromo?
Anemie, infezioni, malattie autoimmuni, malattie del midollo osseo, carenze vitaminiche o di minerali da ridotto apporto dietetico o da malassorbimento, emorragie, perdite di liquidi, disidratazione o malattie congenite, sono tra le condizioni che si possono diagnosticare anche grazie agli esami del sangue.
Persino i tumori, in particolare quelli del sangue, possono essere smascherati attraverso un esame semplice come l’emocromo.
Esami del sangue e spie di tumore
Leggendo il referto di un emocromo, vi può essere l’aumento del numero degli eritrociti. Insieme all’aumento dell’emoglobina e dell’ematocrito (il volume che i globuli rossi occupano rispetto al plasma), si configura un particolare quadro (detto poliglobulia) che può far insorgere il dubbio di un tumore del sangue, in particolare di policitemia vera. Tuttavia, tale patologia non è l’unica ragione per cui si osserva una situazione di poliglobulia, e altri controlli sono necessari per stabilire con certezza la diagnosi.
L’attenzione va posta anche all’MCV, poiché la macrocitosi e la microcitosi sono determinate da varie cause, tra cui la carenza di folati e vitamina B12 o dalla mielodisplasia (una malattia del midollo osseo) per la macrocitosi, e da carenza di ferro o da sindromi congenite, come la talassemia, per la microcitosi.
Particolare considerazione va posta alle carenze di vitamine e minerali, poiché possono dipendere da uno scarso assorbimento, anziché da un inadeguato apporto dietetico. Tra le ragioni del mancato assorbimento vi sono anche i tumori intestinali.
Per quanto riguarda l’emoglobina, una sua riduzione è segno di anemia, ma è importante definire la gravità della riduzione di questa proteina e in quanto tempo i suoi valori sono variati. Infatti, una significativa riduzione dell’emoglobina (inferiore a 8 grammi) nell’arco di pochi giorni o settimane è un campanello d’allarme rispetto alla salute del midollo osseo. Il sospetto, in questo caso, è la presenza di leucemie acute o croniche, mielodisplasia, mieloma o linfoma.
In merito ai globuli bianchi, il loro compito è di intervenire per combattere le infezioni, quindi un loro aumento è spesso connesso a fenomeni infettivi ed infiammatori. Ad esempio, i granulociti neutrofili aumentano in corso di infezione batterica, i linfociti in caso di infezione virale e i granulociti eosinofili in caso di infezioni da parassiti. Valori davvero molto elevati dei globuli bianchi, però, fanno insorgere il sospetto di tumore, cioè di leucemia sia essa acuta o cronica. Tuttavia, anche una grande riduzione dei neutrofili può far scattare un campanello d’allarme, poiché la leucemia può provocare profonde alterazioni del midollo osseo, che diventa incapace di produrre tali cellule.
Anche per la variazione del numero di piastrine possono esservi molteplici spiegazioni, come una malattia autoimmune o un’infezione che ne causano la diminuzione, oppure una carenza di ferro o un’infiammazione che ne causano un aumento. Tuttavia, il riscontro di piastrine molto basse (inferiori a 30.000-50.000/mm3) insieme ad alterazioni di emoglobina e globuli bianchi, può anche far sospettare una leucemia acuta. Allo stesso modo, se l’aumento delle piastrine è considerevole (oltre un milione per millimetro cubo), il sospetto è che dipenda dalla presenza di un altro tumore raro del sangue, chiamato trombocitemia essenziale.
In qualsiasi caso, vale sempre e solo una regola: leggete attentamente i vostri esami, ma fatevi aiutare dal medico curante!