Avete mai fatto un esame citologico delle urine?

Dorotea Roggio | Biologa e Ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 17 Giugno, 2020

Esame citologico delle urine: come farlo, quando farlo, come leggere i risultati

Le urine non sono solo un prodotto di scarto del nostro organismo, ma rappresentano anche un importante fluido extra-corporeo che può essere analizzato in diversi modi, permettendo la diagnosi precoce di certe patologie. 

Esistono due tipi principali di analisi delle urine: un’analisi standard, considerata nei laboratori un’analisi di routine, in cui l’urina viene analizzata per le sue caratteristiche fisiche, chimiche e microscopiche, e un’analisi più approfondita, ovvero l’esame citologico delle urine prescritto generalmente in seguito a risultati anomali riscontrati da una analisi di routine, così come in seguito a degli specifici sintomi riferiti dai pazienti. 

Quando fare un esame citologico delle urine

Vediamo allora quali sono i sintomi ed i campanelli di allarme per i quali è importante fare un esame citologico delle urine:

  • Presenza di globuli rossi nelle urine, definita come ematuria
  • Presenza di emoglobina nelle urine, definita come emoglobinuria (ricordiamo che l’emoglobina fisiologicamente è contenuta all’interno dei globuli rossi)
  • Aumento del numero di minzioni nell’arco di 24 ore, in associazione ad una progressiva riduzione del volume di urina per ogni minzione, ovvero la pollachiuria
  • Minzione intermittente, detta stranguria
  • Difficoltà nella minzione, definita disuria
  • Dolore e/o bruciore durante la minzione

Inoltre, certe categorie di pazienti vengono sottoposti a questo tipo di esame delle urine come forma di monitoraggio del trattamento chemioterapico. Infine, le persone esposte per motivi professionali a fattori potenzialmente cancerogeni vengono anche loro sottoposti all’esame citologico delle urine come screening per eventuali insorgenze di forme tumorali.

In altre parole, quando sintomi come quelli descritti non trovano una spiegazione, neanche con l’analisi standard delle urine, bisogna ricorrere ad un’analisi delle cellule eventualmente presenti nelle urine, ovvero all’esame citologico

Come si fa l'esame citologico delle urine

Grazie alle sostanze fissative presenti nei contenitori delle urine fornite dal laboratorio, non appena le urine vengono raccolte, le cellule sono immediatamente fissate e quindi bloccate nello stato in cui si trovano. Questo permetterà la successiva analisi delle cellule in laboratorio, che verranno identificate e caratterizzate per capire di che tipo cellullare si tratta.

Per prepararsi all'esame citologico delle urine, bisogna organizzarsi per raccogliere le urine durante 3 giorni consecutivi, utilizzando esclusivamente i contenitori di raccolta forniti dal laboratorio analisi. Non è un caso, dunque, che spesso si senta parlare di esame citologico delle urine su tre campioni. 

Inoltre, è necessario seguire delle precise indicazioni. Niente paura, però! Sono solo dei piccoli accorgimenti che permetteranno di raccogliere le urine nel modo più idoneo possibile:

  • Scrivere la data della raccolta del campione nel contenitore
  • Scartare la prima urina del mattino (prima minzione)
  • Bere 1-2 bicchieri di acqua 
  • Dopo circa mezz’ora, raccogliere l’urina (seconda minzione del mattino) riempendo il contenitore fino al livello indicato, che solitamente è 50 ml
  • Conservare il contenitore con le urine in un luogo fresco (non in frigorifero)

Una volta consegnate le urine al laboratorio analisi, non vi resta che aspettare il risultato. E per non arrivare impreparati alla lettura del referto, cerchiamo di capire insieme come interpretarlo. 

Come leggere i risultati dell'esame citologico delle urine

Ma a cosa serve l'esame citologico delle urine? 
In primo luogo, per distinguere e rintracciare cellule normali e cellule tumorali che possono provenire dall’apparato urinario. 

Per cui, il risultato globale delle analisi è espresso come positività o negatività rispetto alla presenza di cellule tumorali. La presenza di cellule uroteriali normali, invece, non è segnale di un tumore.

Andiamo nel dettaglio e vediamo come può essere descritto il risultato dell’esame citologico delle urine:

  • Insoddisfacente - In questo caso la quantità di cellule ritrovate non è stata sufficiente per stabilire in modo certo la loro presenza nelle urine, oppure non sono state ben identificate; è molto probabile che il test debba essere ripetuto.
  • Negativo - Non sono state trovate cellule tumorali; per cui se sono state ritrovate per esempio cellule uroteliali normali, si tratta ancora di un caso fisiologico.
  • Atipico - Sono state identificate delle cellule con delle anomalie, non riconducibili al tumore, ma che vanno ugualmente attenzionate.
  • Sospettoso - Sono state identificate delle cellule con delle anomalie, riconducibili al tumore, e per cui considerate come un possibile segno di un tumore in corso.
  • Positivo - Sono state identificate delle cellule certamente tumorali, riconducibili a una tipologia di tumore ben precisa, come il carcinoma vescicale. In questo caso, l’esame indica purtroppo la presenza di un tumore all’apparato urinario.

Abbiamo visto quindi come una semplice analisi delle urine, se indagata dal punto di vista citologico, possa diventare un segnale di allarme per la presenza di un possibile tumore alle vie urinarie

È molto importante quindi non sottovalutare i sintomi legati all’apparato urinario e comunicarli al proprio medico curante, che valuterà come meglio indagarli. Nel caso in cui venga prescritto un esame citologico delle urine, è fondamentale attenersi alle indicazioni di raccolta per poter fornire al laboratorio analisi un campione ottimale su cui poter effettuare l’esame citologico. 

Infine, non appena si è in possesso del referto, è necessario mostrarlo al medico curante, per poter monitorare insieme la situazione: infatti, come abbiamo scritto prima, ci sono dei possibili risultati grigi, in cui vengono trovate delle cellule atipiche o sospettose che, nonostante non siano un segno certo di tumore, è necessario approfondire.

Dorotea Roggio | Biologa e Ricercatrice
Scritto da Dorotea Roggio | Biologa e Ricercatrice

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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